La verticilliosi dell’olivo è considerata una malattia emergente anche in Italia, caratterizzata da un fungo patogeno detto Verticillium dhaliae che penetra attraverso le radici dell’oliveto e per la quale ad oggi non esiste una cura efficace. Insediandosi nei vasi linfatici, si manifesta con disseccamenti localizzati o diffusi, a carico di foglie (che restano fortemente attaccate alla pianta) e rami, ma anche di organi fiorali, arrivando, negli alberi più giovani, a provocare la morte della pianta.
Per questo assume interesse la notizia che un centro di ricerca e due università andaluse (quella di Cordoba e di Jaén) hanno ottenuto tre nuove varietà che assicurano una buona produzione di qualità di olio d’oliva, dimostrando di saper prevenire la verticilliosi. Si tratta di nuove varietà ottenute dall’incrocio naturale di Frantoio e Koroneiki da una parte, varietà resistenti al fungo, con l’Arbosana, varietà di grande produzione ma suscettibile alle infezioni. I genotipi selezionati – denominati “FrxAr_5″, “FrxAr_6” e “KorOp_48” – hanno spiegato i ricercatori, dimostrano di ereditare tolleranza e resistenza al fungo V. dahliae, ponendosi come candidati ideali per sviluppare nuovi incroci tra loro e ottenere raccolti più resistenti e produttivi.
Le varietà indicate sono già in fase di registrazione presso l’ Ufficio Comunitario delle Varietà Vegetali per l’utilizzo in nuove piantagioni, tenuto conto che anche in Spagna il problema è particolarmente sentito: nel 2022, la Rete di allerta e informazione fitosanitaria (RAIF) ha quantificato l‘infezione da questo fungo nei campi andalusi dal 2,9% degli alberi di Córdoba all’88,9% di Huelva. Fatto dovuto alla coltivazione di varietà particolarmente suscettibili come Picual, e dell’adozione di sistemi intensivi o altissima densità dove l’irrigazione crea condizioni ospitali per il patogeno e ottimali per la sua diffusione nel terreno
Secondo i dati del Ministero dell’Agricoltura spagnolo, nel paese iberico le varietà che si trovano solitamente per la loro elevata redditività e la costante regolarità nell’ottenimento dell’olio sono Picual, Arbequina, Hojiblanca e Cornicabra . Negli ultimi anni però ne sono state introdotte anche altre straniere come l’italiana Frantoio e la greca Koroneiki resistenti alla malattia, in particolare la prima.
Trovare una nuova varietà che unisca tutte queste qualità è l’obiettivo dei ricercatori che indagano i meccanismi di difesa e i geni legati alla produttività e alla qualità dell’olio per ottenere il miglioramento della specie. Per fare ciò, identificano e caratterizzano i vantaggi di ciascuna cultivar e selezionano quelle che hanno le migliori caratteristiche per l’incrocio. Successivamente raccolgono il polline da uno di essi ed eseguono la tecnica detta impollinazione classica mediante incrocio diretto. In questo modo i nuovi semi avranno ereditato caratteristiche da entrambi i genitori e nasceranno con i rispettivi benefici.
Il risultato ottenuto in questo lavoro dimostra, secondo i ricercatori, che si possono ottenere nuove varietà che resistono alla malattia e mantengono alti livelli di produttività e qualità dell’olio. I ricercatori continuano a studiare queste nuove opzioni in collaborazione con gli agricoltori per comprendere il loro comportamento in condizioni di crescita reali, in ambienti diversi e con sistemi diversi, per confermare i valori agronomici necessari per la loro futura implementazione.