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Torna alla luce un frantoio per l’olio di oliva di quasi 2000 anni fa
La scoperta archeologica in Tunisia in un sito già candidato a patrimonio mondiale Unesco
Tecnica e Ricerca
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Archeologi tunisini hanno recentemente portato alla luce un frantoio per la produzione di olio d’oliva risalente al tardo periodo romano nel sito di Bechni, situato nel governatorato di Kebili. Gli scavi in corso in questa piccola comunità hanno rivelato l’esistenza di questo antico impianto oleario databile tra il III e il VII secolo d.C., come confermato dai reperti ceramici rinvenuti.
“Un’importante scoperta archeologica”
Gli scavi nel sito archeologico
Gli archeologi hanno definito la recente scoperta “un’importante scoperta”, poiché attesta la presenza di un frantoio in un’area desertica che attualmente non è rinomata per la coltivazione dell’olivo. “Questa nuova scoperta è senza precedenti, in quanto il sito di Bechni non compare né sulle mappe né negli atlanti geografici”, ha aggiunto l’archeologo, sottolineando come “il frantoio sia la prova della storica presenza della coltivazione dell’olivo in una zona desertica durante l’antichità”.
Questo ritrovamento rafforza ulteriormente l’evidenza di un insediamento romano ai margini dell’Impero, lungo il Limes, la linea che segnava il confine meridionale del territorio romano.
Un sito candidato a patrimonio Unesco
Il progetto “Frontiere dell’Impero Romano: Limes tunisino meridionale” è stato proposto dalla Tunisia per l’inclusione nella lista del patrimonio mondiale Unesco dal 17 febbraio 2012. Il dossier di candidatura tunisino evidenzia come “le strutture del Limes tunisino meridionale hanno conservato la loro autenticità e i rari interventi di restauro o l’occasionale riutilizzo temporaneo non ne hanno compromesso l’integrità”.
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