Olivi sradicati per l’impianto fotovolatico, la risposta della società

Interviene anche il Comune di Bitonto: "Contrari, ma non potevamo far nulla". Il Bio-distretto delle Lame: "Così si perde la nostra identità"
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Non sono olivi monumentali e nessuno ha più di 100 anni; non sono 2.000 piante ma 1.600; l’area è a destinazione industriale e non agricola; non sono state presentate osservazioni da nessuno come pure la legge avrebbe consentito. E già si stanno reimpiantando 2.400 olivi resistenti alla Xylella in compensazione.

Queste le precisazioni che giungono dalla Gdr Solare, la società autorizzata alla realizzazione di un impianto fotovoltaico a Bitonto che si estenderà su una superficie di quasi 15 ettari, in risposta alla Cia Puglia che aveva gridato alla vergogna!

Le parole della società

“L’opera – ricorda la società Gdr Solareè stata assoggettata ad un procedimento di valutazione dell’impatto ambientale e, al termine dell’iter procedimentale, che ha coinvolto per più di tre anni tutti gli Enti pubblici competenti (e solo quelli), la Regione ha rilasciato l’autorizzazione unica; nell’ambito di tale procedimento, è stato coinvolto il Dipartimento Agricoltura, Sviluppo Rurale e Ambientale Sezione Coordinamento Servizi Territoriali, nella Sezione competente per la Provincia di Bari, che ha reso il parere di competenza e successivamente l’autorizzazione all’espianto degli olivi”. La società, prosegue ancora il comunicato, “ha seguito scrupolosamente tutte le normative nazionali, regionali e locali e non vi erano pertanto presupposti affinché tali Enti dinegassero l’autorizzazione”.

Il Comune si difende

Sulla questione è intervenuto anche il Comune di Bitonto ricostruendo l’iter amministrativo partito nel 2021 “non condividendo minimamente sul piano delle politiche produttive e del paesaggio la logica ad esso sottostante. Purtroppo la legislazione nazionale, al momento della richiesta di autorizzazione inoltrata alla Regione Puglia, non permetteva neppure alla struttura regionale di esprimere un diniego”. Nella nota, si ricorda anche è stata sottoscritta una convenzione tra Comune e società proponente per la realizzazione, a spese di quest’ultima, di un’area fitness inclusiva all’interno dell’impianto polisportivo della città e di una vasca per la raccolta dell’acqua piovana, utile all’irrigazione delle nuove piantumazioni.

La comunità protesta

Benedetto Fracchiolla

Ma il fronte del no, incalza. Ad intervenire è stato Benedetto Fracchiolla, presidente del Bio-distretto delle Lame,  progetto che unisce gli ambiti territoriali di Ruvo di Puglia, Bitonto, Corato e Terlizzi, mettendo insieme coltivatori diretti e imprese agricole, cooperative e aziende di commercializzazione dei prodotti agricoli, attività della ristorazione e dell’accoglienza turistica, associazioni e gruppi di persone. “Come Bio-Distretto – ha dichiarato – a proposito della famigerata vicenda degli espiantati a Bitonto per far posto a un parco fotovoltaico di quasi 15 ettari, e più in generale riguardo a tutte le iniziative similari, restiamo basiti e disorientati. Ci chiediamo quale senso possa avere la trasformazione dei nostri paesaggi, da secoli dominati dalla millenaria cultura e coltura dell’olivo, in una tetra e nera distesa di pannelli tra plastica, silicio, vetro e cemento. Ai rappresentanti delle istituzioni, inoltre, poniamo una domanda: nell’avallare un numero crescente e sempre più invasivo di impianti cosiddetti “agri-voltaici”, con tutto il consumo di territorio che ne deriva, si sono chiesti quali possano essere i costi reali di una siffatta “mutazione genetica” del nostro territorio? Noi non rinunciamo affatto alla modernità o alla necessità di utilizzare ricerca scientifica, tecnologie e competenze più avanzate per innovare la nostra capacità produttiva. Tuttavia, crediamo che la tutela della biodiversità e il rispetto delle vocazioni produttive e delle caratteristiche ambientali di un territorio non possano conciliarsi con lo sradicamento delle radici culturali, economiche e perfino biologiche (materiali) che caratterizzano le nostre aree rurali, le nostre campagne, le distese di olivi che da sempre sono la quintessenza della nostra identità e storia collettiva. Sradicando quegli olivi sanissimi si toglie il terreno sotto i piedi su cui poggia la nostra identità. Questo significa sprofondare”.

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Tags: Bitonto, in evidenza, oliveti, olivi sradicati, olivicoltura

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