L’Università di Bari Aldo Moro aveva presentato una domanda all’EFSA (l’autorità sulla sicurezza alimentare europea) per l’autorizzazione di un’indicazione in etichetta dei benefici che i polifenoli dell’olio extravergine di oliva contribuiscono ad apportare per il mantenimento di normali concentrazioni di colesterolo HDL. Il gruppo di esperti scientifici dell’EFSA, dopo aver esaminato la documentazione, ha espresso un parere negativo dal momento che le prove fornite non sono sufficienti per stabilire un rapporto di causa-effetto, incoraggiando comunque di continuare su questa strada di ricerca. Sulla questione è intervenuto il presidente dell’Associazione Frantoiani di Puglia, Stefano Caroli.
di Stefano Caroli*
Come presidente dell’Associazione Frantoiani di Puglia, desidero esprimere il mio profondo apprezzamento per il lavoro svolto dall’Università di Bari che ha presentato una richiesta di nuovo claim salutistico all’EFSA per l’olio extravergine di oliva: “I polifenoli dell’olio d’oliva contribuiscono al mantenimento di normali concentrazioni di colesterolo HDL”.
Come associazione che da sempre collabora con i ricercatori baresi e che più volte ha invocato un intervento che migliorasse l’accessibilità del claim salutistico dei polifenoli attualmente in uso, ringrazio l’Università di Bari per l’ascolto prestato alle parole degli attori della filiera e per lo sforzo affrontato nel percorso necessario a sottoporre un nuovo claim europeo e che li ha visti impegnati sul tema a partire dall’iniziativa nazionale, con un primo passaggio ministeriale, per poi giungere alla valutazione scientifica europea, così rigorosa che premia solo il 5% delle istanze presentate.
L’esito negativo del panel, pur rattristandoci, costituisce per il settore che rappresento un segnale importante: in un contesto in cui, da anni, si denunciano i limiti del claim esistente, nessuno ha mai avuto l’ardire di dialogare con l’EFSA con argomentazioni scientifiche nuove. Un’università pugliese, unica in Italia, ha deciso di farsi carico di questa sfida ambiziosa. Ha raccolto e analizzato un’enorme mole di dati ponendosi come interlocutore autorevole per il nostro comparto.
Questo lavoro è la dimostrazione concreta che è possibile passare dalle sterili lamentele all’azione, e che la scienza può e deve essere al servizio del mondo produttivo. A nome dei frantoiani pugliesi, esprimo gratitudine per chi ha avuto il coraggio di investire risorse e tempo in una visione di lungo termine, mettendo a disposizione del settore uno strumento scientifico che, sebbene non ancora non riconosciuto per la necessità di ulteriori prove, rappresenta un patrimonio di conoscenza da cui ripartire per una nuova richiesta all’EFSA.
*Presidente dell’Associazione Frantoiani di Puglia