La potatura di produzione dell’olivo: le buone pratiche

Importante conoscere e rispettare le esigenze della pianta
AIPO
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La potatura di produzione andrebbe iniziata quando la pianta sta finendo il riposo vegetativo, periodo compreso tra fine febbraio e marzo; momento in cui si eviterebbero partenze anzitempo dei germogli, che potrebbero subire gli effetti del freddo o ritorni di gelo.

Potature eseguite tardivamente, oltre aprile, pur non influendo sulla fisiologia della pianta, andrebbero però a sprecare sostanze di riserva, che la pianta avrebbe già movimentato verso i germogli e che, con gli eventuali tagli, andrebbero perse.

La potatura è una pratica agronomica basata su principi scientifici, serve a controllare la forma e la dimensione della pianta, favorire la sua crescita e la produzione d’olive. Scopi delle potature sono pure d’ottimizzare le condizioni per un’efficace fotosintesi clorofilliana, migliorare la penetrazione della luce solare tra i rami e la circolazione dell’aria attraverso la ventilazione della chioma.

Per raggiungere tutto questo è necessario che chi attui la potatura conosca le esigenze della pianta e applichi delle tecniche appropriate, utili a regolare l’attività vegetativa e produttiva dell’albero.

Nell’olivicoltura tradizionale la potatura di produzione è una pratica onerosa e incide molto sulla redditività dell’azienda, inoltre, in questi ultimi anni, è pure difficile trovare manodopera formata e specializzata.

I punti fondamentali di una potatura sono il contenimento delle dimensioni delle chiome, il mantenimento delle loro forme, il rinnovo delle strutture riproduttive, oltre che consentire che la luce e l’aria si diffondano in maniera ottimale, senza rischi di ombreggiamenti permanenti o ristagni di umidità.

Quando si pota una pianta, va considerato il rapporto tra la chioma e l’apparato radicale, le dimensioni delle radici sono simili a quelle della parte aerea, sovente anche più espanse secondo il tipo di terreno e l’età della pianta. Questi due apparati devono trovarsi in equilibrio, perché le sostanze che le radici mandano alla chioma devono essere trasformate dalle foglie e, una loro energica riduzione, altera questo equilibrio, perché limita la capacità di trasformare la linfa che sale dalle radici: così la pianta è stimolata a produrre di nuova vegetazione attivando le gemme latenti, che si trovano sulle branche e sul tronco, dando origine a numerosi succhioni non produttivi e limitando quelli che saranno in grado di dare frutti.

La potatura deve far concentrare l’energia della pianta nella formazione di nuovi germogli e di gemme a fiore e non sprecarla per ricostituire equilibri di vegetazione. Infatti, l’intensità di potatura, ossia la quantità di legno asportato, se è eccessiva porta a risposte vegetative elevate, che deprimono la produttività, con l’emissione di polloni e succhioni.

Vanno, così, rimossi i rami vecchi o in eccesso, potrebbero portare un ombreggiamento, stimolando la pianta a produrre nuovi rami e germogli, aumentando la capacità di fioritura e fruttificazione. Vanno così considerati secondo esperienza anche la varietà e l’età della pianta d’olivo, le disponibilità idriche, la fertilità del suolo, la lunghezza della stagione vegetativa e il carico di olive dell’annata precedente.
Per l’età, si deve intervenire il meno possibile su piante giovani, mentre su mature e in equilibrio vegeto riproduttivo si dovrebbe intervenire in modo leggero.

Su olivi che manifestano i primi sintomi di senescenza, si deve intervenire in maniera più energica in modo da stimolare il rinnovo della parte aerea. La gestione della distribuzione della luce all’interno della chioma è fondamentale per la sua influenza sui processi fotosintetici a carico delle foglie e sulla differenziazione a fiore delle gemme.

Va evitato che un eccessivo ombreggiamento della parte bassa, la zona più agevole per la raccolta e la distribuzione dei trattamenti fitosanitari, ne comporti il progressivo deperimento a favore della zona più alta della chioma esposta maggiormente alla luce. Gli orientamenti attuali indicano come condizione ottimale potature annuali a fine inverno e con intensità limitate per non togliere superficie fogliare alla pianta e favorire una maggiore emissione di rami di vigoria media.

Si potrà intervenire, eventualmente, con una potatura verde a metà estate, in agosto, ciò comporta una produzione più stabile negli anni e minori invecchiamenti delle piante.
I tagli andranno rivolti a:
A) eliminare:
– i rami e rametti secchi o con problemi fitosanitari;
– i polloni e i succhioni, che sono sterili e che difficilmente produrranno frutti;
B) lasciare
– i rami a fiore e quelli misti, che hanno un anno di età e si presentano mediamente esili e lunghi dai 25 ai 35 cm, è proprio su queste parti che fruttifica l’olivo;
– i maschioncelli rametti inseriti nella parte dorsale delle branche a frutto, hanno portamento ricadente o assurgente e sono destinati a dare origine a rami a frutto o misti, oltre che generare nuove foglie e nuovi rami.

Va eseguito un leggero sfoltimento sui rami che hanno due e più anni, che non hanno la possibilità di avere gemme di crescite, però una loro eccessiva eliminazione altererebbe l’equilibrio tra la superficie fogliare e le radici, con la conseguenza di stimolare la pianta a emettere di nuovi polloni e succhioni. Attenzione va data al punto in cui si esegue il taglio, questo dovrà sempre mantenere un germoglio apicale, che svolgerà la “funzione di cima” e di “dominanza apicale”. La “funzione di cima” ha compiti di distribuire la linfa agli organi basali e di equilibrare l’assorbimento da parte delle radici. La “dominanza apicale’’ coinvolge la gemma che sta in cima al ramo e condiziona lo sviluppo delle gemme laterali e quelle che stanno al di sotto, ritardandone o impedendone lo sviluppo. Se con la potatura togliamo la gemma apicale le altre, laterali e sottostanti, saranno in grado d’usufruire della linfa che era loro sottratta dalla “gemma apicale”. Non rispettando la “funzione di cima” e la “dominanza apicale” si arresterà la crescita in lunghezza del ramo, facilitando uno sviluppo non controllato delle ramificazioni laterali. Al contrario, se si lascia la gemma apicale, si avrà un ramo che crescerà in lunghezza, con rametti laterali che si estenderanno in misura minore.

Si raccomanda di disinfettare gli attrezzi di taglio nel passaggio tra pianta e pianta; a fine potatura, attuare un trattamento di disinfezione con prodotti rameici.

Direttore AIPO
Associazione Interregionale
Produttori Olivicoli

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Tags: Aipo, Gambin, in evidenza, potatura

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