L’efficacia di boro e zinco su fioritura e allegagione

Uno studio su varietà di Frantoio e Leccino in areali siccitosi
Tecnica e Ricerca
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I cambiamenti climatici stanno aumentando gli areali siccitosi in cui si trovano gli oliveti, ponendo i produttori nelle condizioni di capire come meglio affrontare questa criticità, specialmente se non vi è proprio la possibilità di procedere ad irrigazioni di soccorso. Un contributo potrebbe venire proprio da quei paesi che il problema della siccità lo vivono da sempre e dunque hanno maturato già esperienze del genere, specialmente se si avvalgono di varietà olivicole italiane. È il caso dell’India dove uno studio in campo – condotto da ricercatori dell’Università di Scienze e Tecnologie Agricole della città di Jammu – ha permesso di riscontrare come, se da un lato i trattamenti fogliari con azoto favoriscono più la crescita di germogli e la superficie della chioma dell’olivo, quelli con zinco e boro agevolano meglio l’impollinazione e l’allegagione. Lo studio è stato compiuto su un oliveto di oltre 15 anni di vita, caratterizzato dalle varietà Frantoio e Leccino, in una regione dove le temperature estive raggiungono i 38°, come ormai avviene spesso anche in Italia, e con una precipitazione che potrebbe apparire significativa (1000-1300 mm l’anno), ma concentrata esclusivamente in determinati periodi, così da registrare condizioni di siccità nelle fasi più importanti del ciclo produttivo, vale a dire proprio la fioritura e l’allegagione.

I ricercatori di tale studio avevano come obiettivo quello di affrontare la problematica legata a quei territori siccitosi dove la produzione olivicola, ma anche la stessa crescita della pianta, è generalmente ridotta per lo scarso assorbimento di sostanze nutritive, fattore questo dovuto anche ad uno stato di fertilità estremamente modesto del suolo.

Per questo sono stati compiuti diversi trattamenti fogliari con 0,5% di azoto, 0,5% di acido borico, 0,5% di solfato di zinco e fertilizzazioni di questi elementi combinati. I trattamenti fogliari sono stati effettuati una settimana prima della differenziazione fogliare e circa quattro settimane prima della fioritura.

Si è osservato che la maggiore crescita, in termine di estensione dei germogli (6.09 cm) e area fogliare (6.23 cm2), si è registrata con la fertilizzazione 0.5% di azoto. L’intensità di fioritura maggiore (0.58%) e una più marcata allegagione (6.69%) sono state riscontrate viceversa nei trattamenti 0,5% di acido borico e solfato di zinco. L’applicazione fogliare di 0.5% di azoto ha prodotto anche maggiore dimensioni degli stomi (17.95×11.35 µm2).

La conclusione dei ricercatori dell’Università di Jammu è stata che in condizioni di carenza, una applicazione di 0,5% di azoto risulta efficace ad una ottimale crescita vegetativa, mentre l’applicazione di 0.5% di acido borico e di solfato di zinco, che giocano un ruolo importante nell’impollinazione e nella fertilizzazione, permette di migliorare l’intensità della fioritura, assicurando i fiori perfetti e l’allegagione nell’olivo.

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Tags: azoto, boro, in evidenza, ricerca

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