Rogna dell’olivo: più efficaci zinco e distillato di legno

Fenditure e lacerazioni favoriscono la penetrazione del batterio
AIPO
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La rogna dell’olivo è causata dal batterio Pseudomonas savastanoi pv. Savastanoi, malattia sempre più in espansione, soprattutto in questo periodo primaverile dove le temperature miti e le lunghe ore di bagnatura sulla vegetazione favoriscono la penetrazione del battere la sua azione epidemica. Il Pseudomonas savastanoi è presente e vive anche fuori della pianta dell’olivo, si posiziona sulla corteccia dei rami e sull’epidermide delle foglie, ma per provocare l’infezioni deve introdursi all’interno dei tessuti attraverso delle ferite, dal momento che i liquidi che escono dalle lesioni stesse sembrano favorire la sua immissione. In questo periodo primaverile non mancano fenditure e lacerazioni, basti pensare a quelle provocate dalle potature. Proprio per questo a operazioni concluse si raccomanda una disinfezione delle ferite con prodotti rameici, ma da soli questi non forniscono risultati efficaci.
Sarebbe utile associare al rame anche prodotti a base di zinco, come ad esempio il Dentamet. Lo zinco è un oligoelementi, è precursore della produzione di auxine, che sono ormoni vegetali chiamati regolatore la crescita della pianta, è essenziale per duplicare il Dna cellulare e funge da catalizzatore in tante reazioni chimiche, ma è pure storicamente noto per le sue proprietà antisettiche e antibatteriche.
Unito a prodotti a base di zinco si potrebbe aggiungere del distillato di legno, come ad esempio il BioDea, ottenuto dal trattamento termico del legno, che degrada gli originali costituenti vegetali e forma nuove o diverse molecole organiche, prima fra tutte l’acido acetico, che potrebbe consentire alle piante un rapido ed efficace assorbimento dello zinco.
Oltre a stimolare le difese della pianta, il distillato di legno potrebbe svolgere, unitamente ai prodotti rameici, un’azione scettica nei confronti del Pseudomonas savastanoi, soprattutto nella loro forma epifitica, quella che si sviluppa sopra l’epidermide dei rami e foglie.
Il Pseudomonas savastanoi, infatti, penetra all’interno dell’olivo da lesioni e, dopo un periodo di incubazione, mediamente dai trenta ai novanta giorni, prolifera, la piante nel tentativo di contenerlo sviluppa delle iperplasie, deformità tumorali a carico degli organi colpiti, e da lì si sposta nella pianta attraverso i tessuti vascolari. La trogna dell’olivo porta ad un indebolimento della pianta che si ripercuote sulla sua produttività in termini di olive prodotte.
Negli ultimi anni sono stati proposti anche microrganismi antagonisti al Pseudomonas savastanoi, come ad esempio il Serenade Aso, un agrofarmaco di origine biologica a base di Bacillus subtilis, ceppo QST 713, caratterizzato da una spiccata attività battericida.

Direttore Aipo
Associazione Interregionale
Produttori Olivicoli

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Tags: Aipo, in evidenza, rogna

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