“Insieme a Giorgio Pannelli ecco l’olivicoltura che sogniamo”

Appuntamento con la Scuola di Potatura all'EnoliExpo di Bari
Tecnica e Ricerca
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La potatura, tema centrale dell’olivicoltura, sarà l’argomento del primo dei convegni tecnici in programma all’EnoliExpo di Bari (7-9 marzo 2024, ingresso gratuito), la fiera internazionale unica in Italia dedicata a macchinari, prodotti e servizi per l’olivicoltura e l’industria olearia, oltre che per il settore vitivinicolo.

A parlarne sarà il più autorevole esponente in materia, quel Giorgio Pannelli che vanta oltre un milione di visualizzazioni su youtube ed a cui va riconosciuto un’amore viscerale per il mondo olivicolo che lo ha portato spesso, molto spesso, ad andare controcorrente. Ad affiancarlo nell’incontro promosso dalla Scuola di Potatura che porta il suo nome, sarà il vicepresidente Antonio Filippo Lonobile (nella foto). In attesa di ascoltarlo a Bari, con lui abbiamo approfondito il tema.

Lonobile, può definire brevemente cosa è per lei la potatura in generale e cosa rappresenta? E nello specifico in olivicoltura?
“Nel 1932 il prof. Mario Marinucci scriveva che “La potatura è lavoro complesso ed è l’operazione principale che l’arboricoltore compie. L’olivo presenta due caratteristiche, che si traducono in aggravanti nei confronti di altre specie: prima quella di essere un sempreverde, seconda quella di non avere gemme e rami specializzati per il frutto e per il legno. […] Ha però al suo attivo […] una dote veramente preziosa: la forte attività pollonante; purtroppo questa docilità non gli è valso riconoscenza, anzi molti maltrattamenti, molta trascuratezza e la sorte dell’asino: utile, paziente e bastonato.”

Sono passati quasi 100 anni dai tempi a cui si riferisce. Non le pare di parlare di cose vecchie, di tradizione desueta?
“Assolutamente no. Pensando a quegli anni e ai nostri tempi non possiamo non notare quanto il mondo agricolo sia rimasto per certi versi immutato. La già presente dicotomia tra lavoratori e intellettuali si è progressivamente accentuata. Luigi Savastano (1914) definiva due categorie, studiosi e pratici, sollecitando l’una e l’altra ad incontrarsi per il miglioramento umano, sociale ed economico. Sappiamo oggi quanto questi due rami si siano ulteriormente allontanati, ognuno riversando le angosce quotidiane sull’altro senza trovarvi una soluzione. Ecco perché nella realtà vissuta, viviamo sulla stessa Terra e non in mondi diversi, l’iperspecialismo dello studioso e l’ignoranza sono soggetti dello stesso quadro. Risultato unico è la scomparsa della cultura condivisa. Certamente l’uso di tecnologie all’avanguardia e nuove scoperte sono una necessità assoluta per una società come la nostra. Tutti però oggi stanno scoprendo quanto l’era dell’antropocene stia plasmando negativamente un pianeta asfissiato dalla troppa tecnologia che, per pulsare, necessita ancora di energia prodotta da carbone. Quest’ultima ragione dovrebbe farci riflettere sulla realtà in cui viviamo”.

Tecnologia, ambiente, ricerca, potatura e olivicoltura sono così strettamente connessi tra loro?
“L’olivicoltura è l’esempio più palese del risultato disastroso dell’ignoranza per mano dei pratici e dell’assenza degli intellettuali dediti sempre più alla proliferazione delle loro produzioni scientifiche. Oggi la necessità di un nuovo coagulo di conoscenze trasversali è più che mai inderogabile per poter disgregare la matassa iperspecifica che si è evoluta fino ad oggi. Già Tonini scriveva (1937) “La potatura è pratica colturale importantissima che ha particolare influenza sulla riuscita della coltivazione dell’olivo (e sulla produzione di olio, ndr) […]. Essa […] è operazione complessa, delicata e che per bene applicarla richiede conoscenza degli scopi da raggiungere […]: ogni borgata, per non dire ciascun potatore, ha il suo sistema”.

La Scuola Potatura Olivo può aiutare in questo? Se sì, come?
“La Scuola Potatura Olivo Giorgio Pannelli srl Impresa sociale (Scuola) vuole porre, alla base delle proprie attività formative e di ricerca, la visione e la realizzazione di un futuro migliore richiedendo l’impegno dei pratici e degli intellettuali a produrre congiuntamente valore umano, sociale ed economico nel totale rispetto di tutti gli esseri viventi. Così come ben rappresentato dallo stemma che abbiamo creato nel lontano 2016, la Scuola immerge le radici dell’albero del Roventini nel libro di Girolamo Caruso, primo scienziato moderno ad occuparsi di Olivicoltura (1882). Un albero condotto con sapienza dove ogni taglio viene eseguito con conoscenza scientifica (2024): la Scuola certifica i suoi potatori attraverso un iter ben preciso e aggiornatissimo di tematiche scientifiche. L’olivicoltura oggi, ahinoi!, deve far fronte a malattie che un tempo non si sarebbero diffuse. Colpevoli anche gli intellettuali fin troppo iperspecialisti accecati dalla corsa all’eccessiva produzione a detrimento della salute ambientale. Così non sapendo a chi rivolgersi, ai possessori di olivi non rimane altro da fare che affidarsi a potatori tradizionali (a-scientificamente educati), spesso improvvisatori per necessità primarie che, non conoscendo nulla, si autoproclamano esperti. A contrastare questo fenomeno è il Potatore Certificato della Scuola, figura pivot attorno alla quale giocano le sorti di una olivicoltura rispettosa dell’ambiente grazie alla quale si otterrà nuovamente la valorizzazione dei nostri territori, unici in bellezza e biodiversità, in cui gli alberi potranno esprimere la loro bellezza con ampie chiome rivestite di foglie. Da un lato essi produrranno olive, dall’altro sequestreranno carbonio”.

Vuole aggiungere una breve conclusione all’intervista?
“Oltre a ringraziare Giorgio Pannelli per essersi fidato e lanciato col sottoscritto in questo progetto unico, ringrazio anche tutti gli affiliati che condividono la nostra visione. Invito tutti a partecipare ai nostri corsi ma anche al prossimo convegno di Enoliexpo di Bari (07 marzo 2024, https://enoliexpo.com/convegni/#), in cui numerosi di questi argomenti verranno trattati approfonditamente dallo stesso Pannelli, dal sottoscritto e dal nostro formatore Raffaele Antonello. Personalmente porterò numeri che dimostrano che si può migliorare … lavorando meno e con coscienza. Concludo con una frase che avevo scritto tempo fa: “L’olivo, i nostri oliveti e la nostra Terra hanno ancora molte cose belle da farci scoprire. Noi, per ringraziare gli alberi li capitozziamo ignorantemente, bravi solo a trasformare legno vivo in fazzoletti e a desertificare il sistema-suolo anteponendo Economia a Biologia e benessere”.

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