Il sovescio in olivicoltura: guida tecnica per l’autunno-inverno

Un prezioso vademecum sul sovescio con specie consigliate, modalità di semina, costi indicativi, tempi e risultati attesi per rigenerare il suolo dell'oliveto, riducendo l’impiego di concimi chimici
AIPO
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In un’epoca in cui l’agricoltura deve rispondere alle sfide della sostenibilità, il sovescio si conferma una pratica agronomica di grande valore, soprattutto in olivicoltura. Non è solo una tecnica antica, ma uno strumento moderno per rigenerare i suoli, ridurre l’impiego di concimi chimici e migliorare la salute complessiva dell’agroecosistema.

Dieci mesi fa avevamo già affrontato questo tema, ma l’esperienza di molti olivicoltori e le condizioni climatiche dell’ultimo anno rendono utile tornarci sopra. L’autunno si presenta mite, l’inverno 2025–2026 più dinamico e variabile: un contesto ideale per riflettere su due aspetti chiave: ogni quanti anni conviene ripetere il sovescio e quanto incide realmente sulla fertilità del terreno.

Ogni quanti anni conviene fare il sovescio

Il sovescio non deve essere considerato un intervento annuale obbligatorio, ma una pratica da programmare in base alle caratteristiche del suolo, al clima e alla gestione dell’oliveto. Nei terreni poveri o stanchi, con meno dell’1,5% di sostanza organica, è utile effettuarlo per 2–3 anni consecutivi, per ristabilire un equilibrio biologico stabile. Negli oliveti già fertili, può bastare ogni 3–4 anni, alternandolo a inerbimenti permanenti o ad apporti organici (compost, letame maturo). Una rotazione biennale, eseguendo il sovescio su metà filari per volta, permette di mantenere copertura e operatività. L’importante è non farne un automatismo, ma una scelta strategica, calibrata sulla risposta del suolo e sull’andamento climatico.

Cos’è il sovescio

Consiste nella semina di piante erbacee tra i filari, successivamente interrate in fase di prefioritura o fioritura. Questo processo arricchisce il terreno di sostanza organica e azoto, migliora la struttura e stimola la biodiversità microbica, creando le condizioni ideali per un suolo “vivo”.

Le leguminose: alleate della fertilità

Le leguminose sono le protagoniste del sovescio: grazie ai batteri del genere Rhizobium, fissano l’azoto atmosferico rendendolo disponibile per le piante.
Tra le specie più diffuse troviamo favino (150–180 kg/ha), veccia (100–120 kg/ha), lupino (150 kg/ha), pisello foraggero (120 kg/ha) e fava (160–200 kg/ha).
Negli ultimi anni si impiegano sempre più miscugli con graminacee, come avena (30–40 kg/ha), loietto (25–30 kg/ha) o segale (40–50 kg/ha), che aumentano la biomassa, proteggono il suolo e riducono il rischio di patogeni.

Un miscuglio bilanciato leguminose + graminacee si attesta mediamente su 100–120 kg/ha di semente complessiva, in funzione della composizione e della granulometria dei semi.

Quando e come seminare

Il periodo di semina varia con il clima e la disponibilità idrica. Per l’autunno 2025, con temperature miti e piogge irregolari, si suggerisce:

  • Sovescio autunnale: semina tra fine ottobre e novembre, anticipando leggermente nelle aree collinari del Nord e Centro Italia;
  • Sovescio primaverile: semina tra metà febbraio e metà marzo, utile se l’autunno è stato troppo asciutto.

La semina si esegue a spaglio o con spandiconcime (80–100 kg/ha di miscuglio), interrando leggermente (2–3 cm) prima di una pioggia o di un’irrigazione leggera.

Come seminare in un oliveto già inerbito

Negli oliveti con inerbimento naturale occorre:

  • trinciare o sfalciare la vegetazione spontanea;
  • lavorare superficialmente (3–5 cm) nei terreni compatti;
  • seminare a spaglio o con spandiconcime, eventualmente mescolando i semi con sabbia o compost fine;
  • rullare leggermente per migliorare il contatto seme-suolo;
  • seminare prima della pioggia per favorire la germinazione;
  • alternare annualmente le file seminate e quelle mantenute a prato consente di preservare biodiversità e percorribilità.

Il momento giusto per l’interramento

Il taglio e l’interramento si eseguono in prefioritura o fioritura, quando la fissazione dell’azoto è al massimo. Dopo la trinciatura, lasciare asciugare la biomassa 1–2 giorni, poi interrarla con una fresa o un ripuntatore a 8–12 cm di profondità.

