Funghi e batteri in oliveto, pesante il bilancio fitosanitario 2025

Occhio di pavone, piombatura, lebbra e rogna dell'olivo hanno registrato un incremento preoccupante. I consigli su sostanze attive e strategie di contrasto
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Dopo aver analizzato la pressione esercitata dagli insetti nocivi, il bilancio fitosanitario del 2025 si completa con le patologie crittogamiche e batteriche, la cui incidenza è stata amplificata da un anno di transizione climatica.

Le anomalie meteorologiche registrate, alternanza tra siccità prolungate e improvvisi innalzamenti dell’umidità relativa, accompagnati da sbalzi termici repentini, hanno reso evidente come il sistema produttivo sia entrato in una nuova fase di vulnerabilità. Non si tratta più di eventi isolati, ma di un vero e proprio cambio di modello climatico, che ha inciso in modo concreto sulla fisiologia dell’olivo e sulla dinamica dei patogeni. Gli oliveti hanno subito condizioni microclimatiche favorevoli a cicli infettivi multipli e ravvicinati, con una sovrapposizione di sindromi fungine e batteriche.

Parassiti fungini

Occhio di pavone (Spilocaea oleagina)
Il 2025 ha registrato una recrudescenza precoce dell’occhio di pavone, favorita da piogge primaverili e temperature miti. In Veneto, Toscana e Marche si sono osservati casi di filloptosi marcata, che hanno richiesto trattamenti rameici ravvicinati. La comparsa di cicli infettivi in periodi insoliti conferma una stagionalità alterata, coerente con il nuovo assetto climatico. La ridotta persistenza dei trattamenti ha sollevato interrogativi sulla resistenza del patogeno.

Piombatura (Mycocentrospora cladosporioides o Cercospora cladosporioides)
La piombatura ha mostrato una diffusione discontinua ma significativa, con focolai localizzati in areali caratterizzati da elevata umidità relativa e scarsa ventilazione. Le condizioni microclimatiche instabili, con alternanza tra giornate secche e improvvisi innalzamenti dell’umidità, hanno favorito l’insorgenza di infezioni fogliari, soprattutto nei mesi di maggio e settembre. In più oliveti si è osservata una sovrapposizione sintomatica con altre patologie fogliari, complicando la diagnosi e ritardando l’intervento. La persistenza del patogeno su residui vegetali e la sua capacità di attivarsi in condizioni subottimali impongono una revisione delle strategie di contenimento, con maggiore attenzione alla gestione agronomica del suolo e alla circolazione dell’aria nella chioma. L’efficacia dei trattamenti rameici è risultata variabile, con necessità di interventi ripetuti nei casi di forte pressione.

Lebbra dell’olivo (Colletotrichum spp.)
La lebbra ha mostrato nel 2025 un incremento preoccupante. La compresenza di frutti lesi dalla mosca e le precipitazioni settembrine ha favorito lo sviluppo epidemico del patogeno. Il fattore critico in quest’annata è stato l’intervento fitosanitario tardivo, eseguito quando i sintomi erano già visibili (settembre). In queste condizioni, il fungo era già penetrato nel mesocarpo, rendendo i trattamenti di copertura pressoché inutili.

Verticilliosi (Verticillium dahliae)
La verticilliosi ha continuato a rappresentare una minaccia soprattutto negli impianti giovani o stressati. Nel 2025 sono stati segnalati focolai in diversi areali, spesso legati a suoli pesanti. Il disseccamento settoriale e gli imbrunimenti vascolari hanno confermato la difficoltà di contenimento. L’applicazione di Trichoderma hanno mostrato una riduzione dei sintomi del 15-20% nei nuovi impianti.

Cancri corticali e disseccamenti rameali (Botryosphaeriaceae)
Il complesso delle Botryosphaeriaceae ha mantenuto una presenza significativa, con aggressività accentuata in piante sottoposte a stress idrico, potature errate o carenze nutrizionali. Le lesioni corticali hanno spesso rappresentato la porta d’ingresso per ulteriori patogeni. La compresenza con Colletotrichum spp. ha generato quadri complessi, rendendo difficile distinguere l’agente primario. Un ulteriore elemento critico del 2025 è stato la diagnosi differenziale, spesso complicata dalla sovrapposizione sintomatologica con altre patologie rameali. In molti casi si è reso necessario ricorrere ad analisi di laboratorio (isolamenti colturali e tecniche molecolari) per identificare con precisione l’agente responsabile, condizione indispensabile per impostare strategie di contenimento mirate. Questo aspetto conferma la necessità di rafforzare la rete diagnostica e di investire in strumenti di supporto tecnico per gli operatori.

