Puglia, Sicilia, Calabria: in sofferenza le prime tre regioni leader nell’olio di oliva

Per siccità e ondate di calore è attesa una significativa minore produzione
Economia
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Con l’arrivo dell’autunno, l’Italia si prepara alla nuova campagna olearia 2024-25, un momento cruciale per uno dei settori più importanti del Paese. Dopo un’annata ricca di sfide e di momenti critici a breve , il rumore cadenzato delle macchine si farà spazio nel frantoio per un nuovo ciclo di produzione.

L’Italia è stata frastagliata da eventi meteorici estremi con enormi quantità di pioggia al nord Italia, dove gli agricoltori fino a giugno non riuscivano ad entrare nei campi per la normale gestione agronomica e al sud un autunno inoltrato ha rappresentato quello che avrebbe dovuto essere l’inverno. Oltre a ciò, una estrema siccità ha messo in ginocchio la Sicilia, con serio processo di desertificazione, ma anche Calabria e Puglia.

Qui Calabria

La Calabria quest’anno pagherà lo “scotto” delle importanti produzioni dell’annata precedente. Infatti, le zone di produzione più importanti sono concentrate a cavallo tra la provincia di Vibo Valentia e Reggio di Calabria (soprattutto nella Piana di Gioia Tauro). La piana di Sibari è contraddistinta da una produzione pressoché frammentata, come la provincia di Catanzaro. Purtroppo, la provincia di Crotone è la più colpita dall’alternanza, probabilmente, perché caratterizzata da un lungo periodo siccitoso nello scorso anno durante i mesi luglio-settembre.

Qui Sicilia

Dalla Sicilia arrivano notizie poco confortanti. L’agronomo Ercole Aloe ci parla di una situazione drammatica, si stima una perdita del 60% circa rispetto all’anno scorso. Tutto imputabile ai venti caldi che nel periodo della fioritura hanno seccato lo stigma, con conseguente colatura dei fiori e scarsa percentuale di impollinazione. Ma non solo: Aloe, riferisce di un successivo danno in fase di allegagione conseguente alle alte temperature e siccità che perdura fino ad oggi.

Una buona notizia arriva invece dal lato qualità, proprio perché le alte temperature hanno contenuto gli attacchi della temuta mosca olearia e quindi le previsioni sono molto interessanti.

Qui Puglia

Sul fronte Puglia la situazione non è migliore, secondo l’agronomo Michele Saracino il quale ci comunica che sarà una annata con scarso prodotto dovuto chiaramente allo “spopolamento” degli uliveti causa Co.Di.RO. (disseccamento rapido dell’olivo), ma anche ad una importante siccità che ha caratterizzato gli uliveti già nel periodo della fioritura. Secondo Saracino chi è intervenuto con apporti irrigui è riuscito ad assicurarsi una discreta produzione.
L’olivo è una delle specie che più risente dei cambiamenti climatici. Per quanto sia una specie arido resistente, grazie agli adattamenti fisiologici, rischia seriamente di poter assicurare una giusta produzione nei prossimi anni.

Perdita di vocazione dei territori, diminuzione dei raccolti e della qualità del futuro olio: saranno queste le previsioni future? Il piano olivicolo riuscirà a far fronte a tali sfide? Avremo acqua a sufficienza per il settore agricolo? O magari faremo meglio a lavorare su oliveti secolari ancora in piena produzione, senza seguire altri modelli di allevamento?

Le risposte e i pareri saranno molteplici, ma non dimentichiamoci che la biodiversità e le buone pratiche agricole rimarranno i fondamenti di una razionale agronomia.

www.thomasvatrano.com

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Tags: Calabria, in evidenza, produzione olio, Puglia, Sicilia

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