La qualità del frutto dell’olivo, sia destinato al consumo diretto come oliva da mensa, sia alla trasformazione in olio, dipende in larga misura da fattori fisiologici e nutrizionali che regolano la consistenza, la resistenza alla cascola e la conservabilità post-raccolta.
Tra gli elementi minerali, il calcio gioca un ruolo chiave: è, infatti, componente strutturale della parete cellulare, contribuisce alla coesione dei tessuti e partecipa ai processi che determinano durezza, integrità e stabilità del frutto.
Nell’olivicoltura da mensa, il calcio assicura maggiore compattezza e resistenza meccanica dell’oliva, fattori fondamentali per sopportare i trattamenti post-raccolta e i lunghi tempi di conservazione.
Nelle olive da olio, invece, mantiene il turgore e riduce le perdite di resa durante la raccolta, migliorando l’efficienza della trasformazione.
Il calcio, però, somministrato con concimi tradizionali presenta una mobilità limitata, tende, infatti, ad accumularsi più nelle foglie, rendendo così difficile un apporto diretto alla drupa.
L’evoluzione della ricerca
Negli ultimi anni, la ricerca ha evidenziato come l’impiego di formulati innovativi a base di “nano-calcio” possa superare questa barriera.
Grazie alle dimensioni ridotte delle particelle, la sostanza penetra più facilmente nei tessuti fogliari, entra nel sistema vascolare della pianta e viene trasportato internamente attraverso i tessuti conduttori, come il floema e lo xilema, raggiungendo anche parti lontane dal punto di applicazione.
Studi recenti su vite e drupacee hanno dimostrato che il trattamento fogliare con “nano-calcio” incrementa sensibilmente il contenuto del minerale nel frutto, rispetto sia al controllo sia all’uso di cloruro di calcio, più comunemente utilizzato in agricoltura per applicazioni fogliari. Nei grappoli trattati, ad esempio, dopo 60 giorni di conservazione si è registrato circa il 30% in più di calcio rispetto al controllo (Figura 1).
Figura 1: Circa 30% in più di calcio presente nel frutto dopo 60 giorni dalla raccolta. Fonte: Mingtao Zhu et.al. (2024). Preharvest Nano calcium Reduces the Table Grape Berry Abscission by Regulating Ethylene Production During Storage. Journal of Plant. Grafico riadattato dall’autore.
Un dato che, traslato all’olivo, lascia intravedere la possibilità di migliorare in modo significativo la resistenza agli stress meccanici e fisiologici della drupa.
Oltre a garantire un maggiore accumulo di calcio, questi trattamenti hanno mostrato un impatto positivo sulla consistenza del frutto.
Nel caso delle drupacee (nettarine), la durezza è risultata superiore fino al 32% rispetto al controllo anche diverse settimane dopo la fioritura.
Figura 2: Circa 32% in più di durezza del frutto 60 giorni dopo la fioritura. Fonte: Mingtao Zhu et.al. (2023) Nano-calcium alleviates the cracking of nectarine fruit and improves fruit quality. Plant Physiology and Biochemistry 196 (2023) 370–380. Grafico riadattato dall’autore
Questo è un aspetto importante, perché la maggiore elasticità dei tessuti, sia dell’epidermice che della polpa, si traduce in una riduzione dei danni durante le fasi di raccolta e di lavorazione, con conseguente prolungamento della shelf-life e conservabilità non solo per il prodotto da mensa, ma pure per quello destinato al frantoio.
Il calcio in forma “nanometrica” sembra influire pure sui processi fisiologici legati alla maturazione, in particolare modulando la produzione di etilene, un ormone coinvolto in numerosi processi fisiologici, tra cui la maturazione dei frutti, la senescenza dei tessuti e la risposta agli stress ambientali. Nelle prove condotte su vite, il “nano-calcio” ha ridotto la concentrazione di etilene durante lo stoccaggio, contribuendo così a rallentare il decadimento qualitativo.
Anche in questo caso, l’adattamento all’olivo si presenta promettente, una ridotta produzione di etilene potrebbe favorire una maggiore longevità delle olive da olio, attenuando gli effetti della sovramaturazione, e consentire a quelle da mensa di preservare più a lungo le proprie caratteristiche organolettiche.
Uno degli aspetti più rilevanti riguarda la cascola precoce, problematica particolarmente evidente in varietà sensibili o in condizioni di stress idrico. Le prove condotte su altre drupacee hanno messo in evidenza come i trattamenti con “nano-calcio” riducano la perdita di frutti del 26–30% rispetto ai controlli (Figura 3).
Figura 3: Range di 26-30% in meno di “sgrappolatura” del frutto 60 giorni dopo la raccolta. Fonte: Mingtao Zhu et.al. (2024). Preharvest Nano calcium Reduces the Table Grape Berry Abscission by Regulating Ethylene Production During Storage. Journal of Plant Growth. Grafico riadattato dall’autore.
Dal punto di vista operativo, la modalità di somministrazione più efficace si conferma quella fogliare, utilizzando formulati specifici a base di nano-calcio, come il “Nano.t CaPo”, alla dose di 5 litri / ettaro.
Il trattamento è consigliato in due momenti fenologici distinti:
1) durante la fase pre-fiorale, per predisporre la pianta a una riduzione della cascola fisiologica. In questa fase, il calcio contribuisce al rafforzamento delle strutture cellulari nella zona di abscissione peduncolare, il punto di inserzione tra il picciolo dell’oliva e il ramo fruttifero, modulando i processi biochimici che regolano il distacco e riducendo la sensibilità della drupa alla separazione precoce;
2) in post-allegagione, per favorire l’irrobustimento dei tessuti del frutto, migliorandone la consistenza, la resistenza agli stress meccanici e la conservabilità in post-raccolta.
In conclusione, l’uso del “nano-calcio” in olivicoltura rappresenta una strategia nutrizionale innovativa e promettente.
Migliorare la qualità delle drupe, aumentare la resa in olio e prolungare la vita commerciale delle olive da mensa sono obiettivi concreti, raggiungibili attraverso l’integrazione di nuove tecnologie come questa, capaci di rispondere alle esigenze di un settore orientato alla qualità e alla sostenibilità.






















