di Francesca Gambin e Roberta Ruggeri
Ufficio Economico AIPO
Negli ultimi tre mesi (da luglio a settembre), le quotazioni dell’olio extra vergine d’oliva “franco partenza” hanno mostrato una contenuta tendenza al ribasso. Al 28 giugno 2024, il prezzo era di 9,44 €/kg franco partenza, scendendo a 9,12 €/kg alla fine del periodo, registrando una variazione negativa del -2,65%.
Nonostante alcuni picchi (9,44 €/kg) e valli limitate (9,12 €/kg), la media dei prezzi nel trimestre si è attestata intorno a 9,34 €/kg, indicando una relativa stabilità del mercato. Questo ribasso non è attribuibile a variazioni sostanziali dell’offerta o della domanda, ma potrebbe essere legato a una diminuzione della qualità delle scorte residue, che ha generato fluttuazioni in base ai requisiti chimici e organolettici.
Dinamiche di prezzo dell’olio extra vergine
Le vere influenze sui prezzi arriveranno con l’inizio della campagna di raccolta delle olive, prevista a breve. Le stime per la stagione 2024 parlano di una produzione compresa tra 200.000 e 230.000 tonnellate, un dato inferiore rispetto alla media storica italiana degli ultimi 20 anni, che si attesta intorno a 300.000 tonnellate.
Tali previsioni, se confermate, potrebbero esercitare un mantenimento degli attuali prezzi, soprattutto se la qualità del raccolto sarà elevata e la disponibilità limitata.
La situazione globale non sembra essere diversa. Nel bacino del Mediterraneo, che rappresenta il cuore della produzione mondiale di olio d’oliva, si attende una produzione complessiva di circa 2,5 milioni di tonnellate, una quantità insufficiente a coprire i consumi mondiali che si stanno avvicinando ai 3 milioni di tonnellate.
Con una domanda globale in crescita e una produzione che fatica a tenere il passo, è ragionevole aspettarsi che i prezzi dell’olio extra vergine d’oliva possano continuare a salire nei prossimi mesi, soprattutto se i raccolti non raggiungeranno le previsioni ottimistiche.
La qualità della produzione sarà un fattore decisivo; oli di buona o alta qualità potrebbero vedere un apprezzamento notevole sul mercato, mentre gli oli di qualità inferiore potrebbero subire una compressione dei prezzi.
Collaborazione e strategie nel settore dell’olio d’oliva
Sebbene gli imbottigliatori e confezionatori non abbiano ora difficoltà nel reperire materia prima, sarà fondamentale riflettere su strategie commerciali e organizzative per il futuro. Una via da esplorare potrebbe essere la collaborazione diretta con i produttori locali, garantendo forniture costanti e riducendo i costi di trasporto. Questo tipo di cooperazione potrebbe risultare cruciale in un mercato sempre più complesso e segmentato, dove l’integrazione verticale della filiera può ridurre inefficienze e migliorare la sostenibilità economica del settore.
Importazioni ed esportazioni: un quadro in evoluzione
Il consumo globale di olio d’oliva continua a crescere, seppur lentamente. L’Italia, per soddisfare la domanda interna, importa ogni anno oltre 500.000 tonnellate di olio, principalmente da Spagna (42%), Grecia (39%) e Tunisia (9,3%). Di queste importazioni, circa il 39% è riesportato, con i principali mercati di destinazione che includono gli Stati Uniti (29%), la Germania (11%) e la Spagna (11%).
Questo flusso d’import-export pone l’Italia in una posizione chiave nel commercio globale dell’olio d’oliva. La domanda internazionale, particolarmente per oli di alta qualità, continua a sostenere l’export italiano, ma è necessario monitorare attentamente le dinamiche dei mercati esteri e le tendenze di consumo.
Conclusioni e prospettive future
Nonostante la lieve flessione dei prezzi negli ultimi mesi, il mercato dell’olio extra vergine d’oliva si trova in una posizione di relativa stabilità. Le previsioni per la nuova campagna di raccolta indicano un raccolto modesto, ma sufficiente a mantenere un certo equilibrio tra domanda e offerta. Gli operatori del settore dovranno affrontare sfide importanti, come l’aumento dei costi produttivi e la frammentazione della filiera.
Tuttavia, attraverso una maggiore collaborazione con i produttori locali e l’adozione di strategie più efficienti, sarà possibile garantire la sostenibilità del settore. In definitiva, l’Italia continua a rivestire un ruolo cruciale nel commercio globale dell’olio d’oliva, grazie alla sua capacità di mantenere alta la qualità del prodotto.
Monitorare attentamente l’evoluzione del raccolto e le dinamiche internazionali saranno essenziali per adattarsi rapidamente a eventuali cambiamenti del mercato.