L’ufficio economico di Aipo Verona – nostro partner per le quotazioni settimanali – l’aveva indicata come data spartiacque per avere corrette indicazioni proprio sulle quotazioni di medio termine dell’olio di oliva che influiranno su tutti i mercati esteri. Era quella del 3 ottobre, giorno in cui sono state diffuse le stime della campagna 2022-2023 in Andalusia, il cuore dell’olivicoltura spagnola e mondiale (1,6 milioni di ettari dedicati alla coltivazione dell’olivo, pari al 61% del totale nazionale e al 32% dell’Europa).
Ebbene sono stime decisamente impietose per l’economia del paese iberico: saranno molite circa 3 milioni di tonnellate di olive che daranno 587 mila tonnellate di olio. Una produzione praticamente dimezzata (per l’esattezza un -49%) rispetto a quella dello scorso anno.
Nel presentare le stime Carmen Crespo, assessore all’agricoltura dell’Andalusia ha comunque garantito che ai mercati saranno assicurate un milione di tonnellate di olio di oliva, ovviamente facendo ricorso a tutte le scorte della precedente campagna.
Come influiranno questi dati sui mercati, si vedrà nelle prossime settimane. Di certo per il paese spagnolo cambiamenti climatici (temperature medie di 29°) e siccità (-25% delle precipitazioni) hanno avuto pesanti conseguente sotto il profilo economico, tenuto conto sia del volume di affari che il settore garantisce – 3,5 miliardi di euro nel 2021 – sia dei posti di lavoro (16 milioni di occupati tra raccolta e lavori in campo). E proprio sugli aspetti economici si è soffermato l’amministratore andaluso che ha sottolineato come “al momento il prezzo per l’olio da olive è giusto, ma i costi di produzione sono eccessivamente alti”.
Moratoria sugli eco-regimi della Pac e una nuova politica idrica le scelte future su cui incidere.
Campagna 2022, sono stime impietose in Andalusia
Si attende una produzione dimezzata nel cuore dell'olivicoltura
Economia
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