Gli olivi saraceni, sculture viventi che ruotano con il pianeta

Fenomeno raro l'esemplare sulle colline di Giano dell'Umbria
Tecnica e Ricerca
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Se nella letteratura italiana sono diversi gli autori che parlano di “olivo saraceno”, di tale categoria di olivi non si fa menzione nelle pubblicazioni agronomiche, al di là di un normale riferimento ad alberi secolari, contorti, risalenti alla dominazione araba in Sicilia, al tempo dei Saraceni (827-1091). Molte sono le teorie, anche le più bizzarre, per spiegare la forma contorta del tronco di questi olivi secolari, ma solo gli scienziati hanno stabilito le cause.

Questi olivi centenari, che stanno nel nostro emisfero boreale, hanno una vistosa rotazione del tronco in senso orario (destrogira) e ciò è molto evidente nel sud dell’Italia, mentre a sud del pianeta, cioè sotto l’equatore, o meglio nell’emisfero australe, come possiamo osservare nelle valli di Azape e Huasco del Cile, la rotazione del tronco è in senso antiorario (levogira).

Possiamo vedere questa rotazione perché questi olivi, della varietà sevillana, furono portati nel XVI secolo, direttamente dalla Spagna, e piantumati in Perù nel 1560, dal Procuratore di questo paese.

La biologia ci insegna che la forma di qualsiasi organismo dipende sia dal suo patrimonio genetico che dagli influssi dell’ambiente in cui si è sviluppato. Nel caso degli olivi saraceni la loro forma contorta, attorcigliata, dipende solamente dalle forze dell’ambiente e non dal DNA.

Gli esperti hanno stabilito che la causa è la forza di Gaspard-Gustave de Coriolis, una forza apparente come la forza centrifuga, la quale agisce su quei corpi che si spostano in direzione nord-sud sulla superficie della Terra. La forza di Coriolis si sviluppa per la rotazione dell’asse terrestre (la Terra percorre 360° con una velocità angolare 15° all’ora), ma la velocità tangenziale, cioè, la velocità lineare di ogni punto della Terra, è diversa da punto a punto: massima all’equatore mentre è zero ai due Poli.

La velocità lineare non è uguale per ogni punto della Terra, cambia al variare della latitudine. Per quelli sull’equatore sarà di circa 1,668 Km/h, su altri ad esempio situati a 40°N, sarà di 1,278 Km/h. Detto questo, cosa succede se un corpo dall’equatore si sposta verso il polo nord? Esso incontra punti di superficie terrestre che hanno velocità lineare diversa, sempre minore. Il corpo per inerzia tende a conservare la velocità iniziale lungo la sua traiettoria, quindi risulta in anticipo rispetto ai punti della superficie che incontra ed ecco che subisce una deviazione. Questo è l’effetto Coriolis.

La forza di Coriolis e la forza centrifuga non sono dirette nella stessa direzione anzi sono perpendicolari in quanto la forza di Coriolis è perpendicolare alla velocità relativa del corpo mentre quella centrifuga ha una direzione radiale, come la velocità relativa.

In pratica un punto posto all’equatore dovrà compiere un tragitto di 40mila km circa nelle 24 ore, mentre un punto prossimo al Polo percorrerà un tragitto quasi nullo, al massimo ruoterà su sé stesso.

Questa forza incide anche sulle traiettorie degli aerei.

Esiste il principio di inerzia, o prima legge di Newton, che dice che un corpo tende a mantenere la propria velocità se non sottoposto a forze esterne. Quindi un oggetto che si muove dall’equatore al Polo tenderà a mantenere la propria velocità lineare, mentre la Terra girerà sempre più piano sotto di lui, quindi “si avvantaggerà ” rispetto ad essa. Al contrario, spostandosi dal Polo all’equatore, vedrà la Terra muoversi sempre più velocemente sotto di lui, e sarà come rallentato rispetto ad essa, cioè “in ritardo”.

Combinando questo con la rotazione terrestre, si ha che nell’emisfero Nord (il nostro), in rotazione antioraria, i corpi tenderanno ad avere una deviazione verso destra (rispetto al proprio moto) e nell’emisfero Sud (in rotazione oraria) verso sinistra.

