Si celebra oggi la Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro. È l’occasione per ricordare come anche nel settore olivicolo-oleario il rischio è sempre presente come purtroppo ci confermano anche recenti episodi di cronaca. L’OlivoNews aveva recentemente pubblicato un articolo sulla prevenzione nel frantoio oleario. Appare utile, in questa ricorrenza, richiamare alcune buone regole sulla sicurezza nella coltivazione e produzione delle olive contenute in un documento Inail sui rischi per i lavoratori denominato “Oleare la sicurezza”.
L’Inail è partita da una indagine in cui “è emerso chiaramente che in tutte le fasi della coltivazione dell’olivo sono presenti rischi per la sicurezza dei lavoratori. La conduzione di tipo familiare, in molti casi, non favorisce l’applicazione delle principali misure di prevenzione ed è quindi alto il rischio di incidenti”. Inoltre spesso le lavorazioni necessarie alla coltivazione dell’olivo “sono rese ancor più difficili dalle condizioni climatiche e dalle caratteristiche orografiche dei terreni, che sono difficilmente accessibili ai mezzi meccanici”. E nelle piccole aziende, “la percezione del rischio è scarsa e l’attività formativa è data per scontata, mentre è facile che le cattive prassi siano frutto di abitudini pluriennali tramandate da generazioni e quindi difficili da sradicare”.
La sicurezza nell’impianto dell’oliveto
Ricordando che la gran parte degli oliveti “sono ubicati in zone collinari e aride, comunque senza impianti irrigui”, ci soffermiamo sull’indicazione dei principali rischi per i lavoratori in alcune fasi della coltivazione dell’olivo.
Partiamo dall’impianto dell’oliveto, le cui modalità “non differiscono in sostanza dalle tradizionali operazioni di messa a coltura di un terreno da destinare ad un impianto arboreo”.
Si rileva tuttavia, dalle osservazioni svolte durante le attività progettuali, che “particolare attenzione viene riservata al livellamento dell’appezzamento del terreno, per salvaguardare la sostanza organica del suolo attraverso la riduzione al minimo dei movimenti di terra. Ciò si rende necessario per eliminare dossi e avvallamenti, per dare al terreno la pendenza desiderata e l’opportuno livellamento volto alla riduzione dell’erosione, per eliminare i ristagni idrici, per favorire la meccanizzazione e consentire, laddove previsto, l’adozione di metodi irrigui che sfruttano la gravità per la movimentazione dell’acqua”.
In particolare i rischi connessi a questa fase lavorativa sono quelli generati dall’ uso della trattrice e delle macchine, in particolare per:
• “l’accoppiamento alla motrice;
• l’instabilità dell’accoppiata motrice/operatrice (portata o semiportata);
• il ribaltamento e l’impennamento;
• l’instabilità a riposo delle operatrici;
• scarsa manutenzione;
• l’utilizzo di dispositivi elettrici o elettronici;
• gli impianti oleoidraulici o pneumatici;
• inalazione dei gas di scarico prodotti dalle motrici;
• esposizione a rumore e vibrazioni;
• esposizione all’inalazione di polveri;
• esposizione ad agenti biologici”.
Queste le misure di prevenzione indicate per il rischio di ribaltamento:
• “valutare la natura e le condizioni del terreno;
• operare in situazioni di stabilità della trattrice;
• evitare le manovre brusche e le curve strette;
• evitare, per quanto possibile, la marcia in pendenza trasversale;
• mantenere adeguate distanze da cigli e scarpate;
• effettuare la manutenzione periodica dell’intero macchinario;
• effettuare pause di riposo;
• formazione specifica per la conduzione del mezzo”.
La sicurezza nella concimazione
Riportiamo poi alcune indicazioni per la fase di “concimazione di fondo” che ha lo scopo di “garantire al terreno una riserva di elementi minerali che, lentamente ceduti, consentano un aumento del livello di fertilità del suolo”. La concimazione di fondo generalmente viene eseguita “prima dello scasso, intervento cui sarà demandato il compito di distribuire lungo tutto il profilo i fertilizzanti”.
Anche i rischi legati alla concimazione sono per lo più quelli relativi all’impiego delle macchine, ovvero ad:
• “accoppiamento alla motrice;
• instabilità dell’accoppiata motrice/operatrice (portata o semiportata);
• ribaltamento e l’impennamento;
• instabilità a riposo delle operatrici;
• non corretta manutenzione;
• utilizzo di dispositivi elettrici o elettronici;
• impianti oleoidraulici o pneumatici;
• gas di scarico prodotti dalle motrici;
• trasmissione del moto rotatorio dalla motrice alle operatrici;
• contatto con gli organi di trasmissione del moto (afferramento, avvolgimento e trascinamento);
• contatto con gli organi lavoranti;
• azionamento accidentale dei comandi;
• perdita o rottura degli spinotti di sicurezza;
• utilizzo di dispositivi elettrici od elettronici;
• proiezione di materiali”.
I rischi sono poi correlati anche al contatto ed esposizione ad agenti chimici e biologici.
Ed ecco le misure di prevenzione per il rischio biologico:
• “evitare il contatto con i concimi organici;
• evitare di consumare alimenti durante le operazioni;
• al termine dei lavori procedere correttamente con adeguate operazioni di igiene delle parti a contatto con i concimi organici”.
E per il rischio chimico:
• “valutare se le sostanze contenute nei concimi sono pericolose;
• leggere le schede di sicurezza;
• evitare il contatto coi concimi chimici;
• evitare di fumare e consumare alimenti durante le operazioni;
• posizionare correttamente i dispositivi di orientamento dello scarico del concime;
• procedere con corrette operazioni di igiene”.
Per chi fosse interessato ad ulteriori provvedimenti, ecco la pubblicazione del manuale Inail.
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