L’agricoltura ha un forte impatto sull’ambiente: è il quinto settore per emissioni di gas clima-alteranti e contribuisce per circa un 10% al totale delle emissioni; pertanto è sempre più consigliabile l’adozione di soluzioni eco-compatibili che alleggeriscano l’impatto dell’agricoltura sull’inquinamento. L’uso della zeolite si adatta a questo obiettivo grazie alle sue caratteristiche ecocompatibili.
In Emilia Romagna, dove negli ultimi anni si è assistito ad un’espansione dell’olivicoltura, sono state condotte sperimentazioni relative all’utilizzo delle zeoliti in olivicoltura. I suoi effetti sono stati studiati come ammendante del suolo, nei substrati radicanti per migliorare lo sviluppo radicale delle talee e come trattamento fogliare per il controllo della mosca dell’olivo (Bactrocera oleae).
Nel settore vivaistico è stato sperimentato l’utilizzo della zeolite per aumentare le prestazioni di radicazione di talee semilegnose: nelle prime fasi della radicazione la presenza di zeolite in aggiunta alla perlite ha determinato un aumento della percentuale di radicazione e un maggiore sviluppo dell’apparato radicale. Inoltre nelle fasi successive di primo e secondo invaso, l’aggiunta di zeolite al substrato ha permesso di ridurre le quantità di acqua di irrigazione.
L’uso della zeolite come ammendante del suolo è stato studiato in tre diversi oliveti dell’Emilia Romagna per tre anni consecutivi. I risultati hanno mostrato che la zeolite, aggiunta in fase di messa dimora delle piante, ha consentito una riduzione del 50% delle quantità di fertilizzanti tradizionali senza alterare le performance di crescita delle piante.
La zeolite è una valida alternativa all’uso dei fitofarmaci per il controllo della mosca dell’olivo; infatti l’efficacia dell’applicazione fogliare di zeolite micronizzata per il controllo della mosca dell’olivo è stata confrontata sia con applicazioni a base di Spinosad che con applicazioni a base di caolino. La zeolite ha mostrato la stessa efficacia degli altri prodotti testati nel controllo dell’infestazione, senza modificare i parametri ecofisiologici quali fotosintesi, traspirazione e conduttanza stomatica.
Le proprietà intrinseche della zeolite di elevata capacità di scambio cationico, di trattenere e rilasciare lentamente l’acqua e di ricopertura meccanica degli organi della pianta possono essere utilizzate in maniera proficua in diverse fasi della filiera olivicola, rendendo cosi queste fasi più sostenibili da un punto di vista ambientale.
Bibliografia: Annalisa Rotondi, Lucia Morrone, Matteo Mari – Istituto per la BioEconomia -CNR, Bologna
(V Convegno Nazionale dell’Olivo e dell’Olio – Alghero)