Detto altrimenti, nell’emisfero nord un corpo che si muove dall’equatore al polo si sposta verso est, dal polo all’equatore verso ovest. L’opposto nell’emisfero sud.

Anche le masse d’acqua e d’aria che si spostano dall’equatore verso i poli vengono deviate dalla forza di Coriolis, che agisce nei corpi in rotazione. Alcuni venti come i monsoni, e alcune correnti oceaniche, vanno verso destra quando “salgono” nell’emisfero boreale e verso sinistra quando “scendono” nell’emisfero australe

Sappiamo anche che l’asse terrestre è inclinato rispetto la perpendicolare al piano dell’eclittica in media di 23°27’ con oscillazioni che vanno da 21,5° fino a 24,5° e che quindi l’inclinazione varia nel medio-lungo periodo.

Questi cambiamenti avvengono in modo davvero lento ed impercettibile, ed è per questo motivo che possiamo notarlo solamente negli olivi centenari. Dopo una certa età l’ulivo cresce sempre più lentamente fino ad essere influenzato dal lento movimento della rotazione terrestre. Ed una delle frequenti caratteristiche degli ulivi della Puglia, quella di presentare una torsione dal basso verso l’alto sempre nella stessa direzione, cioè in senso orario.

Sappiamo che il movimento della Terra influisce sul senso di rotazione dei fluidi, sia gassosi che liquidi ed imprime un impulso nel verso antiorario nell’emisfero boreale, la Forza di Coriolis. Per esempio, se si osservano le immagini delle perturbazioni atlantiche, in particolare i cicloni di bassa pressione, trasmesse dai satelliti geostazionari, si vede che sono dei vortici che girano nel senso opposto rispetto a quello delle lancette di un orologio. Ma se osserviamo il fenomeno nell’emisfero australe, il verso è invertito. E questo succede appena si sorpassa la linea dell’equatore terrestre. 

Si tratta di un fenomeno che i fisici sanno ben spiegarci, e che agisce su tutti i fluidi.

Ebbene dopo questa premessa, casualmente, ho trovato che, un olivo centenario, della cultivar Vocio, posizionato davanti al frantoio Filippi, nella frazione Fabbri di Giano dell’Umbria (PG), aveva una rotazione destrogira del tronco (42°50’37” e N 12°37’2” E).

È un fenomeno molto raro, non tanto per l’anzianità, in quanto in Umbria abbiamo diversi olivi monumentali come l’olivo di Sant’Emiliano a Trevi, l’olivo di Macciano a Giano, il Rajo ad Amelia, quello di Villastrada di Castiglione del Lago), quanto la sua resistenza a questa latitudine ed altitudine (330 mt s.l.m) perché sono state frequenti le gelate e quindi quest’olivo è sopravvissuto a quella del 1929, del 1957, del 1985 e molte altre prima, delle quali non abbiamo memoria.

Incastonate nella terra, queste sculture viventi, crescono ruotando insieme al pianeta che le ospita, e nel contempo testimoniando a 360 gradi tutto quello che le circonda e che nei secoli hanno visto con la loro chioma.

Riferimenti

saraceno

È vero che la torsione dei tronchi egli alberi di ulivo è sempre destrogira in quanto legata alla rotazione della terra?


https://www.vigata.org/bibliografia/AbbracciareUliviSaraceni.pdf

Teatro della Pergola, ‘I Giganti della Montagna’ inaugurano la stagione


https://attivissimo.blogspot.com/2016/12/perche-le-antenne-radio-delle-auto.html?m=1&fbclid=IwAR297JcVWtNCG0jAkWawNdNTMJG6sImhuryW0qR5MA0xlJXehXDRbBRUB2s

ULIVI: IL MISTERO DEL VORTICE! La suggestione della spirale-elica in uno dei più sacri degli alberi del Mediterraneo


https://www.slideserve.com/irisa/evoluzione-della-terra?utm_source=slideserve&utm_medium=website&utm_campaign=auto+related+load
https://it.quora.com/Perch%C3%A9-la-forza-di-coriolis-%C3%A8-massima-ai-poli-e-assente-allequatore

 

 

 

 

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Tags: in evidenza, Olivo Saraceno

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