Cecidomia dell’olivo: gli attacchi e le strategie di difesa

Dopo la segnalazione di una presenza costante in diversi areali, cerchiamo di capire i danni che può provocare questo parassita e le possibili azioni di contrasto
Tecnica e Ricerca
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Il grido d’allarme lanciato dalla Confartigianato Frantoianidella Toscana per la costante e dannosa presenza della Cecidomia fogliare negli oliveti, merita la giusta attenzione. Per questo abbiano chiesto ad Enzo Gambin, direttore di Aipo – Associazione Interregionale Produttori Olivicoli, un approfondimento sul tema di questo parassita, cercando di capire la sua evoluzione, i danni che arreca e le strategia di difesa. Ecco le sue considerazioni

Enzo Gambin

“La Cecidomia delle foglie dell’olivo (Dasineura Oleae) – ci spiega – è un piccolo dittero che attacca le giovani foglie, ma alle volte anche le mignole fiorali. E’ considerato un insetto secondario o di minore importanza, ma che può divenire rilevante.

Dopo la deposizione delle uova, che sono di colore arancione e sono visibili sulle foglie e sui giovani apici in accrescimento, le larve della Cecidomia, subito dopo la schiusura, penetrano nei tessuti della foglia e provocano l’anomala crescita degli stessi con la formazione della “galla”, in cui compirà tutto lo sviluppo fino allo stadio adulto.

La deformazione delle foglie e dei germogli determina una riduzione della fotosintesi clorofilliana e, di conseguenza, un calo della produzione. La Cecidomia delle foglie può svolgere il suo ciclo vitale solo sull’olivo: normalmente compie una generazione l’anno, svernando come larva di seconda età, ma è possibile anche che si possano registrare due generazioni nell’arco dei dodici mesi. Esistono più parassitoidi che ne limitano lo sviluppo, appartenenti all’ordine degli imenotteri.ù

Nel caso di sicura necessità, come intervento di difesa – con l’utilizzo della lotta integrata – si può ricorrere all’Acetamiprid (esempio Epik SL), con cui si può effettuare un intervento contro larve che, al momento della schiusa delle uova, penetrano all’interno dei tessuti della pianta. Per questa avversità è permessa una sola applicazione l’anno. Da considerare che l’Acetamiprid è consentito per un massimo di due trattamenti l’anno, indipendentemente dall’avversità, e serve pure per la mosca dell’olivo; pertanto l’eventuale trattamento è da valutare solo nel caso in cui si siano verificati forti attacchi nell’anno precedente e andrebbe messo in atto in prossimità dell’inizio dell’ovideposizione, indicativamente a fine di aprile.

Per la difesa in biologico sono da utilizzare le polveri di roccia, come il caolino che agisce come antideponente: la sua applicazione deve precedere la comparsa delle larve.

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Tags: cecidomia olivo, in evidenza, olivicoltura

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