L’oleaceina è un composto fenolico che deriva dalla trasformazione dell’oleuropeina, un glucoside che appartiene alla famiglia dei secoiridoidi, presente in tutte le parti dell’olivo, ma in concentrazioni maggiori nelle olive giovani e nelle foglie.
Durante l’estrazione dell’olio, in particolare la gramolatura, l’oleuropeina subisce la deglicosilazione e la demetilazione enzimatica, trasformazioni biochimiche che portano alla formazione dell’oleaceina.
Chimicamente l’oleaceina è la forma dialdeidica dell’acido decarbossi-metil-elenolico legato all’idrossitirosolo, noto anche come 3,4-DHPEA-EDA, che in certe condizioni possono separarsi i due componenti: l’idrossitirosolo e l’acido elenolico.
L’oleaceina è un estere dell’idrossitirosolo ma, a differenza di questo, che è idrosolubile, essa è anfipatica (o anfifilica), cioè si scioglie sia in acqua che nei grassi.
Grazie alla proprietà anfipatica ed antiossidante, può integrarsi nelle lipoproteine ematiche a bassa densità (LDL), offrendo, una volta incorporata, uno scudo protettivo contro l’ossidazione (LDLox), contrastando la formazione della placca arteriosa.

Hansen ha attribuito, a questo secoiridoide, il termine “oleaceina”, come derivato da “Olea”, in riferimento alla pianta, “ACE”, all’azione biologica sull’Enzima di Conversione dell’Angiotensina I ed “INA” da inibitore.
Le principali azioni farmacologiche degli ACE-inibitori (compresi i farmaci) sono la vasodilatazione, l’aumento dell’escrezione di sodio, la diuresi e l’abbassamento della pressione arteriosa.
Inoltre i macrofagi, cellule immunitarie con il ruolo di “spazzini del corpo umano”, svolgono un ruolo fondamentale in tutte le fasi del processo infiammatorio, in risposta a stimoli esterni, quando sono attivati da endotossine microbiche o citochine infiammatorie. In questo caso aumenta l’espressione dell’enzima iNOS (Isoforma Inducibile della Nitrossido Sintasi) che produce ossido nitrico (NO) e citrullina, a partire dall’aminoacido L-arginina.
L’NO è una molecola di segnalazione con molte funzioni fisiologiche, ma, quando prodotta in quantità elevate, svolge un ruolo chiave nella patogenesi dell’infiammazione.
Pertanto, i composti con la capacità di diminuire i livelli di NO, nei macrofagi stimolati, come l’oleaceina, sono considerate molecole antiinfiammatorie.

(Ricordo che il contenuto di oleaceina nell’olio EVO è molto variabile: da 11,5 mg/kg ottenuto dalla cultivar Koroneiki e 253,9 mg/kg della varietà Coratina) (2).
Un’altra proprietà dell’oleaceina è quella di inibire il “sistema enzimatico accoppiato” delle ciclossigenasi (COX-1 e COX-2) e della 5-lipossigenasi (5-LOX).
Entrambi questi due gruppi di enzimi agiscono negli stati infiammatori, dopo che la fosfolipasi-2 (PLA-2), ha rilasciato l’acido arachidonico dagli acidi grassi dei fosfolipidi delle membrane cellulari, permettendo così l’inizio della cascata dell’acido arachidonico che porta alla formazione di molecole infiammatorie come i leucotrieni (via 5-LOX), i trombossani e le prostaglandine (via COX-1).
Quindi la 5-LOX è un enzima che sintetizza leucotrieni come mediatori dell’infiammazione, partendo dall’acido arachidonico; un’eccessiva attività di questo enzima è associata a condizioni patologiche come l’asma, l’artrite, le malattie infiammatorie intestinali ed alcune patologie croniche.
Pertanto in condizioni infiammatorie, si verifica un aumento della produzione di prostaglandine dalla via COX e dei leucotrieni dalla via 5-Lipossigenasi.
Fin poco tempo fa si conosceva solo l’azione antiinfiammatoria dell’oleocantale, altro biofenolo dell’olio, per la sua azione simile all’ibuprofene, Farmaco Antinfiammatorio non-Steroideo (FANS), entrambi capaci di inibire la ciclossigenasi COX-1.