Marciumi radicali e del colletto (Phytophthora spp.)
I marciumi radicali e del colletto hanno rappresentato una delle criticità più insidiose, colpendo soprattutto gli oliveti impiantati su terreni compatti o caratterizzati da drenaggio insufficiente. La gestione irrigua, in particolare quella a goccia, ha mostrato vulnerabilità quando non calibrata correttamente, con turni troppo ravvicinati o volumi eccessivi hanno favorito ristagni idrici e condizioni ipossiche, predisponendo le radici all’infezione. I sintomi osservati, deperimento progressivo, ingiallimenti fogliari e ridotta capacità vegetativa nelle fasi calde dell’estate, hanno confermato la difficoltà di diagnosi precoce, poiché spesso confusi con stress abiotici o carenze nutrizionali.

Rogna dell’olivo (Pseudomonas savastanoi)
La rogna ha mostrato un andamento in crescita, favorita da condizioni primaverili umide e miti e da ferite causate da insetti come Bactrocera oleae e Halyomorpha halys. I tubercoli diffusi su rami e branche hanno rallentato la circolazione linfatica, predisponendo la pianta a ulteriori infezioni fungine. Eventi meteorici, grandine, vento forte e danni da insetti hanno rappresentato le principali vie di ingresso del patogeno, la rapidità di intervento post-trauma, entro 48 ore, è risultata determinante. I trattamenti rameici, pur rimanendo la base della difesa, hanno mostrato limiti di persistenza e necessità di alternanza con strategie biologiche per ridurre il rischio di accumulo e resistenza.

Patologia Criticità 2025 Sostanze Attive Note Strategiche 2025
Occhio di Pavone Recrudescenza precoce, stagionalità alterata. Sali di Rame (Idrossido, Ossicloruro, Poltiglia), Dodina, Tebuconazolo, Trifloxystrobin. Necessità di alternanza per evitare resistenze e gestire il dilavamento.
Piombatura Defogliazione in areali umidi; diagnosi difficile. Sali di Rame, Trifloxystrobin. Gestione agronomica: potatura per favorire l’arieggiamento.
Lebbra (Antracnosi) Forte interazione con Mosca; danni alla qualità dell’olio. Sali di Rame, Pyraclostrobin, Bacillus subtilis (ceppo QST 713). Trattamenti chiave in pre-fioritura e invaiatura (agosto/settembre).
Verticilliosi Focolai su nuovi impianti e stress idrici. Nessuna sostanza curativa ammessa. Uso di microrganismi (Trichoderma). Focus su prevenzione: materiale vivaistico certificato e gestione suolo.
Botryosphaeriaceae Cancri e disseccamenti su piante stressate. Sali di Rame, Pyraclostrobin, Boscalid (laddove ammesso). Potatura di rimonta e protezione immediata dei tagli.
Marciumi Radicali Legati a ristagni idrici e irrigazione mal gestita. Fosfonato di potassio (se ammesso), Trichoderma spp. Miglioramento del drenaggio e monitoraggio impianti a goccia.
Rogna Ferite da grandine e insetti; diffusione epidemica. Sali di Rame, Bacillus subtilis. Fondamentale la disinfezione post-trauma entro 48 ore.

Considerazioni finali
Il 2025 si è distinto per l’intensità fitosanitaria, con un’interazione costante tra stress abiotici, pressione entomologica e attività patogena.
Per rendere operativo il bilancio, si propone una sintesi delle principali patologie, delle criticità emerse nel 2025 e delle sostanze attive impiegate, con note di gestione agronomica.

Direttore AIPO
Associazione Interregionale
Produttori Olivicoli

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Tags: in evidenza, Lebbra dell'olivo, Occhio di pavone, oliveto, olivicoltura, piombatura dell'olivo, Rogna dell'olivo

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