La concimazione fogliare, lo sanno bene gli olivicoltori, non sostituisce la concimazione al terreno, piuttosto la integra, con il duplice vantaggio di ridotte dosi da impiegare e di coprire subito il fabbisogno della pianta. Tra queste, la concimazione con il boro – che per l’appunto è sia fogliare che su suolo – risulta particolarmente utile alla pianta di olivo, perché stimola la fertilità del polline, favorisce l’allegagione e riduce la cascola dei frutticini. Il boro, inoltre, è necessario per la formazione di auxine e lignina e rende la pianta più resistente agli stress termici (dalle gelate alla siccità).
Uno studio ad ampio raggio
Al riguardo, interessante sono i risultati di uno studio ad ampio raggio su resa e qualità delle olive condotto in Turchia. Lo studio, partito da oltre 250 campionature su suolo e foglie, ha interessato sei diverse località del paese che presentavano livelli di boro differenti a suolo e su foglia (tra lo 0,23 e l’1,40 mg/kg nel suolo e tra i 12,03 e i 17,29 mg/kg nelle foglie).
La concimazione a suolo è stata effettuata alla fine dell’inverno, e dunque prima del risveglio vegetativo, utilizzando 4 kg di boro ad ettaro, mentre quella fogliare è stata eseguita – con 300 mg per litro – in tre diversi momenti: subito dopo la raccolta, prima della fioritura e dopo l’allegagione.
Risultati evidenti
I risultati hanno registrato in due casi un aumento della produzione significativa, tra il 50 e il 75%, ma anche nelle altre quattro località la produttività è stata maggiore rispetto ad oliveti vicinali dove non era stato eseguito il trattamento. In particolare, è stato evidenziato che il boro ha accresciuto foglie e frutti, aumentando il contenuto in olio. Sulla base dei risultati, i ricercatori hanno convenuto che l’applicazione fogliare di boro, nelle tre distinte fasi individuate (e dunque dopo la raccolta, prima della fioritura e dopo l’allegagione) contribuisce ad accrescere la produttività dell’oliveto.