Nuovi impianti di olivi: preparazione e messa a dimora

Preparazione del suolo, microrganismi, pali di sostegno: tutto quello che c'è da sapere
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Le temperature si stanno alzando e, per chi deve mettere a dimora nuovi oliveti con il sistema tradizionale o intensivo, si avvicina il momento della piantumazione. Questi impianti, che prevedono circa 300-400 piante per ettaro, richiedono una particolare attenzione nella preparazione dei terreni e nei metodi di posizionamento delle piante. La scelta delle varietà è fondamentale per garantire un oliveto produttivo e resistente alle condizioni ambientali della zona. Un aspetto spesso sottovalutato non riguarda tanto le lavorazioni, quanto la sanità dei suoli stessi, approfondiamo, quindi, alcuni aspetti legati alla presenza della comunità microbica nei terreni.

Valutazione del suolo

Un suolo sano è un ecosistema vivo e complesso, composto da particelle minerali e organiche, aria e acqua, fornisce supporto e nutrienti alle piante, influenzando positivamente la loro crescita. Il suolo deve favorire lo sviluppo delle radici, garantendo un assorbimento ottimale di acqua e nutrienti.

In tutto questo, la sostanza organica svolge funzioni cruciali in quanto alimenta il biota del suolo, ossia tutti gli organismi viventi che sono presenti, come batteri, funghi, protozoi, lombrichi e altri invertebrati. La sostanza organica serve da alimento a questi organismi, sostenendo la loro attività e contribuendo alla loro diversità e abbondanza.

Questi organismi decomponendo i residui vegetali e animali, rilasciano nutrienti come azoto, fosforo e potassio, che sono poi disponibili per le piante. Durante la decomposizione, gli organismi del suolo contribuiscono alla formazione dell’humus, una forma stabile di materia organica che migliora la struttura del suolo e la sua capacità di trattenere l’acqua e i nutrienti, rendendoli disponibili in periodi di siccità.

Microrganismi benefici

Un esempio è dato dai microrganismi del genere Bacillus spp che hanno dimostrato di possedere attività di riduzione dei patogeni delle piante (biocontrollo), esempio Bacillus amyloliquefaciens, di promozione della crescita delle piante (biostimolazione) e di miglioramento della disponibilità di nutrienti nel suolo (biofertilizzazione).

A questi possiamo aggiungere i funghi micorrizici, che realizzano un’associazione simbiotica con le radici, fornendo alla pianta i nutrimenti presenti nel terreno e ricevendo in cambio carboidrati necessari alla loro sopravvivenza. Si aggiungono anche i funghi del genere Trichoderma, che proteggono le piante e migliorano il suolo.

Nei prodotti commerciali possiamo trovarne una o più specie, secondo le scelte delle singole aziende, che hanno selezionato per il proprio mercato uno o più ceppi specifici, generalmente sono registrati come agrofarmaci, si possono trovare anche prodotti che contengono Trichoderma e sono registrati come ammendanti o biostimolanti.
In queste formulazioni, il Trichoderma è miscelato con altri microrganismi e disponibile in diverse forme, come pellet, liquidi o polvere.

Somministrazione dei microrganismi

La somministrazione di questi microrganismi può avvenire utilizzando pellet con base organica di origine vegetale o, in presenza di un impianto di fertirrigazione, utilizzando inoculi puri liquidi o in polvere bagnabile miscelati con sostanza organica. Per i nuovi impianti d’olivo, il periodo di queste applicazioni per rigenerare i suoli può essere eseguito prima della messa a dimora delle piante. È anche utile, dopo il posizionamento della pianta, se eseguita con il cubetto di terra, bagnare con questi prodotti vicino alla base della pianta. Se invece le piante sono a radice nuda, immergerle in questa soluzione di acqua.

Vantaggi dell’uso di consorzi di microrganismi

L’utilizzo di un consorzio di microrganismi utili con diverse azioni, Bacillus più Trichoderma, può stimolare le capacità di resistenza naturale delle piante ai patogeni.

