
È in questa cornice nazionale che, accanto alle cultivar ed ai territori, all’esperienza e alla professionalità di donne e uomini, rientra a pieno titolo anche la tecnologia italiana. Parliamo della tecnologia in frantoio, quella legata alla realizzazione di macchine e impianti per la produzione di olio di oliva, quella che vede il nostro paese leader al mondo per innovazione, ricerca e soluzioni in grado di garantire migliore qualità, più alte rese, piena valorizzazione dei sottoprodotti e soprattutto la piena soddisfazione dei consumatori finali che acquistano l’extravergine da migliaia di produttori che si avvalgono di questi macchinari.

“Perché c’è un “made in Italy” che di italiano ha solo la posizione geografica – spiegano le tre aziende – ma in realtà non corrisponde alla qualità, alla tradizione e alla tecnologia italiane. Succede nell’abbigliamento, nell’alimentare, ma anche nel settore degli impianti di olio di oliva. Solo le aziende 100% italiane si riconoscono in ogni gesto perché operano con profonda conoscenza del settore, con esperienza e con forte vicinanza ai frantoiani del Paese. Un olio italiano di eccellenza inizia da un impianto di estrazione italiano. Non da chi vanta una presunta italianità”.
Amenduni, Pieralisi e Mori-Tem insieme per il “made in Italy”
Economia
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