Potature, si possono bruciare se fonti di inoculo di batteri

Dopo la Toscana, anche la Sicilia concede la deroga
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Come riportato in un precedente articolo, per sostenere e migliorare la produttività degli oliveti di particolare valore paesaggistico e storico la Pac ha previsto l’Ecoschema 3, che garantisce un pagamento di 220 euro ad ettaro, ma impone anche alcuni obblighi, tra cui il divieto di bruciare i residui di potatura. Unica condizione per evitare il divieto di bruciare le potature è quella della presenza di problematiche fitosanitarie certificate a livello regionale. Insomma, se tra i rami potati vi è la presenza di batteri che rischiano di infettare anche le piante, allora può essere concessa una deroga.

Prime deroghe in Sicilia e Toscana

Ed è quello che si sta cominciando a fare in diverse regioni italiane. Dopo la Toscana che aveva assunto un provvedimento nell’ottobre scorso, ora si muove anche la Sicilia, attraverso un decreto del Servizio Fitosanitario Regionale che recita: “In presenza di infestazioni o infezioni causate da scolitidi o da rogna dell’olivo, ai beneficiari dei pagamenti per la salvaguardia di olivi di valore paesaggistico (eco-schema 3) è consentita, in deroga, la bruciatura dei residui di potatura sul posto o nelle immediate vicinanze, nel rispetto delle normative vigenti per la prevenzione degli incendi, di tutela ambientale, di smaltimento dei rifiuti e in conformità al disciplinare di produzione integrata”.

Il decreto dirigenziale specifica come, per beneficiare della deroga, gli olivicoltori “devono comprovare la presenza di almeno uno degli organismi nocivi di cui al precedente articolo, con apposita perizia tecnica asseverata redatta da un consulente fitosanitario”.

Il provvedimento, coerente con le disposizioni nazionali che prevedono la possibilità di deroga per motivi fitosanitari, consente così di ridurre le fonti d’inoculo, nel rispetto delle normative vigenti per la prevenzione degli incendi. “Tali infezioni ed infestazioni – viene ricordato – costituiscono una rilevante problematica fitosanitaria negli impianti olivicoli della Sicilia, non essendo disponibili fra l’altro metodi di lotta efficaci dopo che i suddetti organismi nocivi sono penetrati nelle piante e che, pertanto, è essenziale evitare il contagio mediante l’asportazione e la bruciatura in loco dei residui di potatura infetti e infestati”.

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Tags: ecoschema 3, potatura olivo

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