Olio di oliva, il parametro aggiuntivo sulla sicurezza degli agrofarmaci

Dai Limiti Massimi di Residuo alla Dose di Riferimento Acuta
AIPO
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A seguito dell’articolo del 14 settembre 2024, “Invaiatura: gestione dei fitofarmaci e sicurezza dell’olio di oliva”, più oleifici hanno richiesto un approfondimento sul perché alcune catene della grande distribuzione organizzata per gli oli di oliva richiedono non solo il rispetto dei parametri relativi ai Limiti Massimi di Residuo (LMR), ma anche a quelli delle Dosi di Riferimento Acuta (ARfD).

Limiti Massimi di Residuo (LMR)

A partire dalla fine degli anni Sessanta e ancor più negli anni Settanta, la regolamentazione dei fitofarmaci è diventata sempre più rigorosa a livello internazionale. Sono stati così stabiliti i Limiti Massimi di Residuo (LMR), per garantire che gli alimenti siano sicuri per il consumo umano a lungo termine: in questo modo si è ridotto il rischio di esposizione cronica ai pesticidi.

Nel corso degli anni, sulla base di nuovi dati scientifici e delle tecniche di valutazione del rischio, gli LMR sono stati costantemente aggiornati. Gli LMR sono stabiliti attraverso studi scientifici che analizzano come le sostanze attive degli agrofarmaci vengono metabolizzate nelle piante e che metaboliti si formano.

Per determinare i livelli di residui che rimangono negli alimenti dopo l’applicazione dei pesticidi, gli studi includono test sul campo e analisi di laboratorio. I residui nei prodotti vegetali devono essere mantenuti al livello più basso possibile per proteggere la salute pubblica, con particolare attenzione a gruppi vulnerabili come bambini e anziani.

A stabilire i limiti massimi di residuo (LMR) vi sono normative europee e nazionali.

Dose di Riferimento Acuta (ARfD)

Negli anni Novanta e soprattutto nei primi anni del nuovo secolo, è stato sviluppato un nuovo parametro: la Dose di Riferimento Acuta (ARfD), che valuta i rischi associati non solo all’esposizione prolungata a residui di agrofarmaci, ma anche all’ingestione di grandi quantità di residui o metaboliti in un breve lasso di tempo.

L’ARfD è stata adottata da organizzazioni internazionali come l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) agenzia specializzata delle Nazioni Unite e l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura FAO, ed è stata successivamente integrata nelle normative di sicurezza alimentare di molti paesi, inclusa l’Unione Europea tramite l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA – European Food Safety Authority).

Secondo l’OMS, l’ARfD rappresenta la quantità massima di una sostanza che un individuo può assumere in un solo giorno senza subire effetti negativi sulla salute. Al momento, non tutte le sostanze attive hanno un valore di ARfD definito, poiché non sempre ci sono sufficienti dati per stabilire un limite sicuro per l’esposizione acuta.

Quando l’ARfD è definita, è espressa in milligrammi per chilogrammo di peso corporeo (mg/Kg). Ad esempio, se l’ARfD di una sostanza è 0,01 mg/Kg, una persona che pesa 70 Kg può ingerire fino a 0,7 mg di quella sostanza in un giorno senza rischi per la salute. In generale, se un alimento rispetta i valori di Limiti Massimi di Residuo (LMR), rispetta anche i valori della Dose di Riferimento Acuta (ARfD).

Normative e Adozioni Private degli ARfD

Attualmente non esiste una legge specifica che imponga limiti di ARfD.

L’EFSA pubblica linee guida che includono informazioni sugli ARfD per diverse sostanze attive, come la  “Chemical Hazards Database (OpenFoodTox)”, una banca dati che raccoglie informazioni chimiche e tossicologiche su oltre 850 sostanze.

In effetti, è ancora in fase di sviluppo una legislazione, globale o europea, che stabilisca limiti obbligatori per l’ARfD e la sua adozione richiederebbe un consenso internazionale e l’armonizzazione tra diverse normative.

Tuttavia, diversi gruppi della grande distribuzione, soprattutto in Germania, hanno adottato già questi requisiti, a volte sono anche più restrittivi e chiedono che i residui di fitofarmaci rispettino 1/3 del valore dell’ARfD o impongono un limite cumulativo per la presenza di più residui.

Esempi di ARfD e requisiti restrittivi

Riportiamo le sostanze attive più comuni che formano gli agrofarmaci in olivicoltura:

Acetamiprid: ARfD proposta di 0,005 mg/Kg di peso corporeo. Alcuni gruppi richiedono che i residui non superino 0,0017 mg/Kg (esempio: peso corporeo è di 60 kg moltiplico per 0,0017 mg/Kg con un risultato di 0,102 mg, limite di assunzione di Acetamiprid in un giorno, secondo i limiti richiesti da alcuni gruppi).

Deltametrina: ARfD di 0,01 mg/Kg di peso corporeo. Alcuni gruppi richiedono che i residui non superino 0,0033 mg/Kg.

Lambda-cialotrina: L’ARfD per la lambda-cialotrina è di 0,005 mg/Kg di peso corporeo. Quindi, i grandi gruppi d’acquisto potrebbero richiedere che i residui di lambda-cialotrina non superino 0,0017 mg/Kg.

Flupyradifurone (Sivanto Prime): ARfD di 0,07 mg/Kg di peso corporeo. I limiti imposti potrebbero essere di 0,0233 mg/Kg.

Tebuconazolo + Trifloxystrobin:Tebuconazolo: L’ARfD è di 0,03 mg/Kg di peso corporeo. Trifloxystrobin: L’ARfD è di 0,01 mg/Kg di peso corporeo.

Difenoconazolo + Azoxystrobin: Difenoconazolo: L’ARfD è di 0,1 mg/Kg di peso corporeo. Azoxystrobin: L’ARfD è di 0,2 mg/Kg di peso corporeo.

Difenoconazolo: Come menzionato sopra, l’ARfD è di 0,1 mg/Kg di peso corporeo.

Pyraclostrobin: L’ARfD è di 0,05 mg/Kg di peso corporeo.

Fosfonato di potassio: non è stato stabilito un ARfD specifico per il fosfonato di potassio, ma è generalmente considerato sicuro per l’uso in agricoltura.

Olio essenziale di arancio: non ha un ARfD specifico definito, ma è soggetto a regolamentazioni che mirano a garantire la sicurezza alimentare. Si applicano gli stessi principi generali di valutazione del rischio per i prodotti a base di oli essenziali.

Exirel Bait: a base di Cyazypyr (cyantraniliprole), non ha un ARfD specifico definito, ma è soggetto a regolamentazioni che mirano a garantire la sicurezza alimentare.

Altri fitofarmaci, come il Piretro e lo Spinosad, non hanno ARfD definiti, mentre per sostanze come il Rame, nonostante l’assenza di un valore ARfD, i residui vengono comunque regolamentati.

Conclusione

Gli olivicoltori devono affidarsi alle informazioni fornite sulle etichette degli agrofarmaci, che includono i tempi di carenza (il periodo tra l’ultima applicazione del pesticida e la raccolta del prodotto). L’ARfD rappresenta però un parametro di sicurezza aggiuntivo, che potrebbe diventare sempre più rilevante in un prossimo futuro.

È quindi consigliabile consultare le Linee Guida pubblicate dalle autorità regolatorie, come l’EFSA, per rimanere aggiornati sulle normative in evoluzione.

Direttore AIPO
Associazione Interregionale
Produttori Olivicoli

 

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Tags: agrofarmaci, Aipo, Enzo Gambin, in evidenza, tempi di carenza

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