Poche olive, costi di molitura più che raddoppiati e serbatoi ancora pieni dalla scorsa campagna. Per Confagricoltura Puglia è l’annata a memoria più difficile per olivicoltori e trasformatori. Tanto da giustificare una scelta impietosa: olive che restano sugli alberi e frantoi chiusi.
I numeri: produzione olivicola inferiore di oltre il 40% rispetto all’annata precedente, con punte del 50%. Di 22 euro il costo di molitura al quintale, quasi il doppio dello scorso anno e la somma copre a mala pena le spese vive dei frantoiani; 200 mila tonnellate di olio su base nazionale in giacenza, 65 mila tonnellate solo in Puglia. A snocciolare questi dati, Confagricoltura Puglia rimarca con il suo presidente Luca Lazzàro: “Servono provvedimenti di sostegno immediati. Questa annata rischia di ripercuotersi sui consumatori e mettere in ginocchio definitivamente i produttori e le famiglie dei lavoratori del settore. Va evidenziato che la maggior parte degli olivicoltori è già stremato perché da quasi un decennio ha a che fare con la Xylella”.
Preoccupazione confermata da Stefano Caroli, presidente dell’Associazione frantoiani di Puglia, che già su questo giornale aveva espresso un concetto chiaro: avviare le macchine di un frantoio non sapendo a che livello schizzerà la bolletta elettrica, perché questa arriva a fine mese, e il rischio di accumulare ulteriori giacenze perché l’olio resta invenduto, sono l’anticamera del fallimento aziendale. “Di recente – chiosa – come categoria abbiamo ottenuto un tavolo tecnico dalla Regione per affrontare il problema, ma la preoccupazione resta alta”.
La “tempesta perfetta” dell’olivicoltura pugliese
Confagricoltura chiede sostegni immediati per l'intero settore
Economia
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