Quanto deve costare l’olio di oliva per il consumatore

I sorprendenti risultati di un'indagine condotta dall'Istituto Piepoli
Economia
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Una recente indagine di Istituto Piepoli rileva che molti italiani – esattamente un consumatore di olio su tre – hanno cambiato abitudini di acquisto e di utilizzo a seguito dell’aumento dei prezzi verificatesi nel corso dell’ultimo anno. Una crisi dei consumi non circoscritta ai confini della penisola, visto che ad incidere è come noto lo scenario difficile che sta interessando la filiera spagnola dell’olio, fino al recente passato in grado di inondare il mercato con prezzi competitivi, se non addirittura sotto costo. Tutto questo non si è ripetuto nell’annata 2023-24, portando al raddoppio del costo medio a litro sugli scaffali della GDO e all’allontanamento dei consumatori.

Secondo lo studio Piepoli, infatti, l’aumento del prezzo da 4 a 9 euro a bottiglia ha cambiato le abitudini d’acquisto di circa il 30% dei consumatori: in particolare il 47% ha diminuito acquisto e consumo del 30% e il 40% lo ha dimezzato; e il 45% ha cambiato le proprie abitudini alimentari, utilizzando per la cottura e il condimento olio di semi (o economici). La ricerca di Piepoli evidenzia che quasi il 50% degli intervistati individua il prezzo giusto per una buona bottiglia di olio extravergine italiano in 7 euro.

Una fuga dall’olio che, già nei prossimi anni, potrebbe portare a ridurre i consumi del 40%. Numeri che spingono il sistema produttivo a considerare l’idea di trasformare l’olio d’oliva in un prodotto stagionale, al pari di altri prodotti dell’ortofrutta.

“L’olio è da sempre, in Italia, un prodotto largamente consumato dai cittadini – ha sottolineato Sara Merigo, AD Istituto Piepolie la riduzione dei consumi da un lato, unita alla trasformazione delle abitudini dall’altro, inciderà su lungo periodo su un comparto che rappresenta una vera eccellenza italiana. Da un lato, i consumatori sono consumatori sempre più attenti: il 47% degli intervistati afferma di diversificare l’utilizzo dell’olio preferendo quello italiano o IGP per il condimento e scegliendo di utilizzare l’olio di provenienza comunitaria per la cottura. D’altro canto, però un consumatore su 3 ha ridotto il consumo di olio a causa dell’aumento di prezzo e di questo 30%, poco più della metà acquista meno del 50% di olio che acquistava una volta”.

Del tema se ne parlerà a Bitonto per una iniziativa di Cibus Parma, TuttoFood e GDONews  che vedrà una tavola rotonda  con la partecipazione di Zefferino Monini (Monini), Gianluca Farchioni (Farchioni), Giovanni De Santis (Olearia De Santis) e Nicola Pantaleo (Pantaleo). Assieme a loro nella tavola rotonda saranno presenti i manager delle principali imprese della grande distribuzione italiana come Coop Italia, VéGé Italia, Apulia Distribuzione, Conad Adriatico, Despar Maiora e Megamark.

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Tags: consumi, in evidenza, Prezzi

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