In piena estate, mentre l’olivo concentra la sua attività vegetativa sull’accrescimento delle drupe, entra in una fase determinante per la resa in olio. Con la lignificazione del nocciolo completata, le olive iniziano a crescere di volume, ed è in questa fase che la nutrizione minerale assume un ruolo decisivo, non solo dal punto di vista quantitativo, ma anche qualitativo.
Tra i diversi nutrienti coinvolti, il fosforo, pur richiesto in dosi inferiori rispetto ad azoto e potassio, esercita funzioni cruciali per il buon esito della produzione. Questo elemento partecipa ai meccanismi cellulari che forniscono energia e garantiscono la funzionalità metabolica; è implicato nella fotosintesi, nella divisione cellulare e nella sintesi proteica, attività indispensabili per sostenere la crescita dei frutti e lo sviluppo della polpa.
Una carenza di fosforo rallenta questi processi, limitando l’accumulo di sostanze di riserva e compromettendo sia la pezzatura sia la qualità finale dell’olio.
Efficienza energetica e non solo
Oltre all’efficienza energetica, il fosforo modula enzimi e proteine coinvolti nei meccanismi di difesa della pianta contro condizioni ambientali difficili, come temperature elevate e siccità. La sua azione contribuisce a rafforzare la resilienza dell’olivo proprio nel momento in cui l’apparato vegetativo è chiamato a sostenere un’intensa attività produttiva.
Fondamentale è anche il suo ruolo nella gestione degli zuccheri: se presente in forma assimilabile, il fosforo facilita il trasporto dei carboidrati dalle foglie ai frutti e rende più efficiente la glicolisi. Parte degli zuccheri è convertita in mannitolo, uno zucchero alcolico che la pianta immagazzina come riserva e che utilizza per sintetizzare acidi grassi, elementi chiave per la produzione di olio. Quando il fosforo manca, questa catena biochimica rallenta, influenzando negativamente l’accumulo lipidico e il profilo organolettico del prodotto finale.
Il suo contributo non si limita alla resa, un adeguato apporto di fosforo migliora anche le caratteristiche sensoriali dell’olio, intervenendo sul profilo aromatico e sulla stabilità ossidativa. Questi aspetti sono fondamentali per ottenere un extra vergine di qualità superiore.
La sinergia con calcio e potassio
Il fosforo agisce inoltre in sinergia con altri elementi essenziali per l’equilibrio fisiologico della pianta, come calcio e potassio.
Il calcio rafforza le pareti cellulari, influenzando positivamente la consistenza della polpa, mentre il potassio regola l’apertura degli stomi e ottimizza l’efficienza fotosintetica, favorendo la sintesi zuccherina. L’interazione fra questi tre elementi consente all’olivo di operare in modo ottimale e di affrontare meglio gli stress ambientali.
L’impiego in oliveto
L’assorbimento del fosforo avviene principalmente attraverso le radici, ma la sua disponibilità può essere ostacolata in terreni argillosi o calcarei, dove tende a legarsi con ferro e calcio, formando composti insolubili poco assimilabili. Durante l’estate, lo stress idrico può ridurre ulteriormente l’attività dell’apparato radicale, aggravando la carenza proprio quando l’albero ne ha maggior bisogno. I sintomi di una carenza fosfatica si manifestano con crescita rallentata, fogliame più scuro e di dimensioni ridotte, e uno sviluppo limitato delle drupe. Per una diagnosi precisa si raccomandano analisi fogliari, da eseguire preferibilmente tra giugno e luglio, al fine di valutare lo stato nutrizionale dell’olivo e intervenire in modo mirato.
In questi casi, una delle strategie agronomiche più efficaci è rappresentata dall’impiego di concimi fogliari a base di fosforo.
L’assorbimento attraverso la chioma consente infatti di superare le limitazioni del suolo, agendo direttamente sui tessuti metabolicamente attivi della pianta e favorendo una risposta rapida.
Tra le formulazioni più indicate spiccano quelle che associano fosforo e calcio, come il Seniphos o il Leaf P-Ca o l’Ortocal, che supportano la crescita della polpa, il consolidamento del nocciolo e la consistenza del frutto, contribuendo al tempo stesso alla resistenza della pianta contro stress termici e idrici. Per ottimizzare l’efficacia, è consigliabile applicare questi trattamenti nelle ore più fresche della giornata, riducendo il rischio di fitotossicità e facilitando l’assorbimento.
In condizioni particolarmente critiche, può essere utile ripetere il trattamento a distanza di 10–15 giorni, assicurando un apporto continuo durante le fasi più delicate della maturazione.
Il mese di luglio rappresenta una finestra tecnica strategica, in questo periodo, l’olivo definisce dimensioni e struttura interna delle drupe. Un trattamento fogliare mirato, a base di fosforo e calcio, aiuta a sostenere l’ingrossamento del frutto, favorire una maturazione omogenea e rafforzare le difese della pianta. In presenza di suoli poveri o temperature elevate, questa tecnica risulta particolarmente vantaggiosa, migliorando la resa quantitativa e qualitativa in olio.
In conclusione, il fosforo si conferma un alleato silenzioso ma essenziale nella gestione dell’oliveto, anche se richiesto in quantità ridotte, la sua disponibilità nei momenti chiave, come l’ingrossamento delle drupe estivo, può determinare la riuscita della campagna.
La somministrazione fogliare, combinata con buone pratiche agronomiche, costituisce oggi una risposta concreta e versatile alle sfide dell’olivicoltura moderna.




















