Oliveti, ecco perché il boro è importante in pre fioritura

Una funzione cruciale nell'impollinazione per molteplici funzioni
AIPO
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Il boro è un micronutriente importante per l’olivo e, anche se abbisogna di una quantità limitata rispetto ad altri macroelementi, è, comunque, essenziale per la sua crescita e il suo sviluppo. Le esigenze di boro dell’olivo possono variare secondo diversi fattori, tra cui la varietà dell’olivo, le condizioni del terreno, il clima e le pratiche colturali.

Il boro è elemento delle pareti cellulari, è implicato in diversi processi metabolici, come il trasporto degli zuccheri, la sintesi dei fenoli, delle auxine, degli acidi nucleici, favorisce l’integrità delle membrane cellulari e la regolazione dei flussi idrici all’interno delle cellule.

Il ruolo in pre e post fioritura

Il boro ha un ruolo importante pure nelle fasi di pre e post fioritura ed è da qui che nasce l’interesse dell’olivicoltore. In queste due stadi vegetativi il boro svolge delle funzioni cruciali prima nell’impollinazione poi nello sviluppo dei boccioli pollinici, che sono importanti per ottenere buone produzioni.

Il boro è, infatti, implicato:
1. nella sintesi e nella struttura di granuli pollinici, che sono essenziali per una buona fecondazione;
2. nel mantenere la vivibilità del polline, cioè la sua capacità di germinare e fecondare l’ovulo, senza un suo adeguato apporto, il polline potrebbe essere meno fertile o addirittura non funzionare correttamente;
3. nel processo d’impollinazione contribuisce a trattenere il polline sui pistilli, favorendo il contatto tra il polline e gli ovuli e facilitando così la fecondazione;
4. dopo che il polline si è depositato sullo stigma, si forma un tubo pollinico che cresce attraverso lo stilo fino all’ovulo e qui il boro è coinvolto nella crescita e nello sviluppo di questo tubo pollinico, assicurando che possa raggiungere correttamente l’ovulo per la fecondazione;
5. a fecondazione avvenuta e nella successiva fase di allegagione il boro è coinvolto nella sintesi di componenti delle pareti cellulari che formano la struttura della piccola oliva nella prima fase del suo sviluppo.

Il boro si trova nel suolo in concentrazioni che vanno da 20 a 200 mg per Kg asciutto, proviene dalla scomposizione di sostanze organiche e si presenta come ossi-composti, quali borati, acido borico, ossido di boro e sodio borato. La quantità di boro rilasciata dalla materia organica può variare secondo diversi fattori, come il tipo di materia organica presente, il pH del terreno e le condizioni climatiche.

Il boro una volta rilasciato dalla materia organica di partenza può nuovamente collegarsi ad altri composti organici del suolo, come gli acidi umici e gli acidi fulvici, e con essi formare complessi stabili, che aiuterebbero a prevenire perdite per dilavamento e a renderlo più disponibile per le radici dell’olivo.

Vi è però un problema: gran parte della dotazione di boro del terreno diventa non disponibile a causa del suo pH del suolo, che influisce sulla sua forma chimica e sulla sua mobilità e questo, a sua volta, influenza la sua disponibilità per le radici. In terreni con un pH neutro, intorno a 7, la disponibilità di boro è generalmente buona, è solubile abbastanza da essere accessibile per le radici delle piante. Quando il pH del terreno tende supera il livello neutro, superiore a 7 fino a circa 8, la solubilità del boro diminuisce e tende a legarsi a composti insolubili, rendendolo meno disponibile per le piante. Lo stesso avviene quando il pH si abbassa verso l’acido sino a 6.

In terreni tendenzialmente alcalini o acidi, nonostante il boro possa essere presente nel terreno, non è facilmente accessibile per le radici, perché si lega con altre particelle presenti nel suolo, come l’ossido di ferro e d’alluminio, o forma dei composti insolubili, poi la presenza di argille e silicati riducono ulteriormente la sua disponibilità.

La concimazione fogliare

Diventa così necessario valutare la necessità d’intervenire con fertilizzazioni a base di boro prima e dopo la fioritura, in modo da mettere le piante nelle condizioni di esprimersi al meglio. Il metodo migliore di somministrazione del boro è mediante concimazioni fogliari, che si abbina anche con azotati, in questo modo il microelemento è velocemente assorbito dalle foglie e traslocato verso gli organi fiorali. L’intervento fogliare deve avvenire almeno una decina di giorni prima della fioritura, così da dare tempo alla pianta di ridistribuire l’elemento nei tessuti. Il successivo intervento post fioritura migliorerà l’allegagione e diminuirà la cascola precoce.

Il boro è assorbito dalla pianta seguendo i processi di adsorbimento e assorbimento, l’adsorbimento coinvolge l’attrazione e l’adesione del boro alla superficie solida o liquida, non penetra all’interno ma rimane sulla sua superficie. L’assorbimento, invece, si riferisce al processo in cui il boro attraversa la superficie fogliare ed è trasportato attraverso i tessuti vascolari della pianta, come il floema, verso le diverse parti della pianta dove si lega a molecole organiche, formando complessi che svolgono ruoli importanti nella regolazione dei processi metabolici.

La concimazione fogliare deve avvenire con una soluzione contenente boro a una concentrazione non superiore allo 0,1%, circa 100 gr/hl.

Direttore AIPO
Associazione Interregionale
Produttori Olivicoli

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Tags: Aipo, boro, Enzo Gambin, in evidenza

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