Xylella, il Crea alla ricerca di risorse genetiche autoctone

Sui tratti di pianta coinvolti nella risposta di difesa al batterio
Tecnica e Ricerca
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Per vincere la sfida del cambiamento climatico e favorire la resilienza dell’olivicoltura a patogeni alieni, primo tra tutti la Xylella fastidiosa (Xf), il CREA scende in campo con 7 dei suoi centri di ricerca per valorizzare, con sperimentazioni innovative, le preziose risorse genetiche autoctone italiane, in particolare in Puglia, nella zona infetta, promuovendo, al contempo, lo sviluppo di aziende competitive sul fronte della qualità e delle tecnologie avanzate.

Questo è l’obiettivo del progetto Novixgen nell’ambito del quale la zona colpita da Xylella verrà monitorata e campionata per selezionare materiale  genetico  utile alla definizione  del livello di infezione e di tolleranza/resistenza  genetica  nel lungo  periodo. Ma la novità  assoluta del progetto saranno gli studi condotti in campo presso l’Azienda CREA Podere Sant’Anna di Monteroni di Lecce, che si affiancheranno a quelli più  tradizionali che prevedono inoculazioni controllate in serra, da cui si attendono nuove conoscenze sui meccanismi di interazione ospite-patogeno. Inoltre, grazie all’impiego di tecniche di analisi all’avanguardia, verranno individuati i tratti della pianta coinvolti nella risposta di difesa al batterio, identificandone i marcatori associati alla resistenza/tolleranza e valutandone la loro ereditarietà. Infine, il germoplasma olivicolo tollerante/resistente a Xylella fastidiosa selezionato integrerà le sole due varietà attualmente autorizzate dalla Regione Puglia al reimpianto, Leccino e FS17. Tali varietà ridurranno l’impatto ambientale dovuto ai trattamenti fitosanitari obbligatori e miglioreranno la sostenibilità ambientale ed economica delle aziende produttrici degli areali rientranti nella zona infetta.

“La diminuzione della produttività del nostro settore olivicolo – ha sottolineato il sottosegretario al Masaf,  Patrizio La Pietra,  intervendo alla presentazione del progetto – è dovuta principalmente alle condizioni climatiche avverse, alla frammentazione produttiva, alla volatilità dei prezzi e della redditività, oltre che al flagello rappresentato dalla Xylella. Di fatto per la produzione d’olio d’oliva italiano si può parlare di un calo strutturale, al quale dobbiamo opporre una strategia sistemica, facendo gioco di squadra tra politica e tutti i soggetti interessati. In quest’ottica il ruolo di questo progetto è fondamentale per incentivare la ricerca e la sperimentazione che potranno contribuire significativamente a contrastare fenomeni patogeni quali la Xylella. Il connubio – ha concluso – tra innovazione tecnologica e una politica in grado di prendere decisioni e di attuarle è la chiave per garantire la resilienza e lo sviluppo del comparto olivicolo italiano”.

Tags: Crea. Xylella, La Pietra

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