“Nonostante la pronta risposta del Ministero ai timori degli operatori e l’emanazione di una circolare che dovrebbe chiarire i dubbi, in realtà la situazione dal punto di vista formale è un po’ più complessa in quanto è lo stesso Reg UE 29/2012 che dice testualmente che la campagna di raccolta deve essere indicata sull’etichetta sotto forma della relativa campagna di commercializzazione”.
Alfredo Marasciulo (nella foto) capo panel dell’Università di Bari e del Consorzio Italiano per il Biologico, entra con una riflessione articolata nella discussione sulla possibilità di considerare l’olio molito a settembre come prodotto della campagna 2022/2023, stante il regolamento comunitario che indica l’inizio della campagna di commercializzazione dal 1° ottobre.
“Innanzi tutto – chiarisce Marasciulo – una premessa: produrre olio a settembre è più che naturale in determinati areali, perché alcune varietà di olive sono giunte al grado di ottimale di maturazione, hanno portato a termine il processo di inolizione e sono in grado di esprimere profumi e sapori specifici indipendentemente dalla resa che ovviamente sarà più bassa in quanto influenzata dalla quantità di acqua che contengono. Detto questo – aggiunge il capo panel – – quello che mi preme sottolineare è un altro aspetto: il regolamento europeo, e parlo del Reg UE 29/2012, se applicato alla lettera, da un lato non consente di prevedere l’olio prodotto a settembre facente parte della nuova campagna, dall’altro paradossalmente imporrebbe a tutti i produttori non di scrivere olio prodotto nella campagna 2022/2023, ma precisamente olio prodotto nella campagna di commercializzazione 1 ottobre 2022 – 30 settembre 2023. Ora, è chiaro che si tratta di una forzatura di interpretazione e, relativamente alla questione di settembre, nessun organismo di controllo nazionale si metterebbe contro il parere ministeriale che distingue i termini di campagna di raccolta e campagna di commercializzazione. Ma il seguente dubbio è lecito: se esporto l’olio prodotto a settembre in Austria o in Germania, la circolare ministeriale italiana è sufficiente? Credo proprio di no, a meno che non sia supportata da analoga circolare ministeriale di quel paese straniero. E la domanda successiva è quasi provocatoria: ma dove stavano i parlamentari europei italiani quando è stato emanato il Regolamento che fissa al 1° ottobre la campagna di commercializzazione? Possibile che fossero tutti così distratti?”
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