Il presidente del Consorzio Olio Igp Sicilia conferma le stime di OlivoNews per la prossima campagna olearia dell’isola e guarda al mercato con grande fiducia sia per quantità di olio certificato che per la qualità.

“Le 35 mila tonnellate indicate dall’analisi di OlivoNews collimano con le nostre previsioni” spiega Mario Terrasi, che è anche alla guida di Oleum Sicilia, la maggiore cooperativa olivicolo-olearia dell’isola. “Stiamo assistendo ad uno sviluppo di olive a macchia di leopardo. Nell’area orientale abbiamo evidenze di zone dove Moresca, Tonda Iblea e Nocellara Etnea sono in buona quantità con altre invece dove si registra un significativo calo produttivo, anche per una importante grandinata. Vanno molto bene la Cerasuola e la Nocellara del Belice nel trapanese e nel palermitano, così così la Biancolilla nell’agrigentino. Ad ogni modo, dopo un’annata davvero difficile, possiamo immaginare di tornare a livelli più compatibili con il potenziale olivicolo siciliano”.

Lo scorso anno erano state 26 mila le tonnellate di olio registrate, dovute a forti ondate di calore ed una siccità preoccupante. Quest’anno le giornate di caldo eccessivo, prossimo ai 40 gradi, si sono contate sulle dita di una mano, mentre le piogge – seppur non in grado certamente di coprire il deficit degli invasi – sono risultate più consistenti. Resta il rammarico di una ridotta allegagione rispetto alla ricchissima fioritura: un fenomeno, quello della mancata allegagione, anche difficile da spiegare tenuto conto, come ricorda Terrasi, che non si sono registrate né giornate di scirocco né di freddo.
Di certo, ad oggi la mosca non desta particolari preoccupazioni e tutto lascia prevedere che, a livello di qualità, il fruttato delle cultivar siciliane dovrebbe emergere in tutto il proprio potenziale.

Con i dazi americani al 15% – rispetto al 10 prima della nuova era Trump – la risposta del mercato a stelle e strisce non preoccupa. “Ma il nostro Igp non ha come destinazione esclusivamente gli Stati Uniti – chiarisce Terrasi – perché siamo forti anche in Europa e stiamo conquistando nuove fette di mercato anche nell’est asiatico, a cominciare da Giappone e Cina”.
Dunque, aspettative molto positive, confidando che il meteo di queste settimane che rimangono prima della raccolta sia il più favorevole possibile per innalzare ulteriormente l’asticella di quantità e qualità.



