L’oleaceina mostra un’attività inibitoria sull’enzima COX-2, ben 13 volte maggiore dell’oleocantale, nonostante la sua attività inibitoria sulla COX-1 sia inferiore di un ordine di grandezza.
I farmaci antinfiammatori non steroidei, come l’ibuprofene, normalmente provocano danni alla mucosa gastrica a causa dell’inibizione della COX-1, poiché le prostaglandine prodotte da questo enzima, nell’epitelio gastrico, agiscono come agenti citoprotettivi (3, 4).
Pertanto, si pensava che gli inibitori selettivi della COX-2 presentassero una tossicità gastrointestinale inferiore. Ma si è scoperto che questi inibitori sono responsabili di cardiotossicità e di eventi cardiovascolari perché, bloccando la via della COX-2, si altera il metabolismo, esacerbando le vie della COX-1 e 5-LOX, abbassando la prostaciclina (PGI2) che agisce come vasodilatatore, rilassando la muscolatura liscia dei vasi sanguigni e come inibitore dell’aggregazione piastrinica, prevenendo la formazione di coaguli.
Inoltre, la PGI2 svolge un ruolo anche nel sistema immunitario, con effetti prevalentemente antinfiammatori o immunosoppressivi.
È stato dimostrato che i composti, che operano su singoli bersagli molecolari, producono tossicità e attività indesiderate, mentre i composti che agiscono su più bersagli -contemporaneamente- producono un profilo curativo migliore.
Pertanto, la doppia inibizione di LOX/COX della oleaceina, è stata consigliata come un approccio desiderabile nello sviluppo di nuovi farmaci antiinfiammatori (5)
Alcuni composti, come il darbufelone e il licofelone, erano già stati progettati e utilizzati clinicamente come farmaci inibitori della doppia via COX/5-LOX; tuttavia, a causa dell’elevata tossicità e/o della limitata efficacia, non sono stati commercializzati.
Poiché è noto che i prodotti naturali sono potenzialmente più sicuri e più attivi dei composti sintetici, i composti provenienti dall’olio d’oliva possono essere potenziali molecole inibitrici dell’infiammazione.
Di conseguenza, l’oleaceina ha dimostrato di essere un farmaco a “bersaglio multiplo”, in grado di diminuire la produzione di NO da parte dei macrofagi stimolati da lipopolisaccaridi batterici e di inibire gli enzimi chiave della cascata dell’acido arachidonico, tra cui PLA-2, 5-LOX, COX-1 e COX- 2.
Inoltre, i metaboliti fisiologici dell’oleaceina, vale a dire l’idrossitirosolo ed il solfato- acetato di idrossitirosolo, mostrano proprietà antiinfiammatorie riscontrate nei sistemi cellulari; in questo modo, la metabolizzazione in vivo dell’oleaceina aumenta l’attività antiinfiammatoria.
Alcuni gruppi stanno esplorando il potenziale neuroprotettivo dell’oleaceina e questa molecola ha dimostrato un’azione agonista sul recettore TrkB, promuovendo l’espressione del fattore neurotrofico derivato dal cervello, una proteina chiave coinvolta nella neuroplasticità (6). Altri studi hanno dimostrato i potenziali effetti dell’oleaceina sulla promozione della neurogenesi e sulla mitigazione della neuroinfiammazione sia in vitro che in vivo (7).
I risultati presenti in numerosi lavori, ampliano le conoscenze sull’attività antiinfiammatoria associata ai biofenoli dell’olio d’oliva e suggeriscono importanti indizi per lo sviluppo di nuovi farmaci antiflogistici basati su questi composti naturali (8).
Bibliografia
1) Hansen K et al. Phytomedicine,1996; 2(4) 319-25.
2) Berti U. PM Active-Italia. 08/01/2022; https://active-italia.com/it/oleacein-from-italian-cultivar-coratina/
3) Arora M. et al. Life Sci. 2020, 251, 117631.
4) Jaismy Jacob P. et al. Eur. J. Pharm. Sci. 2018, 121, 356–81.
5) Macedo T. et al. J. Ethnopharmacol. 2021, 269, 113746.
6) Di Paolo Deandreis OliveOilTime, 28/06/2025
7) Wakasugi D. et al. Cell Communication and Signaling. 2024; 22, Art 309.
8) Costa V. et al. Biomedicines 2022,10 (11), 2990.















