Raccolta olive, c’è un’isola felice nella penuria del centro-nord

Economia
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Se nell’intero centro-nord Italia ci si appresta a concludere una campagna olearia tutt’altro che entusiasmante, c’è una provincia che va in assoluta controtendenza, con oliveti ben carichi di olive e scuotitori ed abbacchiatori che stanno continuando a lavorare a pieno regime. È la provincia di Grosseto, in Toscana, dove la produzione è superiore a quella dello scorso anno. E dove i frantoi maremmani continuano a ricevere cassoni e cassoni di olive, nelle varietà tradizionali come il Moraiolo, il Frantoio, il Leccino e il Canino.

Tra questi, il maggiore è decisamente quello della Cooperativa OL.MA. – Collegio Toscano degli Olivicoltori – nel comune di Braccagni, un gioiello di oleificio con ben sei linee Pieralisi, il meglio che la tecnologia è oggi in grado di offrire per garantire un olio di altissima qualità. E d’altra parte qui si certifica quasi tutto “Toscano Igp”.

“Abbiamo già superato i 41 mila quintali di olive molite lo scorso anno e contiamo di arrivare a 50 mila – ci spiega il presidente Fabrizio Filippi (nella foto) – con una resa media di 12.3 che ci consente di raggiungere i 6 mila quintali di olio, quasi tutto destinato all’estero, in particolare Stati Uniti e Nord Europa”.

Numeri che restituiscono l’immagine di un territorio graziato dalle condizioni meteo, specialmente tra maggio a giugno, quando le piogge persistenti che altrove hanno frenato l’allegagione, qui sono state di minore intensità e dunque non hanno pregiudicato quella che è la fase più delicata della formazione del frutto. Con una crescita stimata del 10-15% in più della precedente campagna, che non era stata ottimale, restituendo al territorio una produzione che rientra nelle medie degli ultimi anni.

C’è dunque soddisfazione tra i circa mille soci di questa cooperativa, piccoli e grandi produttori, che tramandano da generazioni la propria esperienza in un territorio a forte vocazione olivicola. E che sono costantemente seguiti dai tecnici della cooperativa, perché se è vero che l’eccellenza sta nelle macchine olearie presenti nel frantoio, è altrettanto vero che è dall’oliveto che nasce il miglior olio.

E proprio l’andamento dei cambiamenti climatici fa concludere al presidente Fabrizio Filippi che “l’olivicoltura non può più essere considerata una coltura di complemento, ma che necessita delle stesse attenzioni quotidiani di un vigneto. Il futuro di questo settore dipenderà dalla misura in cui ce ne prenderemo cura in futuro”.

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Tags: Grosseto, in evidenza, Ol.Ma

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