Lo avevamo anticipato una decina di giorni fa con un articolo che riprendeva i prudenziali concetti espressi alla fiera EnoliExpo da Donato Boscia (nella foto), dirigente di ricerca, responsabile della sede di Bari dell’Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante del CNR e indiscutibile punto di riferimento scientifico quando si parla di Xylella.
Già, lo avevamo anticipato: ci sono due varietà, la Lecciana e il Leccio del Corno, che potrebbero aggiungersi alle già collaudate Leccino e Favolosa in fatto di resistenza al batterio. Aggiungendo, proprio in fatto di prudenza, che la decisione finale sarebbe comunque spettata alla Regione Puglia a cui le valutazioni circa i risultati condotti in questi anni erano state trasmesse.
L’annuncio nell’incontro in Regione
E oggi un annuncio semi-ufficiale è arrivato. Lo ha anticipato Confagricoltura Puglia nel dar conto dell’incontro in Regione per discutere dall’avanzamento del piano di rigenerazione degli olivi colpiti dalla Xylella fastidiosa e delle misure di sostegno agli agricoltori. “Durante la riunione – ha scritto infatti Confagricoltura – la Regione ha dato notizia di aver aggiunto due nuove varietà di olivo tra quelle utilizzabili in area infetta dalla Xylella: la Lecciana (resistente al batterio) e il Leccio del Corno (tollerante)”.

Il Leccio del Corno, viceversa, che deve il suo nome alla fattoria del Corno a San Casciano Val di Pesa (Fi) dove è stata individuato nel 1929, è una cultivar tra le più diffuse nel Centro-Nord Italia che si è valutata nel tempo essere particolarmente adatta anche all’olivicoltura di alta densità.
Reimpianti, risorse e prospettive
Durante l’incontro in Regione, dà conto Confagricoltura, sono emerse le cifre del reimpianto olivi zona infetta (art. 6): dei 222 milioni di euro richiesti sono stati stanziati 80 milioni dei quali 50 già impegnati e 9 spesi.
“Bene i passi in avanti, ma il tempo scorre e ancora non si hanno evidenze scientifiche definitive su possibili cure o soluzioni di carattere scientifico – ha evidenziato il presidente di Confagricoltura Puglia, Luca Lazzàro. – Questo preoccupa molto, soprattutto in considerazione del coinvolgimento di altre coltivazioni. È fondamentale continuare a tenere alta la guardia sul monitoraggio e la lotta al vettore”, ha aggiunto.
Prendendo atto del rallentamento dell’avanzata della Xylella rispetto al passato, Confagricoltura ha sottolineato che la lotta al vettore non può essere solo a carico degli agricoltori: serve il sostegno di tutti, con adeguati interventi economici: “Il costo dei trattamenti fitosanitari obbligatori pesa notevolmente sul bilancio delle aziende agricole e riduce il margine sul prezzo di vendita dell’olio di oliva. Per questo motivo, è fondamentale sostenere i produttori delle zone di contenimento con interventi economici mirati. Produrre olive da olio in una delle zone di contenimento della Xylella fastidiosa arriva a costare anche il 50% in più rispetto a impianti che si trovano lontani dalle zone infette”.
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