In un’epoca in cui l’agricoltura deve rispondere alle sfide della sostenibilità, il sovescio si conferma una pratica agronomica di grande valore, soprattutto in olivicoltura. Non è solo una tecnica antica, ma uno strumento moderno per rigenerare i suoli, ridurre l’impiego di concimi chimici e migliorare la salute complessiva dell’agroecosistema.
Dieci mesi fa avevamo già affrontato questo tema, ma l’esperienza di molti olivicoltori e le condizioni climatiche dell’ultimo anno rendono utile tornarci sopra. L’autunno si presenta mite, l’inverno 2025–2026 più dinamico e variabile: un contesto ideale per riflettere su due aspetti chiave: ogni quanti anni conviene ripetere il sovescio e quanto incide realmente sulla fertilità del terreno.
Ogni quanti anni conviene fare il sovescio

Cos’è il sovescio
Consiste nella semina di piante erbacee tra i filari, successivamente interrate in fase di prefioritura o fioritura. Questo processo arricchisce il terreno di sostanza organica e azoto, migliora la struttura e stimola la biodiversità microbica, creando le condizioni ideali per un suolo “vivo”.
Le leguminose: alleate della fertilità
Le leguminose sono le protagoniste del sovescio: grazie ai batteri del genere Rhizobium, fissano l’azoto atmosferico rendendolo disponibile per le piante.
Tra le specie più diffuse troviamo favino (150–180 kg/ha), veccia (100–120 kg/ha), lupino (150 kg/ha), pisello foraggero (120 kg/ha) e fava (160–200 kg/ha).
Negli ultimi anni si impiegano sempre più miscugli con graminacee, come avena (30–40 kg/ha), loietto (25–30 kg/ha) o segale (40–50 kg/ha), che aumentano la biomassa, proteggono il suolo e riducono il rischio di patogeni.
Un miscuglio bilanciato leguminose + graminacee si attesta mediamente su 100–120 kg/ha di semente complessiva, in funzione della composizione e della granulometria dei semi.
Quando e come seminare
Il periodo di semina varia con il clima e la disponibilità idrica. Per l’autunno 2025, con temperature miti e piogge irregolari, si suggerisce:
- Sovescio autunnale: semina tra fine ottobre e novembre, anticipando leggermente nelle aree collinari del Nord e Centro Italia;
- Sovescio primaverile: semina tra metà febbraio e metà marzo, utile se l’autunno è stato troppo asciutto.
La semina si esegue a spaglio o con spandiconcime (80–100 kg/ha di miscuglio), interrando leggermente (2–3 cm) prima di una pioggia o di un’irrigazione leggera.
Come seminare in un oliveto già inerbito
Negli oliveti con inerbimento naturale occorre:
- trinciare o sfalciare la vegetazione spontanea;
- lavorare superficialmente (3–5 cm) nei terreni compatti;
- seminare a spaglio o con spandiconcime, eventualmente mescolando i semi con sabbia o compost fine;
- rullare leggermente per migliorare il contatto seme-suolo;
- seminare prima della pioggia per favorire la germinazione;
- alternare annualmente le file seminate e quelle mantenute a prato consente di preservare biodiversità e percorribilità.
Il momento giusto per l’interramento
Il taglio e l’interramento si eseguono in prefioritura o fioritura, quando la fissazione dell’azoto è al massimo. Dopo la trinciatura, lasciare asciugare la biomassa 1–2 giorni, poi interrarla con una fresa o un ripuntatore a 8–12 cm di profondità.
Un buon sovescio può fornire fino a 180–200 unità fertilizzanti di azoto/ha, che si liberano gradualmente grazie all’attività microbica, rendendo i nutrienti disponibili in forma assimilabile nel corso dei mesi successivi.
Dopo 2–3 anni di sovescio ben gestito:
• la sostanza organica cresce mediamente dello 0,1–0,2% annuo;
• la capacità di scambio cationico (CSC) aumenta del 10–20%;
• la capacità idrica disponibile migliora fino al 25%;
• il pool di azoto organico si incrementa di 40–60 kg/ha/anno, riducendo nel tempo i fabbisogni di concimi minerali.
