Reti antinsetto contro la mosca dell’olivo? Ecco quando conviene

Tra studi sperimentali ed esperienze pratiche, analizzati i tre casi in cui l'utilizzo di reti antinsetto - efficaci sotto il profilo tecnico - risultano anche sostenibili economicamente
Tecnica e Ricerca
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La mosca dell’olivo, come noto, è uno dei principali parassiti che compromettono la quantità e la qualità delle olive ed il relativo olio (proprietà sensoriali e nutraceutiche). La crescente limitazione nell’uso di insetticidi – come il dimetoato, revocato nel 2020 – impone soluzioni alternative, sostenibili e preventive.

Le reti antinsetto rappresentano una strategia fisica di difesa, già consolidata in frutticoltura, che in olivicoltura è ancora in fase sperimentale. Queste reti – sulla base di prove sperimentali – non solo ostacolano l’ovideposizione degli adulti, ma possono anche migliorare il microclima, riducendo stress ambientali come l’eccessiva insolazione estiva. Inoltre, può aiutare anche nella gestione di altre avversità come grandine, vento o forti precipitazioni.

Studi sperimentali e risultati

Come già ricordato in un nostro precedente articolo, nel luglio 2021 l’Università Politecnica delle Marche ha avviato una sperimentazione su piante adulte (~15 anni) allevate a vaso policonico, sesti 6 x 6 m, utilizzando reti “Monotex 50” (15% d’ombreggiamento, 0,97 × 1,54 mm). Le reti installate (soprattutto dopo l’indurimento del nocciolo) hanno ridotto gli attacchi di mosca a livelli estremamente bassi (meno dell’1‑2%). I frutti sono risultati più grandi e i germogli più lunghi di quasi mezzo nodo nei mesi di crescita (luglio‑agosto). Nessuna modifica significativa si è osservata nella fotosintesi di ottobre tra piante protette e controllo.

Tuttavia, i costi di manodopera e i prezzi del materiale sono risultati elevati, rendendo la tecnica economicamente sostenibile soprattutto per olive da mensa e coltivazione biologica.

Tra il 2015 ed il 2016, sempre nelle Marche – precisamente a Mogliano – è stato condotto un esperimento in un oliveto integrato su cultivar Piantone di Mogliano, con rete in polietilene HD, mediante due varianti di maglia.

I risultati sul microclima sono risultati essere: riduzione della luce del 33% (con una rete 0,8 × 0,3 mm) e del 27% (con una rete 1,0 × 1,6 mm); temperatura interna ridotta mediamente di 1,21 °C, fino a –1,56 °C in luglio, aumento dell’umidità relativa interna (+4,1‑4,6% nei mesi estivi; attenuazione in autunno).

Esperienze pratiche

Nella zona di San Casciano in Val di Pesa (Firenze), sono state implementate reti antinsetto su un impianto superintensivo (cultivar toscane su filari, sesto 4,5 × 1,3 m): le reti (70 g/m²) hanno efficacemente bloccato gli adulti e impedito l’ovideposizione. Nessuna comparsa di malattie fungine si è registrata, né calo di produzione (circa 80 q/ha). La copertura ha anche mitigato il sole, favorendo il microclima e limitando vigorìa e sviluppo di succhioni, utili per adattare varietà più vigorose a sistemi superintensivi.

Malgrado l’elevato costo d’acquisto e di lavoro questa soluzione è apparsa comunque sostenibile in impianti superintensivi.

Considerazioni economiche e applicabilità

I costi elevati – sia del materiale che della manodopera – rappresentano l’ostacolo principale all’adozione su larga scala delle reti antinsetto. Risultano vantaggiose nei casi in cui: si punta su olive da mensa (valorizzazione del frutto), si opera in aziende biologiche (dove l’uso di insetticidi chimici non sono permessi), si dispone di impianti superintensivi (maggiore facilità nell’installazione, migliori rese). Una gestione ottimale della chioma e tecniche di installazione più efficienti potrebbero portare a un abbattimento dei costi nel medio termine.

Conclusioni e prospettive

Le reti antinsetto rappresentano una strategia promettente per la gestione integrata della mosca dell’olivo, con benefici tangibili in termini di protezione, qualità del frutto e microclima. Gli studi evidenziano riduzione significativa degli attacchi e miglioramento fisiologico delle piante, senza penalizzare la fotosintesi. Tuttavia, per renderle economicamente sostenibili su scala maggiore, è necessario:  ridurre i costi di installazione e rimozione, valorizzare la qualità (es. olive da mensa), estendere le sperimentazioni su diverse varietà e condizioni ambientali.

In futuro, è stato valutato, una sinergia con altre tecnologie – come l’uso di droni per il monitoraggio o trattamenti localizzati “attract-and-kill” – potrebbe creare strategie integrate ancora più efficaci e sostenibili.

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Tags: in evidenza, Mosca dell'olivo, reti antinsetto

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