Sarà di circa 200 mila tonnellate la produzione olivicola italiana nella campagna in corso. Ben 120 mila tonnellate in meno rispetto allo scorso anno, tra i livelli più bassi raggiunti negli ultimi tempi. Ismea, che insieme a Italia Olivicola e Unaprol ha prodotto le prime stime, parla di un calo del 37% rispetto alla precedente campagna. E se l’Italia piange, altrove non si ride, con la Spagna che perde quasi la metà della produzione, con la Tunisia che ne lascia per strada un quarto e la sola Grecia a registrare un aumento che la attesterà sopra le 300 mila tonnellate.
Ad influire sulla produzione italiana, conferma Ismea, sono stati i problemi climatici, in primis la lunga siccità e le alte temperature estive, che hanno reso faticoso lo sviluppo vegetativo degli oliveti, ma anche il fatto che in molte aree a più alta vocazione olivicola la raccolta appena iniziata era già da considerare di scarica seguendo il naturale calendario dell’alternanza. In generale, comunque, la lunga siccità ha evitato il proliferare di attacchi e questo ha permesso a molte aree del Paese di ottenere livelli qualitativi più alti della norma.
Per la Puglia che da sola rappresenta il 50% della produzione nazionale, Ismea stima una produzione più che dimezzata (-52%), in un contesto negativo anche per la Sicilia (-25%), Calabria (-42%) e, più in generale, per l’intero Meridione. L’annata si profila invece complessivamente positiva nel Centro Italia, dove si prevede un incremento produttivo nel Lazio (+17%), Toscana (+27%) e Umbria (+27%), a fronte di una flessione nelle Marche (-25%). Per le regioni del Nord, dopo le drammatiche riduzioni dello scorso anno, l’annata di carica si presenta bene anche se non ai livelli attesi prima della grande siccità estiva. Il recupero della Liguria (+27%) non basta infatti a considerare questa una buona annata.
“Con la raccolta appena iniziata nelle aree più produttive del Paese – scrive Ismea – la cautela è, come sempre, d’obbligo poiché a pesare saranno anche le rese in olio. Al momento l’impressione è che la raccolta procederà con un calendario più serrato rispetto alla norma per evitare danni ulteriori causati dalle malattie che hanno cominciato a presentarsi puntuali con il cambio di clima e la relativa umidità”.
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Stime impietose: produzione a 200 mila tonnellate di olio
Economia
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