Un buon sovescio può fornire fino a 180–200 unità fertilizzanti di azoto/ha, che si liberano gradualmente grazie all’attività microbica, rendendo i nutrienti disponibili in forma assimilabile nel corso dei mesi successivi.
Dopo 2–3 anni di sovescio ben gestito:
• la sostanza organica cresce mediamente dello 0,1–0,2% annuo;
• la capacità di scambio cationico (CSC) aumenta del 10–20%;
• la capacità idrica disponibile migliora fino al 25%;
• il pool di azoto organico si incrementa di 40–60 kg/ha/anno, riducendo nel tempo i fabbisogni di concimi minerali.

Il risultato è un suolo più fertile, stabile e resiliente, con una migliore risposta vegetativa dell’olivo.

Il ruolo del carbonio organico

Oltre all’apporto di azoto, il sovescio svolge una funzione essenziale nel ripristino del carbonio organico stabile del terreno, la componente che più di ogni altra determina la capacità del suolo di rigenerarsi, trattenere nutrienti e mantenere vitalità microbica. Il carbonio organico rappresenta la riserva energetica del suolo, alimentando la microflora e contribuendo alla formazione di humus, elemento chiave della fertilità a lungo termine.

Fondamentale, in questo processo, è il rapporto carbonio/azoto (C/N) della biomassa interrata: un valore troppo basso, tipico dei sovesci composti solo da leguminose, produce una rapida mineralizzazione con rischio di perdite di azoto; un rapporto troppo alto, tipico delle sole graminacee, rallenta invece la decomposizione e limita la disponibilità di nutrienti.

La scelta di miscugli bilanciati di leguminose e graminacee, con rapporti C/N compresi tra 12 e 20, consente di ottenere un rilascio graduale e continuo di nutrienti, favorendo la costruzione di humus stabile e migliorando nel tempo la struttura, la porosità e la capacità di scambio cationico del terreno.
In questo senso, il sovescio non è solo un intervento fertilizzante, ma una pratica rigenerativa che trasforma il suolo in un sistema più resiliente e autosufficiente dal punto di vista biologico ed energetico.

Costi indicativi del sovescio

I costi variano in base al tipo di miscuglio e alle modalità di semina:

Voce di costo Intervallo (€/ha) Note
Acquisto sementi (miscuglio leguminose
+ graminacee)
80–130 € A seconda della composizione
Lavorazione leggera e semina 60–90 € Trinciatura e
passaggio superficiale
Rullatura e rifinitura 20–30 € Facoltativa
Trinciatura e interramento del sovescio 70–100 € In prefioritura
Totale stimato per ciclo di sovescio 230–350 €/ha Escluse eventuali irrigazioni o concimazioni complementari

Il valore agronomico restituito (in nutrienti, struttura e fertilità) è ampiamente superiore al costo sostenuto: un ciclo di sovescio ben gestito può ripagarsi in 1–2 anni con minori costi di concimazione e maggiore vigoria vegetativa.

Valore economico e patrimoniale

Un incremento dello 0,2% di sostanza organica equivale, in media, a 50–70 kg/ha di azoto, 30 kg/ha di fosforo e 60–80 kg/ha di potassio in più nel ciclo successivo, per un valore stimato di 200–300 €/ha/anno. A ciò si aggiunge un effetto strutturale duraturo: nei terreni collinari o marginali, un miglioramento documentato della fertilità può aumentare il valore fondiario del 5–10% nel medio periodo.

Oltre ai vantaggi nutrizionali, il sovescio favorisce biodiversità, stabilità ecologica e ritenzione idrica, contrastando erosione e compattazione.
Migliora la resilienza dell’oliveto anche verso patogeni come Xylella fastidiosa, contribuendo a mantenere le piante più robuste e vitali.

Insomma, con una pianificazione attenta e l’adattamento ai nuovi andamenti stagionali, come quelli attesi per l’autunno 2025 e l’inverno 2025/2026, il sovescio si conferma uno degli strumenti più efficaci per aumentare fertilità, biodiversità e qualità della produzione olivicola.

Tipologia
di sovescio
Specie
consigliate
Periodo
di semina
Interramento Terreni ideali Note gestionali
Autunnale Veccia, favino,
avena, loietto
fine ottobre
novembre
marzo
aprile
Collinari, drenanti Anticipare nei climi freschi
Primaverile Lupino, fava,
pisello foraggero
febbraio
marzo
maggio
giugno
Miti, irrigabili Utile in autunni asciutti
Miscuglio
permanente
Leguminose
+graminacee
variabile facoltativo (trinciatura) Calcarei, argillosi In oliveti inerbati
Bio (certificato) Miscugli Bio Rhizo+ ottobre
novembre
marzo
aprile
Tutti i suoli Sementi certificate

Direttore AIPO
Associazione Interregionale
Produttori Olivicoli

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Tags: concimazione, concimazione oliveto, in evidenza, Olive, oliveto, olivicoltura, pianta dell'olivo, sovescio

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