L’olio di oliva si conferma il prodotto alimentare più controllato dopo il vino. Con risultati preziosi nel contrasto alle frodi e alle contraffazioni. È quanto emerge dal report 2024 dell’ICQRF, Ispettorato Centrale della tutela della Qualità e Repressione Frodi dei prodotti agroalimentari, vale a dire il principale organo tecnico di polizia giudiziaria contro truffe e pratiche commerciali sleali. Un lungo e dettagliato rapporto, che testimonia l’azione di controllo su vasta scala e conferma ancora una volta come l’Italia sia probabilmente il paese dove l’attenzione sul rispetto delle regole nel commercio agroalimentare sia la più elevata ed efficace.
I numeri dei controlli sull’olio
Nel corso dell’anno passato i controlli della Repressione Frodi nel settore agroalimentare sono stati 54.882, di cui 8.249, pari al 15%, hanno riguardo gli oli (424 in meno rispetto ad un anno fa). Sono stati in larga parte controlli ispettivi (7.175) rispetto a quelli analitici (1.074). Gli operatori del settore oleario controllati sono stati 4.559, (711 in meno rispetto al 2023) anche qui il 15% del totale degli operatori del settore agroalimentare che risultano pari a 28.558.
I risultati dei controlli hanno portato, sempre per il settore oleario, a 72 notizie di reato, 896 contestazioni amministrative, 76 sequestri pari a 455 mila kg di prodotto sequestrato per un controvalore di oltre 4 milioni. Tra le contestazioni amministrative contestate ve ne sono di ogni tipo: tra le più rilevanti obblighi pecuniari non rispettati, violazioni sulle norme di etichettatura e sugli obblighi di registro e, ovviamente, sull’usurpazione, evocazione ed imitazione di prodotti ad indicazione geografica. Anche sotto il profilo dei risultati dei controlli, il settore olio si pone subito dietro a quello del vino.
Le violazioni principali
L’ICQRF ha ricordato anche le principali azioni di contrasto messe a segno in giro per l’Italia. Eccole in sintesi
Febbraio – In Veneto, nel corso di controlli congiunti con la Guardia di Finanza in due stabilimenti, verificati ammanchi di olio superiori a complessivi 72.000 kg rispetto alle giacenze contabili registrate sui registri telematici.
Giugno – Accertato in Umbria un illecito commercio, quasi esclusivamente al di fuori del territorio nazionale, di olio di origine comunitaria spacciato come italiano nonché la vendita di oliva miscele di oli di semi e oli vergini di oliva di incerta provenienza come olio extra vergine di oliva italiano.
Luglio – In rinomate località marine della Toscana, bloccato, anche con le indagini svolte al di fuori del territorio regionale, il commercio fraudolento di olio extra vergine di oliva risultato invece miscele di oli di oliva semi con oli di sansa o colorati con clorofilla e piccole aggiunte di olio vergine di oliva.
Ottobre – In Puglia, provincia di Bari, con azione congiunta con la Guardia di Finanza, sequestro di circa 340.000 kg di olio vergine di oliva da agricoltura biologica non registrato sul registro telematico, per un valore complessivo di circa € 3.000.000.
Ottobre – A seguito di segnalazione dell’Autorità francese, sequestrati in Campania 8.000 litri di olio venduto come extravergine di oliva che alle analisi è risultato addizionato con semi di girasole e con coloranti clorofilla e betacarotene.
Dicembre – In affiancamento con la Guardia di Finanza, in Liguria, presso un’azienda agrituristica ligure scoperta una frode in commercio per la vendita di 18.000 l di olio di oliva comunitario come olio italiano “taggiasco”. L’indagine ha portato alla luce anche la vendita in nero di olio d’oliva per una cifra di 230mila euro.
Va aggiunto che, nel corso dell’intero anno 2024, nel Lazio, più precisamente in provincia di Roma, sono stati sequestrati circa 100.00 l di olio di oliva destinato alla ristorazione risultato irregolare all’analisi.