La Spagna dell’olio rialza definitivamente la testa e, con l’annuncio che nel solo mese di dicembre sono state prodotte quasi 600 mila tonnellate di olio di oliva, si prepara a celebrare una campagna che, alla fine, la riposizionerà sui livelli dei tempi migliori.
I dati provvisori elaborati dal Ministero dell’Agricoltura, d’altra parte, non lasciano adito a dubbi: 584.499 tonnellate di olio realizzato a dicembre che, sommate alle produzioni di ottobre e novembre, porta il dato complessivo a 883.589 tonnellate. Se verranno confermate le 400 mila tonnellate di questo gennaio ed altre 150 mila tra febbraio e marzo, si raggiungeranno infatti 1,45 milioni di tonnellate di olio. Praticamente il doppio rispetto alle ultime due disastrose annate precedenti.
Secondo l’organizzazione agricola UPA-Andalucía, “in molte zone della Spagna è stato superato il 60% della raccolta. È più che probabile che la capacità stimata dalle amministrazioni venga raggiunta, il che ci colloca in una campagna nella media. Detto questo, l’intero settore deve essere consapevole che i prezzi bassi all’origine non sono sinonimo di vendite più elevate”.
La commercializzazione resta infatti sulla stessa linea dei mesi precedenti – circa 100 mila tonnellate di olio – e dimostra che “non esiste un rapporto diretto tra prezzi bassi e aumento della domanda, il che – conclude l’organizzazione agricola – i porta a insistere nel chiedere prudenza e tranquillità quando si tratta di vendere l’olio al fine di garantire prezzi ragionevoli superiori ai costi di produzione”.