Olio di oliva, la crescente attenzione alla certificazione Sqnpi

Difesa integrata e maggiore sostenibilità a beneficio del produttore e del consumatore
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Il tema delle certificazioni dell’olio extravergine di oliva è sempre d’attualità. Specialmente ora che le cisterne sono piene di olio nuovo e vi è un legittimo interesse a valorizzarlo sotto il profilo economico, richiamando gli aspetti ed i valori principali che un prodotto certificato riesce a garantire ai consumatori. Ne parliamo con Daniele Converso, agronomo di Assoprol Umbria, che segue da vicino questi temi.

Daniele Converso

Dott. Converso, abbiamo diverse certificazioni in campo alimentare: vogliamo fare il punto su quello che riguarda il tema delle certificazioni dell’olio?
“Oggi i consumatori ricercano sempre più le certificazioni dei prodotti agroalimentari, soprattutto nel settore dell’olio extravergine d’oliva. Abbiamo diverse certificazioni come quelle a indicazione d’origine come le IGP e le DOP, certificazioni legate al territorio. Con la DOP vi è un legame molto più stretto naturalmente, visto che tutte le fasi devono avvenire nel territorio d’origine. Poi abbiamo la certificazione biologica, collegata alla conduzione dell’oliveto senza input chimici ma di sola origine organica. Abbiamo anche l’Sqnpi (Sistema di Qualità nazionale della produzione integrata) uno schema di certificazione che prevede una agricoltura più sostenibile con la riduzione degli input chimici al minimo attraverso attenti monitoraggi. Le certificazioni nel mondo dell’olio sono importanti sia per i consumatori a cui offrono naturalmente più garanzie, ma anche per il produttore per vendere e fidelizzare il consumatore. Le certificazioni in campo alimentare e dunque anche nel mondo dell’olio sono un maggior costo ed impegno per l’azienda, ma si crea più valore oltre ad un prodotto più sostenibile. Le aziende per seguire il percorso dell’Sqnpi devono seguire un percorso annuale con certificazione volontaria”.

Che cos’è quest’ultima, visto che è quella meno diffusa finora?
“I prodotti certificati Sqnpi sono ottenuti attraverso dei disciplinari di difesa integrata, mirati a valorizzare le produzioni di qualità. Parliamo di una sinergia tra pratiche agronomiche e il minor uso di input chimici. Pratiche agronomiche preventive con attenti controlli per ridurre al minimo la chimica nel ruolo della difesa e della coltivazione. Così si garantisce un minor impatto ambientale. C’è una particolare attenzione al prodotto, che prevede ottimi risultati sia per quanto riguarda la sicurezza alimentare sia per quanto riguarda la sostenibilità dell’intero processo. La certificazione di produzione integrata (Sqnpi) prevede controlli per tutto il processo produttivo. Attraverso il logo si trasmette un messaggio forte. L’ape rappresenta totalmente l’importanza della sostenibilità che mette in collegamento in maniera riconoscibile e semplice il consumatore e il produttore e lo vedremo sempre più sia in campo alimentare che nel mondo degli oli di qualità”.

Quali prospettive per questa certificazione in campo olivicolo da parte dei produttori e qual è l’occhio dei consumatori?
“Rispetto alle altre due prima citate come le certificazioni a carattere geografico e la biologica, la certificazione Sqnpi ancora non ha sviluppato una grande produzione, a fronte di un forte interesse da parte delle aziende come quelle olivicole. Infatti, rappresenta un ottimo marchio di qualità, sia per il produttore che per il consumatore. Per il produttore, perché offre all’azienda la possibilità di utilizzare diverse strategie di lotta e coltivazione in maniera controllata e quindi sostenibile per l’ambiente e offrire un prodotto di qualità. Per i consumatori, invece si intravede una fiducia nel marchio che offre sicurezza alimentare e qualità. Queste attività di promozione dell’intervento SRG 10 mirano a trasmettere al consumatore l’importanza delle certificazioni come questa della produzione integrata”.

Differenze con il bio? Con Sqnpi non solo alimento, ma anche attenzione per l’uomo, giusto?
“Nel bio vi è assoluto divieto di utilizzo di prodotti chimici, mentre per l’Sqnpi vengono limitati al massimo grazie alle sinergie delle pratiche agronomiche, monitorando e controllando di tutte le fasi produttive. Grazie all’adesione a questa certificazione, oltre a migliorare qualità e sostenibilità, si riscontra un miglioramento di professionalità e sicurezza dei lavoratori di filiera, oltre alla sicurezza alimentare coadiuvata da una attenta tracciabilità”.

Le attività fanno parte del progetto CSR per l’Umbria 2023-2027, intervento SRG10

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Tags: Assoprol, certificazione Sqnpi, Daniele Converso, in evidenza

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