Il risultato è un suolo più fertile, stabile e resiliente, con una migliore risposta vegetativa dell’olivo.
Il ruolo del carbonio organico

Fondamentale, in questo processo, è il rapporto carbonio/azoto (C/N) della biomassa interrata: un valore troppo basso, tipico dei sovesci composti solo da leguminose, produce una rapida mineralizzazione con rischio di perdite di azoto; un rapporto troppo alto, tipico delle sole graminacee, rallenta invece la decomposizione e limita la disponibilità di nutrienti.
La scelta di miscugli bilanciati di leguminose e graminacee, con rapporti C/N compresi tra 12 e 20, consente di ottenere un rilascio graduale e continuo di nutrienti, favorendo la costruzione di humus stabile e migliorando nel tempo la struttura, la porosità e la capacità di scambio cationico del terreno.
In questo senso, il sovescio non è solo un intervento fertilizzante, ma una pratica rigenerativa che trasforma il suolo in un sistema più resiliente e autosufficiente dal punto di vista biologico ed energetico.
Costi indicativi del sovescio
I costi variano in base al tipo di miscuglio e alle modalità di semina:
| Voce di costo | Intervallo (€/ha) | Note |
| Acquisto sementi (miscuglio leguminose + graminacee) |
80–130 € | A seconda della composizione |
| Lavorazione leggera e semina | 60–90 € | Trinciatura e passaggio superficiale |
| Rullatura e rifinitura | 20–30 € | Facoltativa |
| Trinciatura e interramento del sovescio | 70–100 € | In prefioritura |
| Totale stimato per ciclo di sovescio | 230–350 €/ha | Escluse eventuali irrigazioni o concimazioni complementari |
Il valore agronomico restituito (in nutrienti, struttura e fertilità) è ampiamente superiore al costo sostenuto: un ciclo di sovescio ben gestito può ripagarsi in 1–2 anni con minori costi di concimazione e maggiore vigoria vegetativa.
Valore economico e patrimoniale
Un incremento dello 0,2% di sostanza organica equivale, in media, a 50–70 kg/ha di azoto, 30 kg/ha di fosforo e 60–80 kg/ha di potassio in più nel ciclo successivo, per un valore stimato di 200–300 €/ha/anno. A ciò si aggiunge un effetto strutturale duraturo: nei terreni collinari o marginali, un miglioramento documentato della fertilità può aumentare il valore fondiario del 5–10% nel medio periodo.
Oltre ai vantaggi nutrizionali, il sovescio favorisce biodiversità, stabilità ecologica e ritenzione idrica, contrastando erosione e compattazione.
Migliora la resilienza dell’oliveto anche verso patogeni come Xylella fastidiosa, contribuendo a mantenere le piante più robuste e vitali.
Insomma, con una pianificazione attenta e l’adattamento ai nuovi andamenti stagionali, come quelli attesi per l’autunno 2025 e l’inverno 2025/2026, il sovescio si conferma uno degli strumenti più efficaci per aumentare fertilità, biodiversità e qualità della produzione olivicola.
| Tipologia di sovescio |
Specie consigliate |
Periodo di semina |
Interramento | Terreni ideali | Note gestionali |
| Autunnale | Veccia, favino, avena, loietto |
fine ottobre novembre |
marzo aprile |
Collinari, drenanti | Anticipare nei climi freschi |
| Primaverile | Lupino, fava, pisello foraggero |
febbraio marzo |
maggio giugno |
Miti, irrigabili | Utile in autunni asciutti |
| Miscuglio permanente |
Leguminose +graminacee |
variabile | facoltativo (trinciatura) | Calcarei, argillosi | In oliveti inerbati |
| Bio (certificato) | Miscugli Bio Rhizo+ | ottobre novembre |
marzo aprile |
Tutti i suoli | Sementi certificate |
Direttore AIPO
Associazione Interregionale
Produttori Olivicoli




















