“Per valorizzare un prodotto straordinario come l’olio extravergine di oliva italiano si deve puntare su una sostenibilità certificata. Pilastro della dieta mediterranea, l’olio d’oliva italiano è uno dei prodotti che meglio esprimono i valori che fanno del made in Italy alimentare un riferimento di qualità assoluto, non solo in Europa ma nel mondo intero. Per questo è fondamentale che, coerentemente con le indicazioni della strategia europea “from Farm to Fork”, la filiera olivicolo-olearia del nostro Paese raccolga rapidamente e nel modo più efficace la sfida verso una transizione a sistemi di gestione capaci di coniugare la massima qualità del prodotto con le più alte garanzie di sostenibilità”.
Lo ha dichiarato Mariella Cerullo (direttore relazioni istituzionali di Oleificio Zucchi SpA) nel corso della tavola rotonda “Sostenibilità Olio extra vergine di oliva” tenutasi all’interno degli Stati generali dell’olivicoltura internazionale organizzati a Siena dal MASAF e che hanno coinvolto alcuni dei principali esperti ed attori del settore. Oltre a Cerullo, al convegno hanno partecipato altri tre esponenti del “Comitato Scientifico per le Linee Guida sulla Sostenibilità” creato da Oleificio Zucchi: Giovanni Mattia (Università Roma Tre); Ettore Capri (Università Cattolica del Sacro Cuore); e Raffaele Sacchi (Università degli Studi di Napoli Federico II).
Inoltre Rossella Cernuto (Nielsen IQ) ha presentato una ricerca che ha analizzato il rapporto tra sostenibilità e consumatori. Erano inoltre presenti Angelo Riccaboni (Uni Siena e Presidente Santa Chiara LAB); ed Andrea Rocchi (Presidente del CREA Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria).
“Questo convegno – ha aggiunto Mariella Cerullo – può contribuire fattivamente allo sviluppo di una diffusa cultura della sostenibilità riferita all’olio d’oliva e rappresenta al contempo lo spunto per arrivare ad un Sistema di Qualità Nazionale dedicato, come primo Paese in Europa. Un Sistema di Qualità Nazionale, legato alla sostenibilità e avvalorato dal Masaf, consentirebbe di attuare una segmentazione verso l’alto che, unita a un’efficace comunicazione sul consumatore, permetterebbe una maggiore remunerazione delle produzioni nazionali e un conseguente aumento degli investimenti sul territorio italiano, a fronte di una ritrovata redditività delle coltivazioni e lavorazioni, oggi sempre più limitata. È fondamentale che l’olio extravergine italiano non sia più vissuto come una semplice commodity, ma ne venga percepito un maggiore valore aggiunto, da distribuire al meglio lungo tutta la filiera e in grado di rilanciare il sistema Italia sotto un unico cappello, quello della sostenibilità”.
Giovanni Mattia (Università degli studi Roma Tre) ha presentato la ricerca “Olio EVO italiano e sostenibilità: a che punto siamo?”, mentre Rossella Cernuto (Nielsen IQ) ha illustrato l’analisi “Sustein-the-ability – Mettere i consumatori al centro della green revolution”. La ricerca del prof Mattia (Uni RomaTre) ha evidenziato come, per determinare impatti positivi e davvero significativi, gli sforzi di miglioramento delle pratiche di coltivazione, delle tecniche di estrazione e lavorazione dell’olio e dei sistemi di distribuzione, debbano trovare riscontro nella disponibilità dei consumatori a riconoscere questi stessi sforzi, facendo della sostenibilità un driver importante nelle scelte di acquisto. Di qui l’esigenza forte di un nuovo patto di fiducia, fondato sulla trasparenza, sull’ascolto reciproco, e garantito a livello istituzionale. L’analisi Nielsen si è invece focalizzata sui 3 attori riconosciuti dai consumatori in fatto di sostenibilità: i Brand (le Marche), le Istituzioni (il Legislatore), ed i Consumatori stessi, che vanno maggiormente informati e responsabilizzati.