Caduta invernale di foglie negli oliveti: cause e strategie di gestione

Gli stress termici, idrici e nutrizionali sono alla base del fenomeno
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Anche in questo gennaio 2025, il fenomeno della caduta invernale delle foglie negli oliveti si ripresenta, sollevando le preoccupazioni tra gli olivicoltori. La caduta delle foglie è un processo fisiologico naturale per molte specie vegetali, inclusa l’olivo (Olea europea), che è una pianta sempreverde.

Quando le foglie dei sempreverdi invecchiano, possono accumulare sostanze di rifiuto e perdere efficienza nel processo di fotosintesi. Alcuni dei principali composti che possono accumularsi includono un eccesso di sali minerali, che possono interferire con la capacità della foglia di assorbire acqua e nutrienti, e metalli pesanti, come zinco, rame e piombo, che possono diventare tossici per la foglia. Durante la fotosintesi e la respirazione cellulare, inoltre, si formano prodotti di ossidazione chiamati specie reattive dell’ossigeno (ROS). Questi possono danneggiare le cellule della foglia o diminuirne l’efficienza; perciò, l’albero le elimina e le sostituisce con foglie nuove e più efficienti. Nonostante la loro potenziale tossicità, i ROS svolgono anche ruoli essenziali nel segnalare le cellule e difenderle contro patogeni. Per la pianta diventa così importante mantenere un equilibrio tra la produzione di ROS e la loro neutralizzazione tramite antiossidanti per garantire la salute cellulare.

Un evento anomalo e complesso

In condizioni normali, la caduta delle foglie avviene in determinati periodi dell’anno ed è associata al naturale ciclo biologico della pianta, è per l’olivo tra la fine di maggio e luglio. La caduta anomala delle foglie durante l’inverno rappresenta così un evento anomalo e complesso, spesso indicativo di stress ambientale, fisiologico o patologico.

L’olivo ha un ciclo fogliare di circa due o tre anni: durante questo periodo, le foglie più vecchie sono progressivamente sostituite da nuove foglie. Questo processo è regolato da cambiamenti ormonali che influenzano l’efficienza fotosintetica delle foglie più mature, riducendone l’efficacia man mano che invecchiano. Questa sostituzione graduale permette all’olivo di mantenere un bilancio energetico ottimale e di continuare a fotosintetizzare efficacemente.

La reazione della pianta

La pianta d’olivo, come tutte le piante, prima di far cadere una foglia, richiama la clorofilla per recuperare preziosi nutrienti e risorse. La clorofilla è un pigmento vitale per la fotosintesi e contiene elementi importanti come l’azoto e il magnesio. Prima che la foglia cada, la pianta decompone la clorofilla in composti più semplici, che vengono traslocati ad altre parti della pianta dove possono essere riutilizzati.

Questo processo, noto come riciclaggio dei nutrienti, aiuta la pianta a conservare risorse preziose, soprattutto in periodi di stress o scarsità di nutrienti. È un modo ingegnoso per la pianta di assicurarsi che nulla vada sprecato, mantenendo la salute e la vitalità dell’intera pianta. Osserviamo questo fenomeno quando la foglia gradualmente ingiallisce.

Le cause: gli sbalzi termici

Quando la caduta avviene in modo massiccio durante i mesi invernali, ciò può essere attribuito a una serie di fattori ambientali e fisiologici che alterano il normale equilibrio della pianta. Le anomalie climatiche sono tra le principali cause del fenomeno, ma non si escludono cause da carenze nutritive. L’incremento della frequenza di eventi estremi, come temperature insolitamente miti seguite da gelate improvvise, ha un forte impatto sulla fisiologia dell’olivo.

Gli sbalzi termici, ovvero i cambiamenti improvvisi di temperatura, possono causare stress nelle piante di olivo, che influiscono negativamente su due aspetti importanti: il primo è la produzione di ormoni, come le gibberelline e le auxine, che regolano molte delle loro funzioni vitali come la crescita, la fioritura e la resistenza alle malattie.
Quando ci sono sbalzi di temperatura, come in questi inverni caratterizzati da cambiamenti climatici, la pianta può avere difficoltà a mantenere un equilibrio ormonale adeguato, che può causare problemi come l’ingiallimento delle foglie o la caduta prematura delle stesse. Questi sbalzi termici possono indebolire i tessuti che tengono unito il picciolo al ramo, creando punti di rottura più deboli. Di conseguenza, le foglie possono cadere anche se non è il momento giusto. In altre parole, gli sbalzi termici “confondono” la pianta, causando problemi con i suoi ormoni e indebolendo le aree di attacco delle foglie, portando a una caduta anomala delle foglie.

Le altre cause di caduta anomala

C’è anche un altro fattore: l’alternanza tra periodi di elevata umidità relativa e condizioni di siccità. Questa aumenta il rischio di indebolimento delle foglie, rendendole più suscettibili alla caduta. I mesi di gennaio e febbraio, sono tradizionalmente i più asciutti dell’anno, e, questo, può amplificare questi effetti, aumentando il rischio di caduta delle foglie.

Un altro elemento di rilievo è rappresentato dagli squilibri idrici e nutrizionali, dove la mancanza di un’adeguata umidità del suolo o carenze di nutrienti essenziali, come azoto e calcio, possono compromettere l’integrità cellulare delle foglie, favorendone il distacco precoce. In questi casi, l’olivo perde le foglie in inverno, ma il loro distacco è stato programmato da tempo e il problema risale a qualche mese prima; semmai la stagione fredda contribuisce ad accelerare la caduta. Inoltre, la presenza di patogeni come l’Occhio di pavone (Fusicladium oleagineum) e la Rogna dell’olivo (Pseudomonas savastanoi), che attaccano i tessuti fogliari già indeboliti, rappresenta un ulteriore aggravante. Il freddo può accelerare la caduta delle foglie già danneggiate, rendendo la pianta più suscettibile alla perdita precoce di foglie.

Da quanto sopra possiamo stabilire che, dal punto di vista fisiologico, la risposta della pianta agli stress termici, nutrizionali e idrici è spesso accompagnata da un’alterazione nella produzione di fitormoni. La riduzione delle citochinine e delle gibberelline, che regolano il trattenimento delle foglie, insieme a un aumento dell’etilene, può predisporre la pianta alla caduta anomala delle foglie.

La caduta invernale delle foglie è quindi un fenomeno che coinvolge più fattori e richiede un approccio integrato per essere gestito in modo efficace. Attraverso una combinazione di monitoraggio climatico, interventi agronomici mirati e strategie preventive contro i patogeni, è possibile mitigare i danni e garantire la salute e la produttività degli oliveti.

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Tags: Aipo, caduta foglie, Enzo Gambin, in evidenza

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