“Olive sane e senza attacchi di mosca? Certo che sì, eccole!”

Angela Canale, agronoma e capo panel: "Campagna drammatica, anche 50 mosche a trappola. Ma con i giusti accorgimenti e l'aiuto di un tecnico i risultati arrivano: olive bellissime per un olio straordinario".
Tecnica e Ricerca
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“Produrre olive sane anche in una annata drammatica come questa dove – per la prima volta in decenni e decenni di lavoro sul campo – ho trovato anche 50 mosche a trappola, è assolutamente possibile. Ci sono aziende che hanno prodotto olive bellissime, con oli straordinari”.

Angela Canale

Angela Canale, agronoma e capo panel tra le più autorevoli in ambito nazionale, dalla sua Umbria – una delle regioni più colpite da Bactrocea oleae – lancia un messaggio chiaro: chi si è affidato ad un tecnico, chi ha curato il proprio oliveto seguendo i consigli di professionisti della materia, chi ha seguito l’indicazione “la mosca non si attacca, dalla mosca ci si difende”, è riuscito ad evitare danni.

Dottoressa Canale, c’è chi resta incredulo nel vedere olivicoltori che dichiarano di avere olive perfettamente sane. Cosa risponde?
“Con i fatti, mostrandovi le olive di chi ha condotto una gestione dell’oliveto affidandosi ad un agronomo”.

Andiamo per ordine: come si è arrivati a questa qualità delle olive?
“Facendo monitoraggi dal mese di luglio. Ma, attenzione, installare trappole non è sufficiente. Ci vuole l’occhio che controlla le catture degli insetti. L’occhio aiuta, ad esempio, a capire se si è in presenza o meno dell’accrescimento delle olive, e dunque se eventuali insetti presenti possono essere deleterei. Non conta infatti il solo numero degli attacchi: finché il frutto non ha indurito il nocciolo, questo non è attrattivo alla mosca e dunque non servono trattamenti. I trattamenti vanno effettuati quando servono”.

Mosche catturate

E quando servono?
“Oggi sempre più si utilizzano strumenti di difesa e non di lotta come in passato. Ci si organizza difendendo il frutto da attacchi sia di funghi che di insetti. Si opera una schermatura del frutto quando il nocciolo comincia ad indurire, e dunque entro le prime due settime di agosto attraverso farine di roccia come il basalto, il caolino, la zeolite. Ma attenzione, tutto questo è efficace se le piante sono state ben potate, così che il prodotto riesca a proteggere tutti i frutti presenti nella pianta”.

Perché va fatto con l’indurimento del nocciolo?
“Perché è questo il momento che l’oliva comincia ad accumulare olio. La mosca, quando depone le uova, cerca un ambiente favorevole, idoneo a far sì che la larva si possa nutrire delle sostanze necessarie per il suo successivo sfarfallamento. Ma non basta questo”.

Cos’altro è necessario?
“Contemporaneamente va misurata la presenza di insetti. Se la popolazione è alta, come quest’anno, vanno utilizzate le trappole selettive, “attract and kill, attrai e uccidi. Ma anche in questo caso, non basta affidarsi al numero di catture. Bisogna osservare in campo e anche qui spesso l’occhio non basta. Ad esempio, le punturine che troviamo nelle olive potrebbe essere di uova necrotizzate con le alte temperature”.

Ed i trattamenti?
“Al di là di quello che possono essere le variabili e gli aiuti elettronici che la tecnologia oggi è in grado di mettere a disposizione, va ricordato che 2+2 non fa sempre 4. È il tecnico che in base alla propria esperienza, alla zona, alla tipologia del terreno, alle varietà presenti in oliveto, decide se effettuare trattamenti di Spinosad in più o in meno. Una strategia che in biologico funziona. Mentre sul convenzionale va aggiunta una postilla importante: ora che non c’è più il dimetoato, si sono affacciati prodotti non selettivi, che dunque uccidono la mosca ma anche gli altri insetti impollinatori utili all’ecosistema. Ecco, qui bisogna stare attenti”.

Riepilogando?
“Riepilogando, dalla corretta potatura al monitoraggio, dalla schermatura all’osservazione in campo per finire ai trattamenti, la professionalità dell’agronomo diventa fondamentale per assicurare una produzione di olive di qualità, contro qualsiasi rischio di attacco di mosca. E mi sia consentita un’ultima riflessione…”

Prego
“Mi sono domandata come mai, dopo un anno di grande produzione di olive nel centro Italia e senza presenza di mosca, questa nuova annata, che ha registrato più o meno le stesse condizioni climatiche, sia stata fortemente colpita dal parassita. Mi sono risposta, ma non è una valutazione scientifica provata, che gli insetti, mosca compresa, avvertono il pericolo dell’estinzione e quando si accorgono che stanno scomparendo, accelerano l’accoppiamento per riportare la popolazione al livello originario. Questo spiegherebbe anche il fatto che già ad aprile maggio si era registrata una prima presenza importante di mosca. Aspetto questo che meriterebbe uno studio, per contribuire eventualmente a fornire uno strumento in più nelle strategie di difesa della mosca dell’olivo”.

 

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Tags: in evidenza, Mosca dell'olivo, olio di oliva, Olive, oliveto

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