Separazione: l’ultimo tassello per un olio di alta qualità

Con la serie planetaria, Pieralisi garantisce accurata e costante pulizia senza fermi macchina
Tecnica e Ricerca
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Giunti all’ultima fase del processo di trasformazione, i residui di acqua e di solidi devono essere ben separati dall’olio che proviene dal decanter. E devono essere eliminati velocemente per mantenere alta la qualità del prodotto. Ne parliamo con Beniamino Tripodi, responsabile commerciale Pieralisi (nella foto) che anche nei separatori, anello finale della catena di un frantoio, ha sviluppato interessanti innovazioni tecnologiche.
Dott. Tripodi, quant’è importante una buona separazione?
“Direi fondamentale, per non rovinare, ma anzi per esaltare tutto quello che di buono il decanter ha prodotto. La caratteristica principale deve dunque essere l’alta capacità di chiarifica”.
E da cosa dipende?
“Certamente dalla scelta dei migliori materiali e da un corretto processo produttivo. Sono questi elementi che danno non solo la garanzia della migliore chiarifica, ma anche del perfetto funzionamento e della lunga durata della macchina”.
Pieralisi propone la serie Pianeti in questo segmento. Cosa ci può dire al riguardo?
“La serie Pianeti rappresenta l’ultima generazione di separatori eco-sostenibili. Rispetto a macchine equivalenti, garantiscono una chiarifica del 30-40% in più e, grazie alla sua geometria e alla composizione dei piattelli, una portata maggiore del 25/30%”.
Ma al di là delle migliori performance, cosa significa separatori eco-sostenibili?
“Che conciliano le esigenze dei frantoiani con quelle degli ecologisti. L’assenza di acqua nella fase di separazione elimina all’origine il problema della produzione di acqua inquinante e del suo oneroso e impegnativo smaltimento nell’ambiente, nel rispetto delle rigorose leggi vigenti. Questi separatori consumano inoltre meno energia elettrica a parità di olio trattato: un concreto risparmio economico a cui si somma il beneficio di un prodotto processato migliore dovuto all’eliminazione costante e automatica dei sedimenti acidi dal tamburo grazie alle elettrovalvole e al dispositivo elettronico”.
A proposito di pulizia, un bel problema nella separazione, non è così?
“Sicuramente. Un separatore dovrebbe essere pulito almeno tre o quattro volte la settimana ed è un processo complicato perché i pezzi sono pesanti, smontarli e rimontarli, con pulizia degli stessi, fa perdere dalle 2 alle 3 ore di tempo. Senza contare che tutte queste azioni fanno sì che nel tempo i pezzi si sciupino causando una minore capacità performante della macchina”.
E come ha risolto Pieralisi questo problema?
“I sistemi di separazione Pieralisi sono stati progettati per permettere un’ottima pulizia dei macchinari grazie al sistema di lavaggio Mr Cip, che è un brevetto esclusivo. Tale sistema consente di lavare l’interno del tamburo e i relativi piattelli a macchina in movimento, senza dover smontare il tamburo stesso. Insomma, niente più interruzioni, niente perdite di tempo. Grazie alla facilità di pulizia del tamburo e ad una separazione al top delle performance, si ottiene un olio sempre pulito e senza fondami per tutto il periodo della campagna. Tutti questi vantaggi si traducono in una maggiore produttività giornaliera ed economicità di esercizio che garantiscono separazione perfetta, elevato rendimento e lunghissima durata”.
Ma questi separatori sono adattabili a ciascun frantoio?
“Certamente, la serie Pianeti è stata pensata perché, in base all’esigenza di portata, ogni singolo frantoiano può scegliere tra i diversi modelli, dal più piccolo al più grande”.

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Tags: in evidenza, Pieralisi, separatore, Tripodi

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