Affrontare la mosca in vista della raccolta delle olive

Importante il monitoraggio e, se del caso, l'uso di insetticidi con tempi brevi di carenza
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Campagna olearia in pieno svolgimento, ma possiamo dire che il grosso delle olive, specialmente al sud, ancora deve essere raccolto. Intanto, però, il clima di questi giorni, con abbondanti piogge ed elevata umidità, sta portando alla ribalta il problema della mosca dell’olivo che sembrava potesse essere messo in secondo piano quest’anno dopo il torrido clima estivo che ne aveva impedito la diffusione. Come affrontare, dunque, la mosca quando si è ormai in prossimità della raccolta? Lo abbiamo chiesto al direttore dell’Associazione Interregionale Porduttori Olivicoli, Enzo Gambin, nostro prezioso punto di riferimento agronomico in materia olivicola-olearia.

Direttore, la raccolta è in pieno svolgimento, ma molti oliveti sono ancora da lavorare e giungono notizie di infestazioni di mosca in diversi areali. Come intervenire?
“Il mese di ottobre è da sempre molto delicato per la mosca delle olive, con temperature e umidità che stanno lì a favorire l’infestazione. Chi andrà a raccogliere da qui in avanti, oppure comincerà direttamente a novembre potrebbe tra l’altro trovarsi in oliveto infestazioni ora non presenti. Va dunque effettuato un attento monitoraggio e, laddove necessario, intervenire con prodotti fitosanitari”.

Cosa utilizzare in questo momento particolare?
“Partiamo dal presupposto che abbiamo una raccolta delle olive che non permette tempi di carenza molto lunghi e non dobbiamo portare prodotti negli oliveti che potrebbero dare dei residui sull’olio. Dunque, per le produzioni in convenzionale ci sentiamo di consigliare la deltametrina che ha una elevata azione abbattente e 7 giorni di tempo di carenza, per il biologico lo spinosad o l’olio essenziale di arancio, il piretro o la beauvoeria bassiana che sono insetticidi naturali. Questi, ovviamente, possono essere usato anche per il convenzionale. Come attività di contrasto antideponenti, infine, il distillato di legno è la migliore soluzione in questo momento, dal momento che può essere utilizzato anche il giorno prima della raccolta senza dare alcun problema né alle olive, né all’olio”.

 

Sistemata la mosca e proceduto alla raccolta, la domanda che si pone l’olivicoltore è sempre la stessa. Quanto mi renderà?
“I cambiamenti climatici stanno modificando le modalità di calcolo in laboratorio delle rese. Non è facile quest’anno fare previsioni puntuali sulla base dei contenuti in grasso presenti nelle olive, proprio perché il mutevole variare del clima porta a valutazioni sempre diverse. Valgono dunque i dati che stiamo registrando nei frantoi e che per il nord Italia registrano rese variabili dall’8 al 10,5%, mentre per il centro e per il sud si va dall’11 al 16%. Sottolineando però un particolare…”

Vale a dire?
“Alcuni associati ci hanno chiesto di identificare correttamente la resa in olio, visto che portano le olive in frantoio che vengono pesate in chilogrammi e viene loro restituita una quantità in litri. Dunque per chiarezza: abbiamo ipotizzato un olivicoltore che porti in frantoio 200 chili di olive e il frantoiano gli dà di ritorno 27 litri di olio. Sappiamo che la densità dell’olio è pari a 0,916, perciò un litro di olio è uguale a 0,916 chilogrammi. In questo caso basta moltiplicare i litri in olio per 0.916 e otterremo che il nostro olivicoltore porta a casa 24,7 chili di olio che, se divisi per i 200 chili di olive con cui si è presentato in frantoio, gli danno una resa del 12,3”.

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Tags: Enzo Gambin, in evidenza, mosca olive

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