Posizionare l’olivicoltura come protagonista nella lotta contro i cambiamenti climatici e facilitare la partecipazione dei produttori ai mercati volontari dei crediti di carbonio, consentendo di accedere a incentivi economici e di incoraggiare pratiche agricole più sostenibili.
Questi gli obiettivi che si pone il Consiglio Oleicolo Internazionale (Coi) con il suoi ambizioso progetto “Carbon Balance” che ha tenuto nei giorni scorsi un incontro per condividere una metodologia standard con la quale misurare il bilancio del carbonio negli oliveti e facilitarne la certificazione come accumulatori di CO₂.
Il progetto è allineato alla normativa europea e mira a fornire un quadro solido per la certificazione volontaria dei crediti di carbonio negli oliveti a livello internazionale. Coinvolti anche i paesi del nord Africa per rafforzare questa iniziativa. Al riguardo è stato firmato un protocollo di intesa con l’Istituto di ricerca agricola e istruzione superiore (IRESA) della Tunisia che ha ospitato l’incontro.
Gli oliveti, è stato ricordato, rappresentano 11 milioni di ettari a livello globale e svolgono un ruolo fondamentale nella mitigazione dei cambiamenti climatici. Alcuni dati chiave sul suo impatto ambientale:
– 1 litro di olio d’oliva rimuove dall’atmosfera 10,65 kg di CO₂.
– ogni ettaro di uliveto cattura 4,58 tonnellate di CO₂ all’anno.
– un ettaro di uliveto compensa l’impronta di carbonio annuale di una persona.
Il lavoro congiunto tra il CIO, le istituzioni scientifiche e gli enti di certificazione, è stato sottolineato, segna una pietra miliare nella valorizzazione degli uliveti come pozzi di carbonio, allineando il settore agli standard internazionali di sostenibilità e di economia verde.