Stefania Mezzabarba: “Ecco perché utilizzo caolino nei miei oliveti”

Tecnica e Ricerca
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Con ondate di calore sempre più frequenti e assenza di pioggia in larga parte del nostro Paese, destano interesse quelle soluzioni che contribuiscono a proteggere l’oliveto dall’inevitabile stress idrico.

Una testimonianza giunge dalla Tuscia, nell’Alto Lazio. Siamo a Farnese (Vt) presso l’Azienda Agricola Mezzabarba dove Stefania – terza generazione di olivicoltori e frantoiani – gestisce insieme al marito oltre duemila piante, in gran parte secolari, distribuite in 15 ettari ed un impianto di estrazione con tecnologia Pieralisi per un olio di alta qualità sia in convenzionale che in biologico. Caninese la verietà prevalente (detta anche Canino) a cui si aggiungono le cultivar tipiche del territorio tra Leccino, Frantoio, Pendolino, Maurino e Moraiolo.

“Ho preso in mano le redini dell’azienda nel 2017 – confida Stefania Mezzabarba – e fin da subito mi sono posta il problema di come gestire le stagioni siccitose, tenuto conto tra l’altro che il nostro terreno è tufaceo e non trattiene facilmente l’acqua. Tra le varie soluzioni prese in esame come alternativa all’irrigazione, il caolino mi è parsa la più efficace. Dopo alcune prove su appezzamenti, ho riscontrato una sua risposta positiva in tutti gli oliveti di proprietà: cascola estiva ridotta, termoregolazione della pianta, maggiore umidità all’interno delle olive che si mostrano con una pezzatura più grande”.

Come polvere di roccia, il caolino potrebbe creare problemi agli atomizzatori, in particolare agli ugelli, è l’obiezione che taluni pongono. “Eseguo due o tre trattamenti l’anno – confida Stefania – ed utilizzo da sempre lo stesso atomizzatore, senza aver riscontrato mai problemi nelle pompe, negli augelli o nelle membrane. Il segreto? La qualità del caolino, ovviamente, in particolare la sua purezza”. Per la sua azienda Stefania Mezzabarba ha scelto il caolino targato AgriBioClay.

“Di solito, completo la copertura estiva con caolino nei primi dieci giorni di luglio – aggiunge la dinamica imprenditrice – per effettuare un ulteriore trattamento verso ferragosto”.

Sull’efficacia anche nella lotta alla mosca, la Mezzabarba chiarisce: “Il caolino è una buona base di partenza che va però sostenuta con altri strumenti, come esche insetticide”. I risultati ottenuti sono estremamente gratificanti, consentendo poi la lavorazione in frantoio per una produzione artigianale di extravergine di oliva che quest’anno è andata velocemente esaurita.

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Tags: caolino, in evidenza, oliveto, Stefania Mezzabarba

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