Ammontano a 617 mila tonnellate le scorte di olio di oliva in Europa. Si tratta di olio prodotto nella passata campagna, ancora dunque commercialmente valido e pronto ad entrare nei mercati non solo per far fronte ad un generale calo di produzione, ma anche per guadagnarsi quell’ampia fetta di consumatori che rincorre esclusivamente il prezzo, cosa che, tra l’altro, l’olio della nuova campagna – a qualsiasi latitudine – rischia di non poter offrire a causa dell’aumento impressionante dei costi.
Le stime di produzione di olio, d’altra parte, non lasciano adito a dubbi: per la Spagna si prevede addirittura di scendere per la prima volta sotto il milione di tonnellate, per l’Italia una ipotesi ottimistica parla di un -30% rispetto allo scorso anno, male anche Marocco e Portogallo, il tutto solo parzialmente compensato da una crescita di produzione in Grecia, Turchia e Tunisia.
Dunque? Dunque l’allarme lo ha lanciato qualche giorno fa il presidente di Unaprol, David Granieri (nella foto) in occasione della Settimana internazionale dell’olio Evo: con le previsioni di una campagna 2022 più scarsa gli effetti negativi non mancheranno, a partire dalla ricerca del prezzo più basso, dando fiato alle scorte in particolare quelle spagnole che sono ovviamente la gran parte.
Di qui la scelta, ha sottolineato Granieri, di puntare all’alta qualità, segmento dove abbiamo perso l’8% a fronte di un aumento del 25% nel mondo, solo parzialmente mitigato dall’aumento del prezzo. Il che significa che da un lato il prezzo più alto non spaventa il consumatore informato, dall’altro c’è però ancora molto da fare, specialmente per rinsaldare il legame tra qualità, salute e benessere.
Laura Di Rienzo, direttore della Scuola di Specializzazione in Scienza della Nutrizione a Roma II – Tor Vergata (nella foto) lo ha chiarito, quasi ad invitare a cambiare scaffale per l’extravergine: via da quello “condimenti vari” per posizionarsi a pieno titolo in quello “salute e benessere”. Al riguardo annota: “i dati scientifici ormai non lasciano adito a dubbi: due cucchiai al giorno di olio extravergine di hanno un effetto positivo sulle prevenzione contro le malattie cardiovascolari, quelle neurodegenerative, quelle metaboliche a partire da diabete di tipo 2 e obesità, contro i tumori e le malattie intestinali. Questo grazie ad un contenuto di Vitamina E e polifenoli tra i quali vanno segnalati oleocantale, tirosolo, idrossitirosolo, oleuropeina, oltre allo squalene che è un composto chimico. Si tratta di nutrienti ed indicatori di qualità che il Regolamento europeo permette di dichiararli in etichetta. E che permetterebbero, come già accade, di vendere in farmacia una bottiglietta da 250 millilitri a 15 euro”.
L’invasione di scorte spagnole? Si combatte con la qualità
Unaprol rilancia: valorizziamo gli aspetti salutistici dell'Evo
Mercato alimentare in Italia
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