L’intervista al prof. Tiziano Caruso sull’interessante esperienza per una olivicoltura da reddito mediante un impianto intensivo rispettoso della biodiversità, sostenibile e meccanizzato ha suscitato grande interesse tra i lettori. Alcuni dei quali hanno fatto delle osservazioni a cui il docente di Olivicoltura presso il Dipartimento di Scienze Agrarie e d Alimentari dell’Università di Palermo ha volentieri risposto.
Eccone alcune.
“Nel contesto della Sicilia fare nuovi impianti in asciutto vuol dire votarsi all’alternanza di produzione e alla bassa produttività, limitazioni agronomiche oggi difficilmente sostenibili dal punto di vista economico. L’articolo aveva come oggetto modelli colturali per la nuova olivicoltura, a basso richiesta di manodopera, meccanizzabile anche nella raccolta e di alta e costante produttività. La tutela e la valorizzazione della olivicoltura tradizionale è tutto altro argomento, che deve essere affrontato separatamente”.
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