Coldiretti Puglia torna a chiedere l’espianto di olivi secchi nel Salento dove 12 mila ettari sarebbero a rischio di desertificazioni ed incendi.
“Dopo 7 anni la provincia di Lecce continua a morire di burocrazia” evidenzia l’associazione che chiede un incontro urgente con l’assessore regionale all’agricoltura Donato Pentassuglia per definire la certificazione che consenta di eliminare gli ulivi secchi, senza aspettare l’esito delle istruttorie delle domande, “con l’inaccettabile paralisi amministrativa che sta facendo slittare di un altro anno la rigenerazione del territorio salentino, dopo che la Xylella ha fatto seccare 21 milioni di olivi, provocando effetti disastrosi”.
Sono ingiustificabili i ritardi sulle istruttorie delle circa 600 domande singole per l’espianto e il reimpianto degli ulivi, per cui la pubblica amministrazione deve garantire – insiste Coldiretti Puglia – il diritto di aiuto per quelle aziende presenti in graduatoria che chiedono di eliminare gli impianti olivicoli danneggiati e non più produttivi, e di eseguire le operazioni colturali utili al reimpianto, perché gli strumenti per la verifica del numero di piante di olivo danneggiate da eliminare e da ripiantare sono già in possesso della pubblica amministrazione, come le ortofoto 2019, il catasto olivicolo e le banche dati Agea.
È questa una situazione inaccettabile che fa ritardare ancora di un anno la ripresa olivicola del territorio colpito da Xylella. Infatti, l’olivo va piantumato entro il periodo primaverile e, stando così le cose, si rischia che solo una parte limitata delle imprese saranno in grado di cominciare il reimpianto degli olivi in zona infetta con i fondi messi a disposizione dal Decreto Interministeriale”.