Da ormai un decennio, in molte aree olivicole accade il fenomeno di anomale cascole verdi di olive. Questa manifestazione di abscissione, iniziata a manifestarsi per la prima volta negli areali più a nord, è diventata patologica e ha interessato, gradualmente, altre zone olivicole italiane, con livelli di gravità non sempre uguali, presentandosi non in tutte le annate.
Questo 2023 sta mostrando una cascola preoccupante in alcune aziende, con perdite di olive che raggiungono e superano il 60%.
Solitamente la cascola ha inizio poco dopo l’allegagione e si protrae sino all’indurimento del nocciolo, poi si ferma.
I sintomi si manifestano già con olive di dimensioni poco superiori al grano di pepe: nella parte basale inizia una prima leggera perdita di colore, che gradualmente imbrunisce, si creano delle depressioni grinzose nella polpa, che raggiungono la metà della drupa, lasciando la parte superiore verde e turgida.
Nello stesso tempo, il picciolo, poco sotto il suo attacco con il ramo, perde colore: dal verde vira al giallognolo, si restringe al centro, perdendo di voluminosità. e si attua una sua sezione, si evidenziano imbrunimenti nei vasi linfatici. Il tessuto della polpa sottostante il picciolo, nell’area calicina, pur rimando verde, assume consistenza spugnosa, formando un affossamento dei tessuti.
L’oliva può diventare tutta nera o mantenere la parte superiore turgida e verde; può cadere, magari favorita da una pioggia o dal vento, o rimanere sull’albero, o staccarsi poco prima dell’epoca d’indurimento del nocciolo. Negli anni sono stati attuati studi e ricerche, che hanno portato a valutare più cause, come la presenza di patogeni fungini o l’azione dannosa della Cimice asiatica. L’Università degli Studi di Padova ha individuato come causa parassitaria la specie fungina Botryosphaeria dothiodea, eventualmente unita e aggravata da un altro parassita fungino, il Diplodia olivarum, appartenente alle Botryosphaeriaceae. Altri Istituti di ricerca hanno identificato anche altri patogeni fungini, come il Nothophoma quercina e il Colletotrichum gloeosporioides, più conosciuto come Lebbra dell’oliva.
Questi funghi patogeni sono considerati opportunisti, perché aggrediscono piante già sottoposte a stress e con poca capacità di difesa. Sono noti pure per causare deperimenti a carico degli organi legnosi, con comparsa di cancri rameali, come pure di provocare la caduta precoce di olive.
Per quanto riguarda l’azione dannosa della Cimice asiatica sembra che sia collegata alla sua attività di alimentazione, che è attuata con un apparato boccale pungente e succhiante e dotata di un lungo rostro, che l’insetto inserirebbe nell’oliva, lo approfondirebbe nella polpa, sino a raggiungere i tegumenti ancora teneri del nocciolo. Quest’attività trofica causerebbe delle alterazioni dei tessuti, infatti, sezionando l’oliva, parte dei tessuti della polpa presentano grumi annerimenti.
Le cause della cascola verde delle olive non sono, comunque, ancora ben chiarite, probabilmente sono collegate a più fattori, come l’azione di patogeni fungini, con il concorso d’insetti come la Cimice asiatica e non si escludi di altri ancora, come la Cecidomia. L’azione pungente e succhiante di questi insetti potrebbe ben rappresentare un fattore che predisponente ad infezioni fungine. La Cimice asiatica, come pure altri insetti, potrebbe essere anche vettore d’inoculo di patogeni fungini, considerando la possibilità che s’imbratti d’inoculi fungini, che poi trasferirebbe all’oliva. In questo, anche se non ha valore scientifico, è stato osservato che vi è stato una concomitanza di tempo tra l’insediamento della Cimice asiatica e la comparsa dell’anomala cascola verde delle olive.
Strategie di difesa
Per limitare i danni dell’anomala cascola è necessario intervenire per tempo, con un piano d’interventi fitosanitari, così da ridurre gradualmente ma significativamente il potenziale inoculo di funghi patogeni.
L’Università degli Studi di Padova ha consigliato questo calendario di trattamenti:
1. alla ripresa vegetativa attuare un intervento con prodotti a base di Dodina, alle dosi indicate in etichetta contro l’Occhio di pavone e Lebbra delle olive;
2. in pre fioriture altro intervento con Tebuconazolo + Trifloxystrobin, sempre alle dosi indicate in etichetta contro l’Occhio di pavone e Lebbra delle olive;
3. ad allegagione avvenuta eseguire un intervento con Difenoconazolo;
4. al primo ingrossamento delle olive ripetere l’intervento sempre con Difenoconazolo, come indicato in etichetta contro l’Occhio di pavone.
Da valutare la possibilità che il fungo o i funghi patogeni coinvolti permangano sugli olivi o sulle drupe infette cadute a terra, potendo conservarsi sino alla stagione successiva. È da considerare pure che l’aumento delle temperature che si sono avute in questi ultimi anni potrebbero aver reso questi funghi, che sino a qualche anno fa erano poco considerati, come emergenti e più insidiosi. Per quanto riguarda il contenimento della Cimice asiatica, se necessario, vanno utilizzati prodotti a base di Acetamiprid.
Direttore AIPO
Associazione Interregionale
Produttori Olivicoli