La copresenza di più ceppi con diversi meccanismi di azione potenzia l’efficacia del prodotto e aumenta l’assorbimento delle sostanze nutritive, migliorando i processi fisiologici delle piante. L’uso di un consorzio di microrganismi utili con Trichoderma consente un’efficace e rapida colonizzazione della rizosfera e il contenimento dei microrganismi patogeni. Ciò determina un aumento dell’efficienza dell’apparato radicale, migliorando la resistenza delle piante a condizioni di stress.

Disposizione e preparazione delle buche

Passando ora alla disposizione e preparazione delle buche, in generale, la disposizione è a filari con sesti in quadrato, come ad esempio 6 x 6 m, 6 x 5 m o 5 x 5 m, così da assicurare una buona movimentazione delle operazioni meccaniche, comprese la raccolta eseguita con scuotitori ad ombrello. Questa disposizione facilita l’accesso e il movimento delle macchine agricole, migliorando l’efficienza delle operazioni.

Le buche di posizionamento delle piantine dovrebbero avere una profondità di 50-60 cm e una larghezza di 50-60 cm, dimensioni che sono ideali per favorire l’espansione delle radici delle piantine e garantire una crescita sana.
Sul fondo della cavità va posto un fertilizzante misto-organico, mediamente 1 kg/pianta, che poi va ricoperto con 5-6 cm di terra. In commercio si trovano diversi concimi organo-minerali, anche in formulazione granulare, che garantiscono una maneggevole ed uniforme distribuzione.

Questi prodotti forniscono una dotazione azotata che si rende disponibile in modo graduale e progressivo, fosforo e potassio in forma assimilabile, e possono contenere anche microelementi essenziali come magnesio, calcio e zolfo.

L’uso di concime misto-organico aiuta a migliorare la fertilità del suolo, fornendo una combinazione bilanciata di sostanze nutritive essenziali per le piante. Inoltre, migliora la struttura del suolo, aumentando la capacità di ritenzione idrica e la permeabilità, favorendo così un ambiente ottimale per lo sviluppo delle radici.
Interramento e sostegni

Prima di interrare l’olivo, va posizionato e piantato il suo tutore; eseguendo questa operazione successivamente si rischierebbe di rovinare le radici della pianta appena posizionata. Il tutore ha una grande importanza perché la giovane pianta ha bisogno di un palo di sostegno che sia in grado di durare per almeno 10 anni.

Sono sempre da preferire legni di castagno, che hanno lunghe durate. La scelta delle dimensioni è fondamentale, perché la pianta d’olivo per i primi anni di crescita sviluppa molto di più la chioma che le radici; il diametro non deve essere inferiore a 4-6 cm, va conficcato nel terreno per almeno 50-60 cm e deve sporgere fuori terra 100-120 cm, perciò deve avere una lunghezza di circa 160 cm.

È importante non mantenere altezze fuori terra superiori a quelle indicate, perché i rami delle nuove piante sviluppano una vegetazione molto tenera e, in caso di giornate con vento forte, potrebbero strisciare contro il palo provocandosi delle lesioni, che potrebbero rovinare i giovani getti e diventare punti di penetrazione per parassiti fungini o il battere della rogna dell’olivo.

Importanza dei sostegni adeguati

L’uso dei sostegni è un problema che, a volte, è sottovalutato perché si vedono utilizzate canne o pali non adatti, che con il tempo si rivelano inadeguati. Subito dopo l’interramento, va versato vicino alle piante circa 10 litri di acqua; anche se la terra è umida, serve sia alla pianta che a stabilizzare il terreno nella concavità attorno alle radici. Segue la legatura della pianta al palo, con annodature sia a livello del terreno sia appena sotto l’impalcatura delle future branche. Questa operazione va fatta usando un nastro morbido in plastica, che sia in grado di dilatarsi, senza stringere eccessivamente. Se si desidera usare fettucce biodegradabili, sono disponibili nastri ottenuti dal mais, che necessitano però di essere controllati ogni anno.

Direttore AIPO
Associazione Interregionale
Produttori Olivicoli

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Tags: Aipo, Enzo Gambin, in evidenza, messa a dimora, Nuovi impianti, nuovi impianti olivi

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