Lo Scorpion dei Castelli Romani

Il Frantoio Oleario Fontana Laura custodisce fedelmente tradizione e innovazione
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Nel Lazio 14 località si estendono intorno ai laghi di Albano e Nemi, da sempre ritenuti il giardino della Capitale: sono i Castelli Romani. La storia di questi luoghi inizia in seguito alla caduta dell’impero romano, quando le famiglie baronali vi si rifugiarono costruendo fortezze che poi passarono sotto il dominio della Chiesa. Ma la vera bellezza dei Castelli nasce nel Cinquecento, quando le nobili famiglie romane iniziarono a costruire, ristrutturare e abbellire le ville con meravigliosi giardini, oltre che creare importanti infrastrutture ed elementi urbanistici di pregio.

Le fertili terre di origine vulcanica sono ampiamente coltivate a vigneti, da cui si ottengono ottimi e famosi vini, conosciuti già dai Romani e oggi nel mondo. Questa però è anche terra di olivi che si alternano a filari di viti o che occupano versanti collinari scoscesi e parzialmente rocciosi, variegandone il paesaggio, che purtroppo oggi è stato invaso da selvagge costruzioni urbane. Molte sono le varietà di olivo locali di pregio come Procanica, Carboncella, Rosciola, Vernina, Coccona. Tra queste quella maggiormente presente è la Rosciola, il cui nome deriva proprio dal colore rosso della drupa alla maturazione e da cui si ricava un olio dai sentori delicati, erbacei e mandorlati. Molti sono anche i frantoi diffusi nel territorio dove ancora alcuni olivicoltori sono legati ai sistemi antichi di estrazione con le macine in pietra e le presse a fiscoli.

Chi ci ospita in questo viaggio è il Frantoio Oleario Fontana Laura, nel Comune di Monte Compatri. Siamo alla quarta generazione che, dal 1928, lavora all’estrazione dell’olio. Marco De Dominici è un ingegnere elettronico che, dopo essersi occupato di difesa militare, decide nel 2012 di occuparsi dell’olificio di famiglia. Veste così i panni del frantoiano del terzo millennio usando al meglio le nuove tecnologie, forte delle sue conoscenze. Decide anche di rispettare le richieste degli anziani olivicoltori che vogliono continuare a produrre olio con l’estrazione per pressione, conservando anche le vecchie macine per usarle secondo richiesta. È recente l’ultimo acquisto di un estrattore Leopard, a completare la linea Pieralisi che gli permette di lavorare fino a 30 quintali ora, rendendolo forse il frantoio più grande dei Castelli Romani. Questa capacità lavorativa dei macchinari permette la molitura delle olive che arrivano entro pochissime ore, contribuendo in modo decisivo al miglioramento della qualità che si sta ottenendo.

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Tags: Canale, Lazio

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